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Lavoro

Sicurezza sul lavoro, i Tecnici chiedono investimenti

"Meno repressione, più cultura della sicurezza"

Nella foto, i membri della Commissione d’ albo dei Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro afferente al multi-ordine sanitario Tsrm – Pstrp delle province di Forli-Cesena e Rimini. Da sinistra: Raffaele Altrui, Luana Zaccheroni, Andrea Guerrini, Eleonora Iezzi.

È un momento storico di profondo cambiamento a livello istituzionale, per quanto riguarda il tema della sicurezza sul lavoro. Il nuovo Decreto Legge fiscale, all’articolo 13, allo scopo di rafforzare il tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, si pone come obiettivo primario il potenziamento dell’Ispettorato nazionale del lavoro, attribuendogli competenze aggiuntive, fino ad oggi di esclusiva autorità delle Regioni e delle Aziende sanitarie locali.

Potrebbe essere una novità positiva importante, eppure non mancano gli aspetti critici. Ne parla Andrea Guerrini, presidente della Commissione d’Albo dei Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro del multi-ordine sanitario Tsrm - Pstrp delle province di Forli-Cesena e Rimini.

 

“Il problema attuale - afferma Guerrini - è che lo Stato pone quale rimedio al problema delle morti sul lavoro, degli infortuni e delle malattie professionali, l’inasprimento delle sanzioni e l’adozione di provvedimenti coercitivi a carico delle ditte oggetto di controllo, tralasciando allo stesso tempo gli investimenti in termini di risorse economiche e umane nel campo delle attività di promozione, prevenzione e miglioramento della salute nei luoghi di lavoro.

Nell’immediato potrebbe anche funzionare, soprattutto a livello mediatico, ma bisognerebbe invece avere il coraggio di concentrare le risorse in interventi ampi e complessi, con investimenti legati a riforme strutturali e sociali, in grado di accrescere la cultura della sicurezza.

Noi tecnici della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro agiamo prima che gli eventi avversi possano accadere, attraverso interventi di prevenzione con azioni mirate ad annullare o limitare i rischi. 

Ma il problema è culturale, bisognerebbe iniziare a trasmettere la cultura della prevenzione già dalle scuole primarie.

Eppure il tema è cruciale, e ha numeri drammatici: negli ultimi 14 anni in Italia ci sono stati circa 15 mila morti sul lavoro (più di mille all’anno di media) e dieci milioni di infortuni. Nei primi 8 mesi del 2021, i morti sul lavoro sono stati 872. Nonostante questo, noi tecnici della prevenzione siamo sotto organico di almeno 1400 unità, su scala nazionale, ed è anche su questo che si dovrebbe investire”.

 

Quella dei tecnici della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro è una figura professionale istituita con il Decreto Ministeriale n. 58/1997 e che ha un proprio ordinamento didattico. Tuttavia, la storia di questi operatori risale addirittura a fine ‘800, quando nacque il Vigile sanitario, che nel 1978, in concomitanza all’istituzione del Servizio sanitario nazionale, si è trasformato in Personale di vigilanza e ispezione. Attualmente per accedere alla professione bisogna seguire un percorso di formazione specifica: la laurea triennale in Tecniche della Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, la quale affronta diverse tematiche tra cui medicina del lavoro, igiene generale, industriale e alimentare, tutela ambientale, epidemiologia e statistica sicurezza nei luoghi di lavoro, chimica, fisica, diritto, organizzazione e programmazione sanitaria.

La formazione prosegue con un corso di laurea magistrale, necessario per accedere alla dirigenza delle professioni sanitarie. Infine, ci sono percorsi professionalizzanti quali master di primo e secondo livello.

 

“Sempre nell’ambito delle rispettive competenze ci occupiamo di vari aspetti legati alla prevenzione – continua il dottor Guerrini - con diversi compiti ispettivi e di vigilanza, che vanno dalla sicurezza sul lavoro, alla sicurezza alimentare, al controllo sui prodotti cosmetici, all’igiene e sanità pubblica veterinaria nonché al controllo degli ambienti di vita.

All’interno delle Ausl e delle Arpae collaboriamo con diverse figure professionali, quali medici, ingegneri, chimici, biologi e assistenti sanitari e diversi organi di polizia giudiziaria”.

 

Nell’arco delle due province di Forlì-Cesena e Rimini, gli operatori iscritti all’Albo dei tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro sono circa 150, fra chi lavora nel settore pubblico e chi nel privato.

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