Dalla Chiesa

“Non cediamo alla rassegnazione, non mettiamo una pietra sopra la speranza”. È l'invito del Papa, nell'omelia della Veglia pasquale, sintetizzato in una parola: “Coraggio”.  Alla fine, un forte appello: “Mettiamo a tacere le grida di morte, basta guerre! Si fermino la produzione e il commercio delle armi, perché di pane e non di fucili abbiamo bisogno. Cessino gli aborti, che uccidono la vita innocente. Si aprano i cuori di chi ha, per riempire le mani vuote di chi è privo del necessario”

Dedicata ai sacerdoti, nel primo Giovedì Santo senza Messa crismale e senza il rito della lavanda dei piedi, l'omelia della Messa "nella cena del Signore", presieduta dal Papa nella basilica di San Pietro, luogo per tutti i riti pasquali a causa della pandemia di Covid-19. "Oggi vorrei essere vicino a tutti i sacerdoti", dice Francesco

Una recita collettiva del Santo rosario. La propongono per questa sera i media cattolici, d'intesa con la Segreteria generale della Conferenza episcopale italiana. L'appuntamento per i fedeli, le famiglie e le comunità religiose è alle 21 su Tv2000 (canale 28), sulle radio del circuito InBlu oltre che in diretta Facebook

Nella Messa a Santa Marta, il Papa ricorda la persecuzione che ha subito Gesù e prega per le persone che soffrono l'accanimento con sentenze ingiuste. Nell'omelia, commentando il tradimento di Giuda e il rinnegamento di Pietro, invita a chiedere la grazia di perseverare nel servizio, nonostante le nostre cadute

Nella Messa a Santa Marta di questa mattina, Francesco parla dei carcerati e del problema del sovraffollamento. E dei poveri: "Quando Gesù dice: “I poveri li avete sempre con voi”, vuol dire: “Io, sarò sempre con voi nei poveri. Sarò presente lì”. E questo non è fare il comunista, questo è il centro del Vangelo: noi saremo giudicati su questo"

Nella Messa a Santa Marta, Francesco pensa alla povertà, alla disoccupazione e alla fame che saranno provocati dalla pandemia di coronavirus e prega per chi già adesso cerca di porvi rimedio. Nell'omelia, ha ricordato l'Addolorata, invitando a ringraziarla perchè ha accettato di essere Madre