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il santo di oggi

San Leone detto Magno papa (“Ecce Leo, rugitus Dei”)

Non ci resta che riportare e tradurre la frase posta sotto il titolo: Ecco Leone..  il ruggito di Dio!

San Leone detto Magno papa (“Ecce Leo, rugitus Dei”)

Pietro, Lino, Anacleto (Cleto), Clemente, Evaristo, Alessandro, Sisto, Telesforo, Igino, Pio, Aniceto, Sotero... Ecco l’elenco ufficiale dei papi da san Pietro a salire o scendere fino ad oggi, tra i quali troviamo: Leone detto il Magno. Quarantacinquesimo vescovo di Roma, perché, vale la pena ricordarlo, il papa (dal greco: pappas = vezzeggiativo di padre) è tale quale vescovo di Roma. Leone I, sarà in seguito chiamato Magno, e reggerà la Chiesa per oltre vent’anni. Primo dei papi a ricevere questo epiteto “Magno”, cioè grande, eccelso, per il suo operato e per la sua dottrina, la solidità dogmatica dei suoi scritti, che troviamo spesso, come seconda lettura, nell’Ufficio divino della Liturgia delle Ore. 173 lettere, 96 sermoni e alcune orazioni liturgiche. A lui dobbiamo infatti il fondo eucologico (somma di preghiere liturgiche) più antico del messale romano. Maestro e mistagogo, incentrò la sua missione nel mistero di Cristo, Uomo-Dio, professato nella dottrina, attualizzato nelle celebrazioni liturgiche, testimoniato nella vita. Un papa a “tutto tondo”.

Gli anni del suo pontificato, dal 440 al 461, lo videro intervenire nelle controversie contro le eresie cosiddette monofisite orientali con la sua lettera “tomus Leonis” che nel 451, farà da base alla dottrina cristologica che oggi diamo per scontata. Nel 448, l’abate di un monastero di Costantinopoli, un tale di nome Eutiche, venne condannato per le sue idee: Cristo a detta sua, avrebbe un’unica natura = monofisismo (dal greco monos-fisis, una sola natura) quella divina, che avrebbe assorbito quella umana: Gesù, insomma, sarebbe solo Dio e non uomo. Se nel 449 fu convocato dall’imperatore Teodosio II un sinodo, in cui i rappresentanti di papa Leone non furono ascoltati, due anni più tardi si terrà il Concilio di Calcedonia, IV Concilio Ecumenico della storia, in cui Eutiche verrà definitivamente condannato e saranno stabilite le due nature di Cristo, non confuse, non trasformate, non divise, non separate. Egli aggiunse inoltre: “Tutta la Chiesa di Dio è ben ordinata in gradi gerarchici distinti, in modo che l’intero e sacro corpo sia formato da membra diverse per l’unità della fede e del battesimo, c’è fra noi una comunione indissolubile, sulla base di una comune dignità perché tutti i cristiani sono rivestiti di un carisma spirituale e soprannaturale che li rende partecipi della stirpe regale, del sacerdozio santo”. Papa Leone parla del sacerdozio comune, di cui ogni battezzato è rivestito e in forza del quale oggi possiamo affermare che: “L’Eucaristia la presiede il sacerdote, ma la celebra ogni battezzato”. (una verità di fede, che oggi, al termine oramai del 2021 si è persa o non si è ancora portata a compimento)

Tuttavia Leone Magno, ebbe anche un’altra idea del papato: “Il carattere sacro della dignità pontificia è unico! Esso rifluisce certamente con maggiore abbondanza nei gradi più alti della gerarchia, ma gioia più genuina e più alta sarà per noi, se non vi fermerete a considerare la nostra povera persona, ma piuttosto, la gloria del beato Pietro apostolo”. Eppure, l’esercizio del primato petrino, dirà poi Giovanni Paolo II, nell’enciclica Ut unum sint: “È l’ostacolo più grave del cammino ecumenico della comunione tra le chiese separate”. “Ciò nonostante, ribadisce la Costituzione Conciliare Lumen Gentium, il papa è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità, sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli. Un vero riferimento che Leone seppe mettere in atto anche in campo politico, prima facendo desistere Attila, capo degli Unni a proseguire la sua invasione nella Città santa e poi mitigando la ferocia del vandalo Genserico intento a mettere a ferro e fuoco la sede di Pietro. Leone era nato in Toscana, nel 390 circa, ma fu educato a Roma, ove rivelò fin da principio un ingegno non comune, ingegno che applicava con tutto il vigore della sua verginale giovinezza alla scienza sacra.

Morì il 10 novembre del 461 e fu sepolto nel vestibolo di san Pietro sul vaticano. Nel 668 papa Sergio I fece traslare il corpo all’interno della basilica e vi fece erigere un altare; si dice che Leone magno fu il primo papa a riposare all’interno della basilicali san Pietro. Oggi è stato spostato sotto all’altare della Madonna della Colonna, a lui dedicato, nel 1715. Non ci resta che riportare e tradurre la frase posta sotto il titolo: Ecco Leone..  il ruggito di Dio!

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