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festa a sarsina

Il vescovo Douglas per la festa del patrono: "Il Vangelo è libertà"

In occasione della solennità del compatrono della Diocesi

Il vescovo Douglas Regattieri (Foto Pier Giorgio Marini)

La festa di san Vicinio ci avvince sempre. Onorare il Patrono significa rinsaldare le nostre radici cristiane. Cosa sarebbe Sarsina senza san Vicinio? Sì, è vero c’è anche Plauto. Ma per noi cristiani san Vicinio è più che un illustre personaggio della storia; è più che un grande della cultura. È un santo, appunto. Noi abbiamo bisogno di santi. Di persone, cioè, che hanno vissuto un’esperienza viva di fede, in tempi lontani e diversi dal presente. I santi sono passati tra di noi lasciando un segno, un’eredità, un messaggio, un insegnamento che noi non vogliamo dimenticare, bensì vogliamo rinverdire, rinnovare, rivivere. Ecco il senso della festa patronale. Guardando al passato ci proiettiamo nel futuro.

Voglio, in questa riflessione, sottolineare una caratteristica del ministero di San Vicinio: predicatore del vangelo. Tutte e tre le letture che abbiamo ascoltato sono impostate sulla Parola, sul vangelo e su coloro che sono chiamati a portarlo agli uomini.

1. Il vangelo è pace

San Vicinio è stato come una sentinella che ha annunciato la pace (cfr Is  52, 7-10).  La sentinella sta in alto; perciò san Gregorio Magno dice che la vita della sentinella deve essere ‘alta’: “Chiunque è posto come sentinella del popolo deve stare in alto con la sua vita” (San Gregorio Magno). L’autore di una sua biografia dice che anche san Vicinio, “posto sulla vetta della gerarchia, aspirava ardentemente a salire le cime della perfezione” (Dalla Vita di San Vicinio, Biblioteca Hagiografica Latina, 8557, 1-74). Dall’alto della sua statura morale, il profeta annuncia la pace. Il vangelo è pace. Le prime parole del risorto sono state: “Pace a voi” (Gv 20, 19). La pace che il vangelo annunzia, un giorno si realizzerà. Dio non è impotente, fonderà il suo regno e quindi lavorare per la pace non è un lavoro vano. La garanzia che un giorno la pace si realizzerà, le dona in modo definitivo il suo valore, il dovere di perseguirla. Questa pace è l'unica vera, e si realizzerà. Essa comincia da te; nel tuo piccolo orticello puoi coltivare semi di pace. Avranno una ricaduta positiva sul mondo intero.

2. Il vangelo è verità

San Paolo, nella seconda lettura (Cfr 1Ts 2, 2-8)si paragona ad una madre premurosa che non solo cura e nutre i suoi figli; ma ha dato loro il cibo della verità. San Vicinio ha fatto crescere l’amore alla verità del vangelo. Anche lui, dinnanzi alle adulazioni, alle frodi, all’inganno (sono tre parole che appaiono nel testo e indicano altrettanti atteggiamenti di vita) ha smascherato la futilità e il vuoto del culto pagano e ha annunciato la verità nella valle della pagana corruzione” (dalla Vita di San Vicinio). Ha scritto Benedetto XVI che essendo Dio l’origine e il fine di ogni cosa, “il mondo è «vero» nella misura in cui rispecchia Dio, il senso della creazione, la Ragione eterna da cui è scaturito. E diventa tanto più vero quanto più si avvicina a Dio. L’uomo diventa vero, diventa se stesso se diventa conforme a Dio. Allora egli raggiunge la sua vera natura. Dio è la realtà che dona l’essere e il senso”.

3. Il vangelo è libertà

Gli Undici, con la forza dello Spirito, guariscono e liberano le persone dal male e dal maligno; così ci ha detto il vangelo che abbiamo ascoltato (cfr Mc 16, 15-20). Uomini liberi che annunciano la libertà. Il vangelo è libertà. Ma, osserva un autore moderno, “non è solo Vangelo della liberazione (liberazione sociale, liberazione dai legami di dipendenza, liberazione dalla schiavitù, liberazione dalla povertà); è anche e soprattutto Vangelo della libertà e come libertà. Evangelizzare non significa solo stare vicino ai poveri, non esige solo di restituirgli la dignità di persone, ma richiede di introdurli come liberi figli di Dio nel dono e nella responsabilità della comunione trinitaria ed ecclesiale. Annunciare il Vangelo non significa solo ripartire dai poveri e dagli ultimi, ma accogliere con loro la gioia di diventare liberi e fratelli: il cristianesimo non serve solo il povero, non lo tratta solo come persona, ma lo rende persona libera e responsabile dentro una comunione fraterna (la Chiesa) e per il servizio al mondo (la missione) (F. G. Brambilla, in OR 29 dicembre 2018).

San Vicinio: ancora oggi fa’ che anche noi – nel nostro piccolo e dentro la nostra specifica vocazione -  siamo strumenti del vangelo per portare pace, verità e libertà tra i nostri fratelli.

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