Ddl Zan
Ddl Zan, monsignor Vincenzo Paglia su Famiglia Cristiana
«Va corretto, alla Chiesa sta a cuore la libertà di tutti»
«Il disegno di legge affronta un tema reale. Ci sono troppi atteggiamenti di discriminazione fondati sul sesso. La Chiesa, che non è mai rimasta indifferente, vuole contribuire a combattere ogni abuso. Non si tratta di promuovere le libertà solo dei cattolici, ma di tutti. Il ddl appare più come un “manifesto” che come una legge. Va corretto».
In un’intervista che Famiglia Cristiana pubblica nel numero in edicola, monsignor Vincenzo Paglia, 76 anni, presidente della Pontificia accademia per la vita, ragiona delle norme contenute nel testo preparato dall’onorevole Alessandro Zan e delle polemiche degli ultimi giorni quando, dopo la nota verbale del 17 giugno, accusata di indebita ingerenza, la Chiesa - appoggiata da illustri giuristi – aveva replicato dicendosi mossa dal desiderio di difendere la libertà d'opinione sua e di tutti, a tutela della propria azione pastorale.
«La Chiesa ha un patrimonio di sapienza che viene da Dio e che deve proporre», sottolinea monsignor Paglia. «Ci sono ancora Paesi dove si viene discriminati se si è omosessuali o transessuali. Noi condanniamo tutto questo e ci adoperiamo perché nessuno sia discriminato. In Italia mi pare importante lavorare a livello di mentalità. Bullismo e razzismo a causa dell’orientamento sessuale si combattono anzitutto con un forte impegno educativo. Non basta una legge. Tanto più se è scritta male. C’è bisogno anche di un’alleanza tra istituzioni pubbliche, agenzie formative, famiglie, associazionismo. È urgente un confronto sereno, aperto, plurale».
Come si concilia l’insegnamento della Chiesa con i nuovi diritti nascenti? «L’idea di una Chiesa del “no” è falsa», risponde il presidente della Pontificia accademia per la vita. «È scorretto pensare che siamo contro i diritti. Non è vero neppure che ci sia stata, nella storia, una pura contrapposizione fra chi si è eretto a paladino dei diritti dei singoli e dell’umanità e una Chiesa che imponeva solo divieti tesi a soffocare le libertà individuali. La Chiesa da sempre è preoccupata di salvaguardare la dignità di tutti. Per questo, per esempio, la piaga degli abusi sessuali provoca uno scandalo ancora maggiore, se i colpevoli sono dei preti: dalla Chiesa ci si aspetta il massimo del rispetto dell’altro. Ma dobbiamo stare attenti a non moltiplicare all’infinito i diritti individuali senza il contrappeso dei doveri. Si rischia altrimenti di metter in pericolo la pacifica convivenza civile».
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