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Papa Francesco e la preghiera dell'Ave Maria su Tv2000

Il Pontefice risponde alle domande di don Marco Pozza per il programma ‘Ave Maria’ in onda dal 16 ottobre in prima serata

Foto di Gianluca Gasbarri per Tv2000

Papa Francesco racconta il mistero di Maria con le parole della preghiera più amata nella conversazione con don Marco Pozza, teologo e cappellano del carcere di Padova, trasmessa nel programma ‘Ave Maria’ in onda su Tv2000 dal 16 ottobre ogni martedì in prima serata. L’anteprima è stata presentata stamane alla Filmoteca Vaticana, alla presenza dell’Assessore del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, monsignor Dario E. Viganò, del direttore di Tv2000, Vincenzo Morgante, di don Marco Pozza e della responsabile editoriale Saggistica della casa editrice Rizzoli, Manuela Galbiati.

“La Madonna – ha detto il Papa - è una ragazza normale, è una ragazza di oggi, una ragazza non posso dire di città perché lei non era nella città, ma in un paesino, normale, educata normalmente, aperta a sposarsi, a fare una famiglia”. E ancora: "C’è una cosa della Madonna che immagino – ha proseguito il Papa - amava le scritture, conosceva le scritture, una ragazza che aveva fatto la catechesi ma dal cuore". "Qualsiasi donna di questo mondo – ha affermato Francesco - può dire ‘ma io posso imitare Maria’, perché è normale. Anche il suo matrimonio verginale, casto, è stato un matrimonio normale: lavoro, fare le spese, fare le cose della casa, educare il figlio, aiutare il marito”.

Dall’incontro, dalle parole e dalle risposte del Papa a don Marco è stato realizzato anche il libro ‘Ave Maria’ di Papa Francesco edito dalla Rizzoli e dalla Libreria Editrice Vaticana, in uscita in Italia il 9 ottobre.

Il programma, nato dalla collaborazione tra il Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede e Tv2000 come avvenuto lo scorso anno per ‘Padre Nostro’, è strutturato in undici puntate, nel corso delle quali don Marco incontra noti personaggi laici del mondo della cultura e dello spettacolo: Sonia Bergamasco, Michelle Hunziker, Cristiana Capotondi, Carla Signoris, Cristina Parodi, Cristina Comencini, Letizia Moratti, Luisa Muraro, Noa e Federica Angeli. All’interno di ciascuna puntata viene raccontato un aspetto della maternità attraverso storie di madri, figli, mariti, religiose e artisti. Ogni puntata è aperta dalle parole del Papa; l’intervista integrale di don Marco a Francesco verrà trasmessa domenica 23 dicembre in prima serata. “La santità di Maria – ha aggiunto Papa Francesco - è facile dirla; non capirla ma dirla. È la pienezza dello Spirito Santo in sé. È lo Spirito Santo che la riempì, lei è conseguente con quello”. Il Pontefice interviene anche sul concetto della “classe media della santità”. “Non è mia. L’ho rubata a uno scrittore francese, Joseph Malègue. È lui che ha osato dire: ‘Lo scandalo e la difficoltà non è capire se Dio esiste, ma capire che Dio si è fatto Cristo’. Questo è lo scandalo. E la Madonna è lì al centro dello scandalo. La santità è al centro di questo scandalo. Tu non puoi capire la santità senza capire questo scandalo: che Dio si è fatto Cristo, cioè unto, uomo come noi”. “Maria”, ha sottolineato ancora il Papa, “era inquieta. E non si può capire la santità senza inquietudine”.

Su Giuseppe il Papa ha detto: “È stato lo sposo. Lei mai ha detto a Giuseppe ‘Io sono la mamma di Dio, tu sei l’impiegato di Dio’. ‘Tu sei il mio sposo. Io sono vergine’. Giuseppe è vergine, ‘ma tu sei il mio sposo’. Sottomessa al suo sposo come era la cultura del suo tempo. Gli faceva da mangiare, parlava con lui, parlavano del figlio, hanno condiviso l'angoscia quando il bambino a 12 anni è rimasto a Gerusalemme. E lei ascoltava Giuseppe e obbediva a Giuseppe. Le grandi decisioni le prendeva Giuseppe, era normale in quel tempo. Tante volte in sogno riceveva i messaggi di Dio. Lei è la piena di grazia, lui è il giusto. L’uomo osservante della parola di Dio, giusto. Bella coppia”.

Papa Francesco nel dialogo con don Marco ha poi risposto a una domanda sulle mamme di Plaza de Mayo: “A una mamma che ha sofferto quello che hanno sofferto le mamme di Plaza de Mayo io permetto tutto. Le permetto di dire tutto, perché non si può capire qual è il dolore di una mamma. Alle volte tu senti ‘ma io almeno io vorrei vedere il corpo del mio figlio, avere le ossa, sapere dove è stato sepolto’... Le è stato strappato il figlio e buttato; è un’esperienza molto forte, quando a una donna le strappano il figlio. C’è una memoria che io chiamo memoria materna che è anche fisica, è una memoria di carne e ossa. Anche in questa memoria si può spiegare l’angoscia. Tante volte dicono ‘ma dov’era la Chiesa che in quel momento non ci ha difeso’. Io sto zitto, le accompagno. La disperazione di una mamma di Plaza de Mayo è terribile. Dobbiamo accompagnare e rispettare il dolore, prenderle per mano”.

“Abbiamo perso la capacità di amare – ha ribadito il Papa - abbiamo perso la memoria del carezzare, la memoria della tenerezza e oggi ci vuole la rivoluzione della tenerezza”. “Un dialogo intenso e sincero tra don Marco e il Papa – ha detto monsignor Viganò - su una preghiera, quella dell’Ave Maria, che ci aiuta a conoscere sempre più Gesù. Basta ricordare come a Cana di Galilea, a fronte della mancanza di vino, Maria non ha detto ‘ci penso io’, ma ha detto ‘fate quello che vi dirà’. Il progetto nasce dalla collaborazione, come lo scorso anno con il dialogo sul Padre Nostro, tra Tv2000, Vatican Media e la LEV che, insieme a Rizzoli hanno realizzato un volume che è già stato tradotto già in molte lingue”.

“Papa Francesco nel dialogo con Don Marco – ha sottolineato il direttore di Tv2000, Vincenzo Morgante – descrive più volte Maria come una donna normale. Ed è proprio questa normalità la forza del programma ‘Ave Maria’. Una preghiera che ogni giorno nel mondo viene recitata da milioni di credenti e non solo. Le parole del Papa colpiscono per la loro profondità e dolcezza. Ci invitano alla preghiera semplice ma profonda, genuina, senza filtri. Oggi la televisione ci offre spesso un consumo veloce quello ‘del tutto e subito’ legato al successo. Si fa televisione solo per fare ascolti. Con questo programma abbiamo voluto invece mettere in ascolto il telespettatore attraverso le parole di Papa Francesco e le storie di vita di tutti gli altri personaggi. Un compito non facile. Ho ereditato questo progetto da Paolo Ruffini e con entusiasmo lo porto avanti continuando a camminare sulla strada della qualità. Un grazie sincero a don Marco e a tutto lo staff per la passione con cui hanno realizzato tutto il programma. E un ringraziamento speciale al Vescovo di Roma per averci fatto questo dono speciale”.

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