viaggio apostolico
Papa in Papua Nuova Guinea alle autorità: “valorizzare le risorse naturali e umane per uno sviluppo sostenibile ed equo”
“L’abbondanza dei beni materiali, senza il respiro dell’anima, non basta a dar vita a una società vitale e serena, laboriosa e gioiosa, anzi, la fa ripiegare su sé stessa”, ha aggiunto il Pontefice
“Favorire ogni iniziativa necessaria a valorizzare le risorse naturali e umane, in modo tale da dar vita a uno sviluppo sostenibile ed equo, che promuova il benessere di tutti, nessuno escluso”. È l’appello del Papa, nel suo primo discorso in Papua Nuova Guinea, che visita per la prima volta. “Questi beni sono destinati da Dio all’intera collettività e, anche se per il loro sfruttamento è necessario coinvolgere più vaste competenze e grandi imprese internazionali, è giusto che nella distribuzione dei proventi e nell’impiego della mano d’opera si tengano nel dovuto conto le esigenze delle popolazioni locali, in modo da produrre un effettivo miglioramento delle loro condizioni di vita”, l’appello di Francesco da Port Moresby, durante l’incontro con le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico. “Nella vostra patria, un arcipelago con centinaia di isole, si parlano più di ottocento lingue, in corrispondenza ad altrettanti gruppi etnici”, ha detto Francesco, secondo il quale “questa ricchezza ambientale e culturale rappresenta al tempo stesso una grande responsabilità, perché impegna tutti, i governanti insieme ai cittadini, a favorire ogni iniziativa necessaria a valorizzare le risorse naturali e umane, in modo tale da dar vita a uno sviluppo sostenibile ed equo, che promuova il benessere di tutti, nessuno escluso, attraverso programmi concretamente eseguibili e mediante la cooperazione internazionale, nel mutuo rispetto e con accordi vantaggiosi per tutti i contraenti”.
Prosegue il Papa nel suo primo discorso in Papua Nuova Guinea, rivolto alle autorità, alla società civile e al Corpo diplomatico: “L’abbondanza dei beni materiali, senza il respiro dell’anima, non basta a dar vita a una società vitale e serena, laboriosa e gioiosa, anzi, la fa ripiegare su sé stessa”.
“L’aridità del cuore le fa perdere l’orientamento e dimenticare la giusta scala dei valori; le toglie slancio e la blocca fino al punto – come accade in alcune società opulente – che essa smarrisce la speranza nell’avvenire e non trova più ragioni per trasmettere la vita e la fede alle generazioni future”, ha spiegato Francesco, secondo il quale “è necessario orientare lo spirito verso realtà più grandi; occorre che i comportamenti siano sostenuti da una forza interiore, che li metta al riparo dal rischio di corrompersi e di perdere lungo la strada la capacità di riconoscere il significato del proprio operare e di eseguirlo con dedizione e costanza”. “Anche se a volte ce ne dimentichiamo – ha ricordato il Papa – l’essere umano ha bisogno, oltre che del necessario per vivere, di una grande speranza nel cuore, che lo faccia vivere bene, gli dia il gusto e il coraggio di intraprendere progetti di ampio respiro e gli consenta di elevare lo sguardo verso l’alto e verso vasti orizzonti”.
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