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Papa Francesco: “I comandamenti aiuto all’incontro con Cristo”

Durante l’udienza generale di questa mattina nell’Aula Paolo VI, il Pontefice ha continuato il ciclo di catechesi sulla lettera ai Galati dell’apostolo Paolo con la sua meditazione incentrata sul tema “Il valore propedeutico della Legge”

Foto SIR/Marco Calvarese

Un “prima” e un “dopo” nei confronti della Legge, a partire dalla fede in Cristo, dalla sua venuta. Una cesura tra la storia precedente, “determinata dall’essere ‘sotto la Legge’” e quella successiva che “va vissuta seguendo lo Spirito Santo”. L’ha indicata papa Francesco durante l’udienza generale di questa mattina nell’Aula Paolo VI, in cui ha continuato il ciclo di catechesi sulla lettera ai Galati dell’apostolo Paolo con la sua meditazione incentrata sul tema “Il valore propedeutico della Legge”. “L’apostolo sembra suggerire ai cristiani di dividere la storia della salvezza, e anche la sua storia personale, in due momenti – ha osservato il Pontefice -: prima di essere diventati credenti in Cristo Gesù e dopo avere ricevuto la fede. Al centro si pone l’evento della morte e risurrezione di Gesù, che Paolo ha predicato per suscitare la fede nel Figlio di Dio, fonte di salvezza. Siamo giustificati per la gratuità in Cristo Gesù”.

Sotto la Legge. Soffermandosi poi sull’espressione utilizzata da Paolo (“essere sotto la Legge”), il Papa ha spiegato che “il significato sotteso comporta l’idea di un asservimento negativo, tipico degli schiavi”. “L’apostolo lo esplicita dicendo che quando si è ‘sotto la Legge’ si è come dei ‘sorvegliati’ e dei ‘rinchiusi’, una specie di custodia preventiva. Questo tempo, dice San Paolo, è durato a lungo, da Mosè alla venuta di Gesù, e si perpetua finché si vive nel peccato”. Continuando la riflessione sulla relazione tra Legge e peccato, il Pontefice ha citato la Lettera ai Romani: “In sintesi, la Legge porta a definire la trasgressione e a rendere le persone consapevoli del proprio peccato. Anzi, come insegna l’esperienza comune, il precetto finisce per stimolare la trasgressione”.

La Legge come Pedagogo. Nella sua meditazione, il Papa poi ha fatto riferimento al ruolo pedagogico della Legge e lo ha associato alla Torah. Francesco ha ricordato come “nel sistema scolastico dell’antichità il pedagogo non aveva la funzione che oggi noi gli attribuiamo”, vale a dire quella di “sostenere l’educazione di un ragazzo o di una ragazza”. “All’epoca, si trattava invece di uno schiavo che aveva l’incarico di accompagnare dal maestro il figlio del padrone e poi riportarlo a casa. Doveva così proteggerlo dai pericoli e sorvegliarlo perché non assumesse comportamenti scorretti. La sua funzione era piuttosto disciplinare”.

“La Legge è il Pedagogo che porta a Gesù”.

Allo stesso modo la Torah “aveva avuto delle funzioni restrittive, ma nello stesso tempo aveva protetto il popolo, lo aveva educato, disciplinato e sostenuto nella sua debolezza”, ha osservato il Papa. Che ha indicato “la convinzione dell’Apostolo”, cioè che “la Legge possiede certamente una sua funzione positiva, ma limitata nel tempo”. “Non si può estendere la sua durata oltre misura, perché è legata alla maturazione delle persone e alla loro scelta di libertà – ha aggiunto Francesco -. Una volta che si giunge alla fede, la Legge esaurisce la sua valenza propedeutica e deve cedere il posto a un’altra autorità”. Quindi, Francesco ha indicato alcuni interrogrativi: Questo cosa vuol dire? Che è finita la Legge?

“no, che i comandamenti ci sono, ma ci giustifica Gesù Cristo. L’incontro con Lui ci giustifica gratuitamente. I comandamenti vanno osservati ma come aiuto all’incontro con Cristo”.

L’estate occasione per consolidare i rapporti familiari. Salutando i fedeli di lingua francese, il Papa ha augurato loro che “questo tempo estivo sia per ciascuno l’occasione di dedicare del tempo per consolidare i rapporti familiari e di amicizia, e per rigenerare la vita spirituale, approfondendo il dialogo con il Signore”. “Questi giorni estivi di pace e tranquillità siano per voi e per le vostre famiglie un tempo propizio di grazia e di rinnovamento spirituale”, ha aggiunto il Pontefice, rivolgendosi ai pellegrini di lingua inglese. “Ringraziamo il Signore per questo tempo di ferie, occasione per dedicare più tempo ai nostri cari”, ha poi ribadito Francesco ai fedeli di lingua tedesca.

Fonte: Sir
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