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nota CEER

Domenica 8 marzo niente Messe con i fedeli, ma chiese aperte

Lo hanno deciso i vescovi dell’Emilia-Romagna in comunione con i vescovi della Lombardia e del Veneto. "La situazione attuale e il rischio di contagio richiedono ai cristiani un supplemento di carità e di prudenza"

Duomo di Cesena (wikimedia commons)

I vescovi dell’Emilia-Romagna, in comunione con i vescovi della Lombardia e del Veneto, a seguito del decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, confermano che nelle Diocesi emiliano romagnole è sospesa anche per domenica 8 marzo la celebrazione dell’Eucarestia con la presenza dei fedeli, così come restano sospese le celebrazioni eucaristiche feriali.

Inoltre, tenendo conto delle disposizioni ministeriali circa la chiusura delle scuole, confermano la sospensione della catechesi e la chiusura degli spazi aperti al pubblico fino al 15 marzo.

La decisione, assunta in accordo con la Conferenza episcopale italiana, si è resa necessaria dopo l’entrata in vigore del nuovo decreto del presidente del Consiglio dei Ministri con il quale si è definito il quadro degli interventi per arginare il rischio del contagio del Coronavirus ed evitare il sovraccarico del sistema sanitario.

"La mancanza della celebrazione eucaristica comunitaria - scrivono i vescovi - deve portarci a riscoprire forme di preghiera in famiglia - genitori e figli insieme - la meditazione quotidiana della Parola di Dio, gesti di carità e a rinvigorire affetti e relazioni che la vita di ogni giorno rischia di rendere meno intensi.

Le chiese rimarranno aperte durante il giorno per consentire la preghiera personale e l'incontro con i sacerdoti che generosamente donano la loro disponibilità per un sostegno spirituale che consenta a tutti di sperimentare che “il nostro aiuto viene dal Signore”.

“Il sabato è fatto per l’uomo”, dice Gesù nel Vangelo. La situazione attuale e il rischio di contagio richiedono ai cristiani un supplemento di carità e di prudenza per non mettere a rischio la salute dei più anziani, dei più vulnerabili e anche la propria.

La Chiese che sono in Emilia-Romagna, in comunione con la Chiesa italiana, testimoniano che la situazione di disagio e di sofferenza del Paese è anche la nostra sofferenza in questo tempo quaresimale.

Restano ferme le disposizioni del precedente comunicato, riservandoci la possibilità di ulteriori interventi a seconda dell’evolversi della situazione".

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