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Papa Francesco: all’Angelus, “il consumismo ci ha sequestrato il Natale. Anziché lamentarci, facciamo qualcosa per chi ha di meno”

Dal Papa poi l’invito ai fedeli a non cedere alla “catena dei domani”. “Quante volte la nostra vita è fatta di rinvii. Oggi, alle porte del Natale, Maria ci invita a non rimandare, a dire ‘sì’: ‘Devo pregare?’. ‘Sì, e prego’. ‘Devo aiutare gli altri? Sì’. Come farlo? Lo faccio. Senza rimandare”

Foto archivio SIR/Marco Calvarese

“In questo tempo difficile, anziché lamentarci di quello che la pandemia ci impedisce di fare, facciamo qualcosa per chi ha di meno: non l’ennesimo regalo per noi e per i nostri amici, ma per un bisognoso a cui nessuno pensa”. Lo ha detto Papa Francesco durante l’Angelus pronunciato ieri dalla finestra dello studio del Palazzo apostolico vaticano. Distanziate le persone presenti in piazza San Pietro, per ascoltarlo. Il Pontefice, ripercorrendo il racconto dell’Annunciazione, ha evidenziato che l’espressione verbale utilizzata da Maria per dire il suo “eccomi” all’Angelo indica “un desiderio forte, indica la volontà che qualcosa si realizzi”. “Non esprime un’accettazione debole e remissiva, esprime un desiderio forte, un desiderio vivo. Non subisce Dio, aderisce a Dio. È un’innamorata disposta a servire in tutto e subito il suo Signore”.

Dal Papa poi l’invito ai fedeli a non cedere alla “catena dei domani”. “Quante volte la nostra vita è fatta di rinvii. Oggi, alle porte del Natale, Maria ci invita a non rimandare, a dire ‘sì’: ‘Devo pregare?’. ‘Sì, e prego’. ‘Devo aiutare gli altri? Sì’. Come farlo? Lo faccio. Senza rimandare”. Francesco ha rivolto un altro consiglio ai fedeli: “Perché Gesù nasca in noi, prepariamo il cuore: andiamo a pregare”. “Non lasciamoci ‘portare avanti’ dal consumismo”, è il monito del Papa. Che ha denunciato: “Il consumismo, fratelli e sorelle, ci ha sequestrato il Natale”. “Il consumismo non è nella mangiatoia di Betlemme: lì c’è la realtà, la povertà, l’amore. Prepariamo il cuore come ha fatto Maria: libero dal male, accogliente, pronto a ospitare Dio – ha concluso Francesco -. Se la nascita di Gesù non tocca la vita nostra, passa invano”.

“La pandemia di Coronavirus ha causato un particolare disagio ai lavoratori marittimi. Molti di loro – si calcola circa 400.000 in tutto il mondo – sono bloccati sulle navi oltre i termini dei loro contratti e non possono tornare a casa”. Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’Angelus pronunciato ieri dalla finestra dello studio del Palazzo apostolico vaticano. “Chiedo alla Vergine Maria, Stella Maris, di confortare queste persone e tutti quelli che vivono situazioni di difficoltà, ed esorto i governi a fare il possibile perché possano ritornare tra i loro cari”, ha aggiunto.

Il Pontefice ha poi ricordato che quest’anno la mostra “100 Presepi” è allestita sotto il Colonnato, in piazza San Pietro. “Sono tanti presepi che svolgono proprio una catechesi della fede al popolo di Dio. Vi invito a visitare i presepi sotto il Colonnato, per capire come la gente cerca con l’arte di far vedere come è nato Gesù. I presepi che sono sotto il Colonnato sono una grande catechesi della nostra fede”.

Infine, un saluto a romani e pellegrini di vari Paesi, famiglie, gruppi parrocchiali, associazioni e singoli fedeli. “Il Natale, ormai vicino, sia per ciascuno occasione di rinnovamento interiore, di preghiera, di conversione, di passi avanti nella fede e di fraternità tra noi”. Dal Papa l’invito a guardare soprattutto a quanti sono nell’indigenza, “il fratello che soffre, dovunque si trovi, il fratello che soffre ci appartiene”. “È Gesù nella mangiatoia: chi soffre è Gesù. E il Natale sia una vicinanza a Gesù in questo fratello e in questa sorella. È lì, nel fratello bisognoso, il presepe al quale dobbiamo recarci con solidarietà”.

Fonte: Sir
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Papa Francesco: all’Angelus, “il consumismo ci ha sequestrato il Natale. Anziché lamentarci, facciamo qualcosa per chi ha di meno”
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