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Coronavirus

Cardinale Bassetti dimesso dal "Gemelli" di Roma, torna a Perugia

Convalescenza terminata per il presidente della Cei. Un grazie a operatori sanitari e della comunicazione, “angeli custodi” durante la malattia.

(foto SIR/Marco Calvarese)

Il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha lasciato ieri il Policlinico universitario "Agostino Gemelli" di Roma, dove si trovava ricoverato dal 19 novembre. Nel far ritorno a Perugia, ha voluto ringraziare, con un messaggio, quanti si sono presi cura di lui, in modo particolare gli operatori sanitari e della comunicazione, chiamati “angeli”.

“Ho sentito l’arsura, la fatica di respirare, la lotta del mio corpo per respingere l’infezione”, confida il presidente della Cei che definisce quelli della malattia “momenti difficili per me”, così come “per chiunque si trovi in una condizione di sofferenza e veda minacciata la propria vita”.

“I giorni che ho vissuto in ospedale per via del Covid-19 sono stati un po’ come quelli di Gesù del deserto”, osserva il presidente della Cei facendo riferimento al brano del Vangelo. Si tratta di un episodio, rileva, “che mi ha sempre affascinato ma anche un po’ intimorito”. “Ho sempre pensato - continua - che deve essere stato un tempo duro: il Vangelo tiene a precisare che il Figlio di Dio ‘stava con le bestie selvatiche’. Ho immaginato che si sia trattato di un tempo di solitudine profonda e di senso di abbandono, in cui avrà pensato alla sua vita passata e avrà sperato ancora in una vita futura bella”. Ma il Vangelo, afferma il presidente della Cei, “aggiunge anche che ‘gli angeli lo servivano’” e questo significa che Gesù “non era affatto solo: ha sentito intorno a sé la presenza di forze buone, che gli trasmettevano la vicinanza di Dio”. In ospedale, conclude, “posso testimoniare di avere sentito la compagnia di alcuni angeli, che mi hanno ricordato quelli che erano al fianco di Gesù”.

“Gli operatori sanitari, dai medici agli infermieri, che si sono presi cura di me prima a Perugia e poi a Roma” sono stati, spiega, “angeli custodi professionali e amabili”. Insieme a loro, il presidente della Cei ha reso omaggio ad “altri angeli: gli operatori della comunicazione”. “Nella Bibbia, l’angelo è il messaggero”, ricorda il cardinale che dice di essersi “sentito custodito da persone, che erano attente alla mia persona prima ancora che al mio ruolo, che hanno raccontato un uomo malato prima ancora che la malattia di un cardinale”.

“Grazie a questa loro attenzione ho sentito vicina la presenza di tante persone che hanno pregato per me”, sottolinea il presidente della Cei esortando gli operatori dei media a “cercare i semi di speranza sparsi nella quotidianità per costruire una società più bella, fondata sulla fraternità”. “Il Signore - è la preghiera del cardinale - benedica questi angeli, che sanno servire la verità con carità”.

Fonte: Sir
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