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Regione Emilia-Romagna

Torna in commissione il progetto di legge contro l’omotransnegatività

Nessuna discussione in Assemblea legislativa, almeno per il momento: le tensioni della maggioranza di centrosinistra sul progetto di legge regionale “contro l’omotransnegatività e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere” hanno riportato il testo in commissione.

Foto Cronaca Bianca - Assemblea legislativa Emilia-Romagna

Nessuna discussione in Assemblea legislativa, almeno per il momento: le tensioni della maggioranza di centrosinistra sul progetto di legge regionale “contro l’omotransnegatività e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere” hanno riportato il testo in commissione.

A favore del rinvio hanno votato il Pd (è stato lo stesso partito a proporlo), Fratelli d’Italia, Lega nord; voto contrario di Sinistra italiana, Movimento Cinque Stelle e Forza Italia.

Il testo riprenderà il suo iter domani, giovedì 11 luglio, nella commissione Parità. Allo stesso tempo alcuni consiglieri Pd hanno depositato nuovamente, dato che erano decaduti, una serie di emendamenti per contrastare la pratica della maternità surrogata. Emendamenti che hanno acquistato una firma “di peso” dato che stavolta sono stati sottoscritti anche dal consigliere e segretario regionale Pd Emilia-Romagna Paolo Calvano.

“Riportare il testo in commissione - ha detto Calvano – è un’opportunità per fare approfondimenti più efficaci, senza le strumentalizzazioni che avverrebbero qui in Aula. La commissione completerà entro pochi giorni il proprio iter e si tornerà in Aula entro fine luglio. Lo dico per rassicurare chi chiede il completamento della discussione e il completamento del testo. Perché è giusto che la nostra Regione si doti di una legge contro le discriminazioni e che lo faccia nel miglior modo possibile”.

Un progetto di legge “innovativo - ha sottolineato Giancarlo Tagliaferri di Fdi – per il linguaggio legislativo, proponendosi di combattere la negatività verso le discriminazioni: questo però presuppone una positività verso gli atteggiamenti omosessuali. Ma la nostra Costituzione ha come base una cultura diversa da quella omosessuale. O la legge quindi è inutile oppure vuole dire qualcosa di più. In questo caso, però, si pone in contrasto con la nostra Costituzione”.

Secondo Igor Taruffi (Si) “alla luce del percorso fatto in questi mesi, credo ci siano tutte le discussioni per discutere il pdl. E chi porta la responsabilità di un progetto di legge deve garantire una gestione diversa da quella avvenuta finora”.

Da Andrea Bertani (M5s) arriva la richiesta di iscrivere il pdl già nella prossima seduta d’Aula di fine luglio: “L’Assemblea si deve prendere un impegno formale e darci una data definitiva”. Proposta appoggiata anche da Taruffi. E da Silvia Piccinini (M5s), che da parte sua aveva proposto un altro pdl sempre in tema di discriminazioni per orientamento sessuale, arriva l’attacco ai dem: “Dopo aver passato anni a dire che il Movimento era nemico delle persone Lgbti, scopriamo che in realtà era solo una situazione di comodo per nascondere fratture interne al Pd. Avevo chiesto sintesi dei due progetti di legge, ma accettando anche di votare solo quello dem pur di arrivare a un testo approvato. Ora invece il testo verrà riportato in commissione, dunque depotenziato e peggiorato. Sarebbe stato meglio votarlo ora e tenerlo così com’è piuttosto che ritrovarsi con un pdl picconato, frutto di litigi interni al Pd”.

All’attacco del Movimento 5 stelle replica il capogruppo Pd Stefano Caliandro: “Siamo qui per portare la legge in commissione e portare il pdl in aula a fine luglio. Noi abbiamo già deciso da che parte stare, voi siete ostaggio dei vostri alleati di governo”.

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