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nell'aula paolo VI

Papa Francesco: "Pregare non è parlare a Dio come un pappagallo”

Questa mattina si è tenuta la catechesi del Pontefice dedicata al Padre nostro, nel corso della prima Udienza generale del 2019

Foto SIR/Marco Calvarese

“Dio non vuole essere ‘domato’ con lunghe adulazioni, come fanno i pagani per catturare la benevolenza della divinità”. Lo ha detto papa Francesco questa mattina, nei saluti ai pellegrini di lingua spagnola, dopo la catechesi dedicata al Padre nostro, nel corso dell’Udienza generale nell’Aula Paolo VI, la prima del 2019.

Durante la catechesi il Pontefice ha spiegato come "Gesù introduce l’insegnamento della preghiera del “Padre nostro”. Lo fa prendendo le distanze da due gruppi del suo tempo. Anzitutto gli ipocriti". "C’è gente - ha detto il Papa - che è capace di tessere preghiere atee, senza Dio: lo fanno per essere ammirati dagli uomini”. “Quante volte – ha detto a braccio – noi vediamo lo scandalo di quelle persone che vanno in chiesa e stanno tutta la giornata lì e poi vivono odiando gli altri o parlando male della gente. Ma allora è meglio non andare in chiesa”. La preghiera cristiana, invece, “non ha altro testimone credibile che la propria coscienza, dove si intreccia intensissimo un continuo dialogo con il Padre".

Il secondo gruppo da cui Gesù prende le distanze è quello dei "pagani". Il Pontefice ha ricordato la scena del Monte Carmelo con il profeta Elia e i sacerdoti di Baal, che “gridavano, ballavano e chiedevano tante cose perché il loro Dio li ascoltasse, invece Elia stava zitto. E il Signore si rivelò a Elia”. “I pagani pensano – ha spiegato il Papa – che parlando, parlando, parlando Dio ascolta”, ma pregare non è "parlare a Dio come un pappagallo", ha osservato a braccio. “Tu invece – dice Gesù –, quando preghi, rivolgiti a Dio come un figlio a suo padre, il quale sa di quali cose ha bisogno prima ancora che gliele chieda. Potrebbe essere anche una preghiera silenziosa, il ‘Padre nostro’: basta in fondo mettersi sotto lo sguardo di Dio, ricordarsi del suo amore di Padre, e questo è sufficiente per essere esauditi”. “È bello pensare – ha concluso il Santo Padre – che il nostro Dio non ha bisogno di sacrifici per conquistare il suo favore! Non ha bisogno di niente, il nostro Dio: nella preghiera chiede solo che noi teniamo aperto un canale di comunicazione con Lui per scoprirci sempre suoi figli amatissimi. E Lui ci ama tanto”.

Al termine dell'udienza si sono esibiti, davanti a un divertito papa Francesco, artisti del circo di Cuba, con danze ed esercizi acrobatici. “Con il loro spettacolo portano bellezza, una bellezza che ci vuole tanto sforzo, allenamento per farlo. La bellezza sempre eleva il cuore, ci fa più buoni a tutti, ci porta alla bontà, ci porta a Dio. Grazie tante”, ha affermato il Santo Padre, salutandoli.

Nei saluti in italiano ha ricordato: “Domenica prossima celebreremo la solennità dell’Epifania del Signore. Come i Magi, alziamo anche noi lo sguardo verso il cielo; solo così riusciremo a vedere la stella che ci invita a percorrere le strade del bene. Buon anno a tutti”.

Fonte: Sir
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