Dalla Chiesa
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il santo di oggi

San Luigi, quando la casa è costruita sulla roccia

Figlio di una regina, santa pure lei... sebbene non canonizzata ufficialmente

San Luigi, quando la casa è costruita sulla roccia

Quando la casa è costruita sulla roccia.. (Mt 7, 24-27)

Vi parlo di un santo molto particolare, un santo a me molto caro, un santo Re.

Figlio di una regina, santa pure lei... sebbene non canonizzata ufficialmente. Quando si costruisce la casa sul Vangelo, la Roccia, di conseguenza tutto diventa “santo”. Ma non è facile essere santi, perché essere santi esige qualcosa, che per noi uomini e donne, oggi, è molto complicato, poiché stride con il pensiero odierno. Non lo era facile nemmeno nel 1200, soprattutto se eri Re.

Ma veniamo al sodo: parlo di san Luigi IX (della dinastia dei Capetingi). Lo conosciamo anche come san Ludovico IX o san Luigi dei Francesi. Era figlio di Luigi VIII, che morì molto presto. Il 29 novembre del 1226, Luigi appena dodicenne venne incoronato Re dei Francesi. Luigi, all’inizio fu aiutato a governare dalla Regina Madre, Bianca di Castiglia (figlia del Re Alfonso VIII ed Eleonora Plantageneta). Cresciuto da forti sentimenti religiosi, fece di tutto per essere un buon re e lo sarà.

Si distinse subito per il culto della giustizia e per il rispetto dei diritti altrui; curò non solo il bene temporale del popolo, ma anche quello spirituale. Fu un vero modello di laico che lavora per il Regno di Dio cooperando alla edificazione della città terrena. Si diede alle opere pie, carità e costruzione di abbazie, e ospizi, monasteri e chiese. Lavorò per la conversione dei principi mongoli, sostenne la fondazione del collegio della Sorbona e acquistò una delle più importanti reliquie della Passione di Gesù: la corona di spine, e per custodire meglio questo “prezioso tesoro” vi costruì una chiesa, la sainte Chapelle. Si fece terziario francescano, essendo innamorato del Poverello di Assisi. Fece diversi voti, promesse. Istituì due Crociate, la VII e l’VIII, per liberare il Santo Sepolcro, ma tutte e due furono un completo disastro. Nella prima fu fatto prigioniero, si ammalò di malaria, fu un miracolo a salvarlo. La consorte, Margherita di Provenza, sborsò fior di quattrini per la sua liberazione. La seconda gli fu fatale. Si dice che morì di peste o dissenteria oppure fu una febbre tifoide e chissà quale altra malattia. Le voci e i pareri sono tanti e discordanti tra loro. Il 25 agosto 1270, Luigi, lontano, dalla sua amata sposa e dai figli e parenti, riconsegnò l’anima a Dio. Luigi e Margherita ebbero 11 figli che crebbero in una famiglia veramente cristiana e con santi principi. Il suo primo e più famoso biografo Jean de Joinville, narra che alla morte, per conservare meglio il suo corpo fu bollito nel vino. Le ossa furono portate a Parigi e sepolte nella cattedrale di saint Denis, la basilica che custodisce gelosamente le regali spoglie dei regnanti cristiani francesi. Le interiora sono sepolte nel Duomo di Monreale nei pressi di Palermo.

Fu dichiarato santo da Bonifacio VIII nel 1297. Ha lasciato un testamento spirituale al figlio che erediterà la corona. Un vero capolavoro che invito a leggere e rileggere. Luigi IX è tutt’oggi considerato un monarca che ha portato alla Francia un risveglio economico, intellettuale e artistico; è considerato uno dei tre grandi Capetingi del ramo diretto, insieme al nonno Filippo Augusto e al nipote Filippo il Bello. Non vorrei essere polemico, ma è un po’ che volevo condividere questo pensiero con qualcuno e san Luigi nono, me ne dà l’occasione. Com’è possibile che la Francia, così come l’Europa, con un depositum fidei di tutto rispetto, stia vivendo un crescente abbandono delle proprie origini cristiane? 

“…se il Signore permetterà che tu abbia qualche tribolazione, devi ringraziarlo, e sopportala volentieri, pensando che concorre al tuo bene e che forse te la sei ben meritata.”

       (dal Testamento spirituale al figlio di san Luigi IX)

 

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