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Viaggio nel borgo dello spirito, in Umbria, dove si intrecciano lavoro ed etica

Cucinelli ama definirsi custode della sua terra e della bellezza oltre che della natura, aspirazione che deriva dalle sue origini contadine

Nella foto, Borgo Solomeo da lontano

In Umbria è situato un borgo antico, Solomeo, che risale alla fine del XII secolo e la cui fama si deve a un imprenditore del fashion: Brunello Cucinelli. Fondata nel 1978, l’omonima azienda, oggi è una delle realtà italiane del settore moda più conosciute a livello mondiale, non solo per la particolarità dei suoi prodotti, realizzati in cashmere, ma anche, e in misura maggiore, per la filosofia economica che ispira il suo operato, il capitalismo umanistico.

Questa fabbrica etica ha il proprio quartier generale nella borgata di epoca medievale, restaurata appositamente per l’intenzione. La decisione di scegliere un luogo vetusto, ma con una propria storia e custode di una bellezza senza tempo, al posto di costruire un edificio moderno e senz’anima la illustra lo stesso imprenditore umbro in un’intervista che risale al 1998: “Perché piantare l’ennesimo anonimo capannone industriale in una zona commerciale e non investire nell’acquisto di questo castello in rovina per trasformarlo in una moderna ‘impresa-villaggio’, restituendo all’uso antico gli edifici di Solomeo e ridando a chi vi opera una dimensione più umana del lavoro e meno alienante della fabbrica?”.

Cucinelli ama definirsi custode della sua terra e della bellezza oltre che della natura, aspirazione che deriva dalle sue origini contadine. È proprio l’esperienza personale dell’infanzia, unita all’osservazione attenta della precarietà e degli sforzi della vita rurale, ad aver suscitato in lui il desiderio di un impiego rispettoso della “dignità morale ed economica dell’uomo”.

Non solo, anche un’assidua lettura dei classici della filosofia, come Marco Aurelio, Socrate, Platone e Kant, ha contribuito non poco alla formazione della sua personalità e del suo modo di pensare. Infatti, su di una lastra, appesa ad un muro esterno di una costruzione all’interno di Solomeo, campeggia la scritta, attribuibile al filosofo greco Socrate, che recita: “L’amore per la conoscenza riecheggia nei nostri cuori e nutre la grandezza dei pensieri”.

Per quanto riguarda la filosofia economica che anima l’azienda, quella del capitalismo umanistico, è il frutto della conciliazione tra economia ed etica dove il lecito perseguimento del profitto non contrasta con il benessere dei dipendenti. Il lavoratore “deve vivere in ambienti belli, accoglienti e funzionali; deve poter avere tempo per la propria famiglia; deve percepire un reddito adeguato ed usufruire di servizi soddisfacenti” (Bene comune e comportamenti responsabili).

L’attenzione e la cura, riservate all’anima, non devono risultare di minore importanza rispetto alla soddisfazione dei bisogni materiali della persona. Questa è una delle prerogative fondamentali seguite a Solomeo. A sancire questo impegno, un monumento eretto da poco ai piedi della piccola cittadina, il Tributo alla dignità dell’uomo, per ricordare a quanti vi si recano per visitarlo che Solomeo è un “progetto di vita e di umanità, un luogo dell’anima dove alleviare il male di vivere”.

Il contatto con la natura, poi, è un altro tratto caratteristico del luogo. Non potevano mancare ampi spazi verdi in cui circoscrivere il progetto della bellezza. Gli ultimi lavori, conclusi nel 2018 dopo quattro anni dal loro inizio, sono serviti alla creazione di tre parchi specifici: dell’Industria, dell’Oratorio laico, che contiene boschi e prati, e Agrario, che si estende su una superficie di settanta ettari con piante da frutto, ulivi, orti e vitigni.

A tratteggiare il legame intimo, che lega Solomeo allo spirito, ci pensa per l’ennesima volta Cucinelli nella sua biografia Il sogno di Solomeo. La mia vita e l’idea del capitalismo umanistico (Feltrinelli) in cui è riportato il seguente passo esplicativo: “qui trovo le cose belle e non ne trovo alcuna spiacevole. Sentii che questa era la mia patria, anzi, non la mia patria, ma […] la patria del mio animo, dove il mio animo viveva ancora prima che io venissi al mondo. Da questa serenità, ne sono convinto, è nato l’amore per questo caro borgo e il desiderio di restaurarlo, di proteggerlo, di abbellirlo. […] riprendere quel pezzo di muro stonacato, ricollocare una tegola andata fuori posto, sostituire un pezzo di gronda. In questa paziente attenzione quotidiana alcune idee sono divenute guida autorevole. Tra queste l’attrazione per la natura, per custodirla, ma anche per abbellirla con le migliaia di nuove piante che giorno dopo giorno abbiamo posto a dimora nel borgo antico”.

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