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Pubblicato il rapporto sull’efficacia del Vaticano nella lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo

Il buon voto di Moneyval, con cinque giudizi di efficacia “sostanziale” e sei di “moderata”. In nessun caso l’efficacia è stata giudicata “bassa”

Carmelo Barbagallo

Con un comunicato stampa la Santa Sede fa sapere di accogliere con soddisfazione il Rapporto Moneyval pubblicato in data odierna e l’incoraggiamento a proseguire sulla strada intrapresa. Con il riconoscimento della efficacia delle misure adottate da tutti gli organismi coinvolti nel contrasto del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo, le Autorità della Santa Sede assicurano il proprio impegno nel continuare il percorso di piena conformità ai migliori parametri internazionali e, a tale fine, valuteranno con attenzione le raccomandazioni contenute nel Rapporto.

A tal proposito pubblichiamo l'intervista di Vatican News al presidente dell’Asif (Autorità di supervisione e informazione finanziaria) Carmelo Barbagallo che ha guidato la delegazione vaticana durante il processo di valutazione.

Per la prima volta Moneyval si esprime sull’efficacia della lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo messo in atto dalla Santa Sede e dallo Stato della Città del Vaticano. La valutazione che emerge dal rapporto appena pubblicato è positiva: la giurisdizione vaticana ha infatti ottenuto cinque giudizi di efficacia “sostanziale” e sei di efficacia “moderata”; in nessun caso è stato espresso un giudizio di efficacia “bassa”.

Presidente, può innanzitutto spiegare che cos’è il rapporto Moneyval?
Il rapporto di “valutazione reciproca” di Moneyval è un documento di oltre 200 pagine molto importante in quanto in un certo senso “certifica” periodicamente il rispetto dei principali standard internazionali nella lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo (CR/FT) da parte delle giurisdizioni nazionali che ne fanno parte (oltre trenta). Ricordo che Moneyval è un organo di controllo permanente del Consiglio d’Europa e che la Santa Sede/Stato Città del Vaticano ne fa parte dal 2011. Al fine di facilitare la “lettura” del rapporto sono state predisposte alcune schede sintetiche, pubblicate su questo sito.

Quali aspetti sono trattati nel rapporto appena pubblicato?
Per valutare l’adeguatezza dei sistemi nazionali nella prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, Moneyval esamina, in generale, due aspetti: conformità tecnica ed efficacia, applicando una metodologia assai puntuale e rigorosa, elaborata dal Gafi, che è l’organismo intergovernativo al quale aderiscono circa 200 tra Paesi e giurisdizioni, e che ha la responsabilità a livello mondiale per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo.

Può specificare meglio le differenze tra questi due profili valutativi?
Certamente. La conformità tecnica attiene alla coerenza con gli standard internazionali dei poteri e delle procedure delle autorità competenti e della legislazione nazionale in materia di lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Essa è articolata in quaranta punti, che corrispondono ad altrettante “raccomandazioni” Gafi. L’efficacia riguarda la misura in cui questi standard internazionali sono effettivamente raggiunti. Essa è articolata in undici punti, denominati “obiettivi immediati” (“immediate outcomes”). La conformità tecnica viene verificata con una frequenza maggiore rispetto all’efficacia.

Questa valutazione di Moneyval è diversa dalle precedenti?
Sì è diversa. Da quando la giurisdizione vaticana ha aderito a Moneyval, questa è infatti la prima valutazione sull’efficacia. Si è trattato di un banco di prova particolarmente significativo, frutto di un processo di valutazione che è stato, come di norma in questi casi, molto approfondito e intenso e ha compreso un’ispezione in loco di circa due settimane. Per dare un’idea di tale intensità, si pensi che l’interlocuzione con i valutatori Moneyval ci ha costantemente impegnati dalla fine del 2019 fino ad oggi.

