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Angelus

Papa Francesco prega per le vittime delle inondazioni in Messico

Il Pontefice ha invitato a “servire coloro che hanno bisogno di ricevere e non hanno da restituire”

foto archivio Vatican Media/SIR

“Servire non ci fa diminuire, ma ci fa crescere. E c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Ad assicurarlo è stato il Papa, durante l’Angelus di ieri, commentando l’imperativo di Gesù: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. Con questa frase, per Francesco, “il Signore inaugura un capovolgimento: rovescia i criteri che segnano che cosa conta davvero. Il valore di una persona non dipende più dal ruolo che ricopre, dal successo che ha, dal lavoro che svolge, dai soldi in banca; no, no, non dipende da quello; la grandezza e la riuscita, agli occhi di Dio, hanno un metro diverso: si misurano sul servizio. Non su quello che si ha, ma su quello che si dà. Vuoi primeggiare? Servi. Questa è la strada”.

“Se vogliamo seguire Gesù, dobbiamo percorrere la via che Lui stesso ha tracciato, la via del servizio”, il monito del Papa. “E questo, lo sappiamo, costa, perché ‘sa di croce’. Ma, mentre crescono la cura e la disponibilità verso gli altri, diventiamo più liberi dentro, più simili a Gesù. Più serviamo, più avvertiamo la presenza di Dio. Soprattutto quando serviamo chi non ha da restituirci, i poveri, abbracciandone le difficoltà e i bisogni con la tenera compassione: e lì scopriamo di essere a nostra volta amati e abbracciati da Dio”. “Servire coloro che hanno bisogno di ricevere e non hanno da restituire”, l’esortazione di Francesco. “Accogliendo chi è ai margini, trascurato, accogliamo Gesù. E in un piccolo, in un povero che serviamo riceviamo anche noi l’abbraccio tenero di Dio”.

“Sono vicino alle vittime delle inondazioni avvenute nello Stato di Hidalgo, in Messico, specialmente ai malati morti nell’ospedale di Tula e ai loro familiari”. Così il Papa, al termine dell’Angelus. “Desidero assicurare la mia preghiera per le persone che sono ingiustamente trattenute in Paesi stranieri”, l’appello di Francesco. “Ci sono purtroppo vari casi, con cause diverse e a volte complesse. Auspico che, nel doveroso adempimento della giustizia, queste persone possano al più presto tornare in patria”. Il pensiero del Papa, infine è andato “a quanti sono radunati al Santuario di La Salette, in Francia, nel ricordo del 175° anniversario dell’apparizione della Madonna, che si mostrò in lacrime a due ragazzi. Le lacrime di Maria fanno pensare a quelle di Gesù su Gerusalemme e alla sua angoscia nel Getsemani. Sono un riflesso del dolore di Cristo per i nostri peccati e un appello sempre attuale ad affidarsi alla misericordia di Dio”.

Fonte: Sir
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