Diocesi
stampa

festa del patrono dei giornalisti

L'annuale incontro del vescovo. Sull'immigrazione dice: "Non si può lasciare in mare chi sta per annegare". Mette in guardia sugli scafisti e su una più equa distribuzione in Europa

Un sorta di decalogo. L'ha proposto stamattina il vescovo Douglas, “in ordine sparso” come ha tenuto a precisare il presule, nel tradizionale appuntamento con i giornalisti in occasione della festa del patrono san Francesco di Sales che la Chiesa ricorda il 24 gennaio

Una foto (di Pier Giorgio Marini) di questa mattina in episcopio dell'incontro del vescovo Douglas con i giornalisti per la festa del patrono san Francesco di Sales (24 gennaio)

Un sorta di decalogo. L'ha proposto stamattina il vescovo Douglas, “in ordine sparso” come ha tenuto a precisare il presule, nel tradizionale appuntamento con i giornalisti in occasione della festa del patrono san Francesco di Sales che la Chiesa ricorda il 24 gennaio.

Il primo tema affrontato è stato quello dell'immigrazione, perché, ha detto monsignor Regattieri, “non c'è discussione oggi che non cada su questo argomento. Tutti lo sentono e lo vivono”. Su tutto “ci sta l'accoglienza. Lo dice la Chiesa da sempre. Soprattutto se si tratta di casi di emergenza. Vorrei aggiungere due osservazioni: la lotta agli scafisti e una più equa redistribuzione in Europa. Anche noi come Chiesa dobbiamo parlare dell'illegalità, di chi sfrutta le persone o non è rispettoso verso di esse. Ripeto: l'accoglienza deve essere totale e generosa. Dobbiamo accogliere chi sta per morire. Non si può mandare indietro chi è in mezzo al mare. E non è neanche vero che la Chiesa su questi temi non parla. La Chiesa italiana su questi temi è attentissima. E' in via di pubblicazione un testo regionale, dei direttori delle Caritas dell'Emilia Romagna, sul decreto sicurezza: il parere fornito è negativo perché si concretizzerebbe un atteggiamento vessatorio che crea maggiore precarietà. Viene anche presa in considerazione l'obiezione di coscienza verso una legge che non tutela la persona. Sia il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova ed ex presidente della Cei, sia padre Francesco Occhetta, scrittore della rivista dei gesuiti “La Civiltà Cattolica” hanno invocato l'obiezione di coscienza come una luce che illumina le tenebre, un modo per cercare di cambiare questa legge”. In ogni caso, ha aggiunto il vescovo, “sui migranti abbiamo già parlato e stiamo facendo”.

Accanto alla casa-famiglia, in vescovado “abbiamo aperto un dormitorio per 12-13 ragazzi, per lo più stranieri, che la notte non sanno dove andare”. Terzo: “Stiamo preparando insieme le linee pastorali del prossimo anno. E quando dico insieme – ha aggiunto il vescovo – mi riferisco alla sinodalità richiamata tanto da papa Francesco. Questa è la fase in cui sto ascoltando. Affronteremo il tema della Tradizione perchè ereditiamo un passato e costruiamo un futuro”.

A settembre scorso il vescovo ha provveduto a diversi trasferimenti di sacerdoti. Di recente in diocesi sono arrivati non pochi preti stranieri a cui sono state affidate parrocchie. Per esempio a Santa Maria della Speranza, a San Giorgio e a Calabrina. “Una ricchezza e un'opportunità - ha aggiunto monsignor Regattieri -. Ci aiutano e ci stimolano. Alcuni di esse appartengono a ordini religiosi. Abbiamo anche un sacerdote dalla diocesi di Acerra, vicino a Napoli. E' parroco a Tipano".

Dalla fine del 2010, il vescovo fece l'ingresso in diocesi il 12 dicembre, monsignor Regattieri ha celebrato i funerali di 38 sacerdoti. Erano 115 nel 2011. Oggi sono 100. I seminaristi sono sei e 47 i diaconi permanenti. “Abbiamo anche alcuni giovani avviati verso la via religiosa, due benedettini, un cappuccino e due ragazze. Sono belle speranze per noi. In questi anni ho ordinato 9 nuovi preti, di cui due religiosi. Questo calo di preti ci obbliga a rivedere la pastorale”.

Sei: la Gmg di Panama, conclusasi domenica scorsa, ha rimesso al centro il tema dei giovani. "Siamo preoccupati, ma non disperati”, ha chiosato il vescovo.

Settimo: la famiglia, “per noi snodo centrale -. Dopo la pubblicazione del Papa Amoris Laetitia, stiamo facendo un percorso per imparare ad accompagnare le persone. Per fare sentire una Chiesa che accoglie e non giudica. Alla prossima Messa crismale del mercoledì santo consegnerò una specie di vademecum per l'accompagnamento”.

Ottavo: la visita pastorale. Il vescovo ora vive un anno sabbatico che di riposo ha ben poco. “Inizierò di nuovo il giro, questa volta per zone pastorali, alla fine di quest'anno. In questi mesi incontrerò tutti i preti di persona. Con loro tutti i diaconi e poi le associazioni e i movimenti cattolici. Visita pastorale anche per tutti gli uffici diocesani”.

Nono: il tema dell'anno in corso, lavoro e festa. “Perchè uno lavora e fa festa, e poi lavora e non lavora, vista la crisi. Dobbiamo saperci santificare nel lavoro e nella festa. Stasera avremo il cardinale Turkson, prefetto del nuovo dicastero per lo sviluppo umano integrale. Infine, per decimo, tre sottolineature sul messaggio del Papa per la festa di san Francesco di Sales. La Rete è bella, ma anche rischiosa. Sono stato in India poche settimane fa con don Marco Muratori. Mandava subito le foto al Corriere Cesenate. E venivano pubblicate subito. Che potenzialità ha la Rete. E' un'opportunità. Attenzione ai rischi. La Rete è anche come un corpo, ma non è sufficiente perchè, come dice papa Francesco, bisogna guardarsi negli occhi”.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, il vescovo ha detto che di solito la gente è molto contenta dei preti stranieri. “Sono di norma ben accolti. Arrivano da noi che sanno l'italiano e conoscono la Chiesa in Italia. Poi ho speranza che possano crescere le vocazioni. Un vescovo non può mai disperare”.

Sull'unità politica dei cattolici, di cui si parla molto, monsignor Regattieri ha precisato che “ormai è passato il tempo di un partito unico, ma i cattolici possono ritrovarsi in forme diverse. A Cesena siamo al secondo anno di un corso biennale di dottrina sociale della Chiesa”. E sui cattolici in formazioni che si ispirano a principi contrari ai principi cristiani? “Come nelle nostre famiglie - ha tagliato corto il vescovo - si può vivere assieme pur avendo idee diverse, ma si sta tutti attorno allo stesso tavolo”.

Creative Commons - attribuzione - condividi allo stesso modo
L'annuale incontro del vescovo. Sull'immigrazione dice: "Non si può lasciare in mare chi sta per annegare". Mette in guardia sugli scafisti e su un...
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti) disabilitato.

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento