VIAGGIO APOSTOLICO
Papa a Timor-Leste incontra i bambini disabili: “Dobbiamo imparare a lasciarci curare da Dio”
Bergoglio celebra Messa a Taci Tolu: “Non abbiamo paura di rivedere i nostri programmi”
“Dobbiamo imparare a lasciarci curare. Lasciarsi curare da Dio, che ci ama tanto; lasciarsi curare dalla Madonna, che è nostra Madre”. Il Papa ha concluso con queste parole, a braccio, l’incontro oggi con i bambini con disabilità nella scuola “Irmas Alma”, nel secondo giorno della tappa del suo viaggio apostolico a Timor-Leste.
“C’è una cosa che sempre mi fa pensare”, ha rivelato: “quando Gesù parla del giudizio finale, dice ad alcuni: ‘Venite con me’, ma non dice: ‘Venite con me perché siete stati battezzati, perché siete stati cresimati, perché vi siete sposati in Chiesa, perché non avete detto menzogne, perché non avete rubato’. No. ‘Venite con me perché vi siete presi cura di me quando avevo fame e mi avete dato da mangiare, quando avevo sete e mi avete dato da bere, quando ero malato e mi avete visitato’, e così via”.
“Questo lo chiamo il sacramento dei poveri”, ha spiegato Francesco: “Un amore che incoraggia, che costruisce e che rafforza”. “E questo è ciò che si trova qui: amore”, l’omaggio ai presenti: “Senza amore questo non si capisce. E così comprendiamo l’amore di Gesù che ha dato la sua vita per noi. Non possiamo capire l’amore di Gesù se non ci mettiamo a praticare l’amore. Condividere la vita con le persone che hanno più bisogno è un programma, un vostro programma, è un programma di ogni cristiano. Voglio ringraziarvi per quello che fate; e voglio ringraziare anche le bambine e i bambini, i ragazzi e le ragazze che ci danno la testimonianza di lasciarsi curare. Perché loro insegnano a noi come dobbiamo lasciarci curare da Dio. Lasciarci curare da Dio e non da tante idee, o progetti, o capricci. Lasciarci curare da Dio. E loro sono i nostri maestri. Grazie a voi per questo!”.
“Non abbiamo paura di farci piccoli davanti a Dio, e gli uni di fronte agli altri, di perdere la nostra vita, di donare il nostro tempo, di rivedere i nostri programmi”. Lo ha chiesto poi il Papa ai fedeli radunati nella spianata di Taci Tolu per la Messa nella sua seconda giornata di permanenza nel Paese. “Non abbiamo paura di ridimensionare quando necessario anche i nostri progetti, non per sminuirli, ma per renderli ancora più belli attraverso il dono di noi stessi e l’accoglienza degli altri”, l’invito di Francesco.
Poi il riferimento a “due bellissimi monili tradizionali di questa terra: il Kaibauk e il Belak”, tutti e due di metallo prezioso, simbolo rispettivamente della “forza e tenerezza di Pare e di Madre”. “Così il Signore manifesta la sua regalità, fatta di carità e di misericordia”, ha commentato il Papa: “E allora chiediamo insieme, in questa Eucaristia, ciascuno di noi, come uomini e donne, come Chiesa e come società, di saper riflettere nel mondo la luce forte e tenera del Dio dell’amore”.
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