Quali aspetti specifici sono stati presi in considerazione dal rapporto?
Soffermandoci solo sull’efficacia, che, come detto, è l’aspetto distintivo di questa verifica, la valutazione ha riguardato tutti gli undici “obiettivi immediati” CR/FT previsti al riguardo dalla metodologia Gafi. Questi obiettivi vanno dalla consapevolezza del rischio, ai livelli di cooperazione nazionale e internazionale, alla qualità della Vigilanza e del sistema finanziario, fino all’adeguatezza dei sistemi di intelligence finanziaria e della giustizia. Si tratta quindi di una verifica a tutto campo, che coinvolge molte autorità nazionali e soggetti finanziari.

Parliamo dei risultati: quale giudizio emerge dalla valutazione?
Direi che è andata bene. Premetto che su ciascun punto di valutazione dell’efficacia, Moneyval esprime un giudizio, articolato su quattro livelli: efficacia “bassa”, “moderata”, “sostanziale” o “elevata”. La giurisdizione vaticana ha ottenuto ben cinque giudizi di efficacia “sostanziale” e sei di efficacia “moderata”; in nessun caso è stato espresso un giudizio di efficacia “bassa”.

Può spiegare perché giudica così positivamente le valutazioni del rapporto Moneyval?
Si tratta di una valutazione oggettiva, che nasce dal confronto che ciascuno può fare consultando il sito internet del Gafi. Analizzando i giudizi sull’efficacia fin qui espressi a livello mondiale nell’ultimo round di valutazione su oltre 100 Paesi, si vedrà che quello formulato sulla giurisdizione vaticana è uno dei migliori, migliore di tanti altri Paesi economicamente avanzati e ben più grandi. Per valutare correttamente i risultati raggiunti, va anche tenuto conto che, salvo un’eccezione, Moneyval non ha fin qui espresso giudizi di efficacia “elevata” e che quelli di efficacia “sostanziale” sono rari. Si consideri poi che i giudizi di efficacia “sostanziale” sono stati ottenuti dalla giurisdizione vaticana su aspetti molto rilevanti, ossia sulla cooperazione internazionale, sulla vigilanza, sul sistema finanziario, sulle persone giuridiche e sul contrasto del finanziamento del terrorismo. Ancor più significativo è il fatto che siano assai rari a livello internazionale i giudizi espressi sulla vigilanza e sul sistema finanziario (che, per la giurisdizione vaticana, corrisponde quasi esclusivamente allo Ior, l’Istituto per le opere di religione). In questo rapporto viene riconosciuto quanto è stato costruito lungo gli anni, frutto di un grande lavoro di squadra. Ci tengo a ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla valutazione, un processo svolto in massima parte durante la pandemia.

Quali sono i fattori che hanno portato a questo esito positivo?
Sono tanti. Tra questi, mi consenta di citare, in primo luogo, l’incisiva azione di stimolo e coordinamento svolta dal Comitato di sicurezza finanziaria, presieduto dall’assessore per gli Affari generali della Segreteria di Stato. Il Comitato di sicurezza finanziaria, creato nel 2013, ha un importante ruolo di guida delle autorità competenti nella lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. È in quest’ambito che è stato dato impulso, tra l’altro, all’intensificazione della collaborazione tra le diverse Autorità del Vaticano, sancita dalla sottoscrizione di diversi Memorandum tra la fine del 2019 e il 2020 (che ha interessato la Segreteria di Stato, la Segreteria per l’Economia, gli Uffici del Revisore generale e del Promotore di giustizia, il corpo della Gendarmeria, l’Asif, il Governatorato).

