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Scenari finanziari d’autunno: economia e mercati alla ricerca della sostenibilità

Durante l’assemblea annuale Rete Pmi Romagna, una riflessione geopolitica sulle crisi nazionali e internazionali, le ricadute per il territorio e i possibili, auspicabili rimedi

Nella foto, Giovanni Ajassa, direttore del servizio studi della Bnl, Gruppo Bnp Paribas

Al termine dell’assemblea annuale di Rete Pmi Romagna, tenutasi lunedì scorso nella splendida cornice di Podere dal Nespoli, l’intervento di Giovanni Ajassa, direttore Servizio Studi Bnl Gruppo Bnp Paribas, arriva potente e quanto mai atteso, anche se duro nel descrivere la cruda realtà degli scenari economici.                                                                       

Le conseguenze le vediamo oggi, non domani”, afferma Ajassa a proposito dei cambiamenti climatici, dove all’aumento di temperatura superiore ai due gradi Celsius corrispondono danni per 69 milioni di dollari, che vanno a sommarsi alle sfide di un mercato globale estremamente  competitivo.

Non è la prima volta che l’illustre economista con origini romagnole interviene agli incontri dell’associazione e le sue analisi sono sempre molto apprezzate: “Le crisi principali sono quattro. Oltre alla climatica, importantissima è quella geopolitica, con gli Stati Uniti che passeranno il testimone di prima potenza mondiale alla Cina, la quale entro il 2049 avrà il Pil più alto".

Occorre poi fare i conti con la crisi demografica, dove in una metà del mondo la popolazione invecchia e nell’altra metà emigra: “Nel 2050 – ammonisce il direttore - saremo vicini ai 10 miliardi di abitanti sul pianeta e le pressioni migratorie non faranno che aumentare".

Senza dimenticare la crisi tecnologica poiché, nel giro di pochi anni, la metà dei lavori sarà automatizzata. “La corsa si gioca sul primato tecnologico. Non a caso la Cina punta moltissimo sui ricercatori (ne conta 4 milioni). Al momento spende più della Russia nella corsa agli armamenti militari” osserva Ajassa. 

Guardando all’Europa e all’Italia, confrontando gli ultimi vent’anni, seppure a ritmi minori Francia e Germania sono cresciute mentre in Italia l’incremento pro-capite è stato nullo. Innovarsi e rinnovarsi diventa prioritario: “Considerando che nel 2050 ci saranno più pensionati che lavoratori – aggiunge l’economista - dobbiamo dare sostenibilità al nostro apparato pensionistico, andando al cuore del problema e dare risposte concrete in merito a reddito, professione e istruzione, affinché si crei lavoro per i giovani".

La situazione è complicata e complessa. Tuttavia, a suo avviso, l’Italia rimane un paese solido: “sperando che il nuovo governo eviti facili soluzioni e punti su una buona amministrazione, velocizzando giustizia e burocrazia".

Lavorando insieme, per crescere. Non solo, per crescere bene. Perché sostenibilità fa rima con credibilità.

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