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Stufe a legna al bando? Un problema “scottante”

Ogni anno, da un decennio a questa parte, al ritorno dei blocchi del traffico scattava sempre la solita cantilena: “È mai possibile che la Regione se la prenda solo con le macchine? E chi inquina in un altro modo?”. Attenti a pregare, potreste essere esauditi: le norme (approvate lo scorso anno) toccano ora anche i camini e le stufe alimentate a legna.

Fireplace - Foto CC by Riccardo Cuppini on Flickr

Ogni anno, da un decennio a questa parte, al ritorno dei blocchi del traffico per i mezzi più vecchi scattava sempre la solita cantilena: “È mai possibile che la Regione se la prenda solo con le macchine? E chi inquina in un altro modo?”. Attenti a pregare, potreste essere esauditi: le norme (approvate lo scorso anno) toccano ora anche i camini e le stufe alimentate a legna. E per molti saranno dolori.

L’appuntamento è tra meno di un mese, il primo di ottobre, quando torneranno in vigore le misure antismog. Il Piano della qualità dell’aria, questa volta, non si limita a vietare la circolazione delle auto più vecchie (diesel fino all’euro 4) nei centri fino a 30mila abitanti. In tutti i Comuni dell’Emilia-Romagna, al di sotto dei 300 metri di quota sul livello del mare, scatterà il divieto di utilizzo dei camini “aperti” alimentati a legna (nel caso abbiano un’efficienza energetica inferiore al 75 per cento) in quelle case dove siano presenti anche altri sistemi di riscaldamento.

Vengono tagliati fuori, così, tutti i caminetti aperti, le vecchie stufe a legna, le antiche cucine bianche “di campagna” e le caldaie a cippato di non recente costruzione (zero stelle o una stella di efficienza energetica). Un cambiamento epocale per chi confidava nella legna per il riscaldamento. Di più, dal primo ottobre negli impianti con potenza superiore ai 35 kW sarà obbligatorio l’uso di pellet certificato da organismi accreditati, mentre i nuovi impianti dovranno avere tutti almeno tre stelle nella classe emissiva.

Nel cesenate sarebbero esclusi dal provvedimento solo i comuni di Verghereto, Bagno di Romagna, Sogliano al Rubicone e Roncofreddo.

Sul tema, il primo a prendere posizione è stato l’ex consigliere regionale e provinciale di centrodestra Luca Bartolini. Al suo fianco sono schierati i deputati azzurri Simona Vietina e Galeazzo Bignami: “Riteniamo assurde le limitazioni introdotte nel Piano aria integrato regionale che vieteranno, di punto in bianco, l’uso delle stufe a legna o pellet e dei focolari aperti (i tradizionali caminetti) con prestazioni emissive al di sotto delle 2 stelle per l’anno 2018 e al di sotto delle 3 stelle a partire dal 2019 nei Comuni in quota inferiore ai 300 metri. Un obbligo illogico, imposto con pochissimo preavviso e che pensiamo debba trovare applicazione solo per le nuove installazioni”. Acquistare una stufa certificata, infatti, ha un costo stimato di circa 4mila euro.

“Chiediamo alla Giunta regionale di rivedere con prontezza la decisione, eliminando l’obbligo per ciò che già esiste e limitando l’obbligo stesso solo alle nuove installazioni così come fatto, per esempio, per le automobili. Non ci sembra infatti che per le auto abbiano imposto la sostituzione in toto dei veicoli inquinanti e non capiamo perché si voglia procedere in questa direzione per stufe e camini e con tanta fretta”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Lega che chiede deroghe, incentivi per la rottamazione e più tempo. Abbassare la quota altimetrica per i Comuni interessati dal provvedimento, esentare dal divieto di utilizzo di biomassa legnosa i caminetti e i focolari aperti a uso domestico-ricreativo, istituire un fondo regionale vincolato al rinnovo del parco stufe e caldaie non più a norma e concedere più tempo ai Comuni, posticipando di 30 giorni la data di decorrenza del provvedimento regionale. Queste le proposte avanzate dal Segretario nazionale della Lega Romagna Jacopo Morrone e dal consigliere regionale Massimiliano Pompignoli, all’indomani dell’incontro svoltosi in Regione Emilia Romagna per capire la natura e le ripercussioni della nuova regolamentazione per l’utilizzo dei sistemi di riscaldamento alimentati a biomassa legnosa.

Ci vuole un giusto equilibrio – commentano i due leghisti – che non riscontriamo nelle disposizioni dell’assessore all’Ambiente Gazzolo. È pacifico che vietare a un cittadino l’uso occasionale del proprio caminetto o focolare aperto per fini esclusivamente ricreativi non ha alcun senso pratico e non serve assolutamente a nulla”.

Misure Antismog 2018-2019
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