Quali altri aspetti positivi meritano di essere segnalati?
Un aspetto che vorrei sottolineare con orgoglio è il processo di rafforzamento operativo e organizzativo dell’Asif, che è iniziato dalla rapida revoca, nei primi giorni del 2020, della sospensione dal circuito di scambio di informazioni di intelligence finanziario Egmont e che ha trovato autorevole conferma con la modifica dello Statuto, approvata dal Santo Padre Francesco. Va poi rimarcata la qualità del processo di adeguamento ai migliori standard internazionali CR/FT condotto in questi anni da parte dello Ior, che potrà avvalersi della recente inclusione, da parte degli Stati Uniti, della giurisdizione vaticana tra i Paesi le cui regole in materia di adeguata verifica dei clienti sono state approvate. L’impegno della giurisdizione è stato premiato anche per la capacità di estendere il perimetro di attuazione della normativa CR/FT a tutte le persone giuridiche e autorità pubbliche, ben al di là dell’unica entità finanziaria operante nello Stato ossia dello IOR.

Era molto attesa la valutazione di Moneyval sul sistema della giustizia vaticana. Che cosa emerge dal rapporto?
Il giudizio espresso da Moneyval su questo aspetto è di efficacia “moderata”, il che significa che sono necessarie alcune azioni correttive per ottenere un ulteriore miglioramento. Per valutare bene questo giudizio si consideri che, nell’ambito dei Paesi sottoposti all’ultimo round di valutazione da parte della sola Moneyval, nessuno ha ottenuto giudizi migliori (di efficacia “sostanziale” o “alta”). Inoltre, le azioni raccomandate da Moneyval sono di non difficile implementazione, in quanto in buona misura di natura procedurale e volte al rafforzamento delle risorse, processo che ha già trovato risposte significative. Lo stesso rapporto, nell’evidenziare gli aspetti di maggiore criticità, come, ad esempio, la lunghezza delle indagini, riconosce che l’efficienza della giurisdizione vaticana dipende in parte da quella delle giurisdizioni estere nel fornire rapidamente le informazioni rilevanti richieste ai fini del completamento delle indagini stesse. Quanto poi ad un altro aspetto criticato da Moneyval, ossia la limitata dissuasività e proporzionalità delle sentenze, credo che il giudizio vada integrato alla luce di una recente e ben nota sentenza del Tribunale vaticano, che il rapporto non ha potuto tenere in piena considerazione per un mero fattore di tempi: si tratta infatti di una sentenza intervenuta dopo la visita in loco dei valutatori di Moneyval. 

Quali altri aspetti critici sono a suo avviso da segnalare?
Le valutazioni di Moneyval sono per loro natura finalizzate a evidenziare aspetti critici, a fronte dei quali si suggeriscono azioni di rimedio. Ciò è normale, perché il fine ultimo di questi controlli è far migliorare sempre di più la capacità di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. È per questo motivo che le “azioni raccomandate” sono numerose, anche nel caso in cui, come per la giurisdizione vaticana, sia stato espresso un giudizio particolarmente positivo. Tra questi consigli c’è quello di migliorare l’analisi dei rischi conseguenti a potenziali abusi finanziari da parte del personale interno al Vaticano (i cosiddetti insiders). Il rapporto riconosce peraltro che dal 2014 sono molte le azioni che dimostrano l’attenzione della giurisdizione vaticana su questo aspetto, attraverso importanti indagini o significative iniziative legislative. Tra queste iniziative ricordo l’individuazione dell’Ufficio del Revisore generale come autorità anti-corruzione e, ancora più recentemente, l’introduzione di un “codice degli appalti”. Quest’ultima iniziativa costituisce una pietra miliare nella lotta ai possibili abusi nelle principali decisioni di spesa della giurisdizione.

Presidente, in sintesi, quale messaggio emerge secondo lei dal rapporto?
Le raccomandazioni espresse dal rapporto di Moneyval nei confronti della giurisdizione vaticana costituiscono un incoraggiamento a fare ancora meglio, tenendo sempre alta la qualità delle risorse umane impiegate e rafforzando l’attività di tutte le autorità coinvolte nella lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Sono consigli che aiutano il Vaticano a concorrere a realizzare, in condizioni di massima trasparenza e correttezza finanziaria, il fine ultimo della missione della Chiesa.

Fonte: Vatican News
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Pubblicato il rapporto sull’efficacia del Vaticano nella lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo
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