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Celebrazione in parrocchia

"Se avete amore gli uni per gli altri: da questo sapranno che siete miei discepoli"

Le parole del vescovo Douglas a Santa Maria Nuova nella Messa conclusiva della Visita pastorale nella Zona Valle del Savio-Dismano. Gli inviti e le raccomandazioni per i laici e per i sacerdoti

"Se avete amore gli uni per gli altri: da questo sapranno che siete miei discepoli"

Con la celebrazione di sabato 9 ottobre nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Nuova si è conclusa la Visita pastorale del vescovo Douglas nella Zona Valle del Savio-Dismano. Vicario zonale è don Giovanni Savini, parroco di San Carlo di Cesena.

Iniziata a novembre dello scorso anno con la visita alla parrocchia di San Carlo, monsignor Regattieri ha proseguito la visita, pur nei tempi e nei modi condizionati dalle ondate della pandemia.

Pubblichiamo le parole del vescovo Douglas pronunciate all’omelia della celebrazione a Santa Maria Nuova, parrocchia guidata dal 2014 da don Theodule Koutchoro.

La Visita pastorale: giorni e incontri

La Visita pastorale è iniziata a San Carlo sabato 7 novembre 2020 con la Messa a cui hanno partecipato i sacerdoti, i diaconi e i fedeli delle parrocchie della zona. Dopo la Comunione ho consegnato a ogni parrocchia l’icona biblica da esporre in presbiterio durante la Visita e recitato la preghiera composta appositamente. Giovedì 10 dicembre 2020 alle 11 a Diegaro ho presieduto l’Eucaristia con i sacerdoti concelebranti, per i confratelli sacerdoti defunti della zona. Sabato 9 ottobre 2021, oggi, celebriamo insieme la Messa conclusiva della Visita, a Santa Maria Nuova. Le diverse ondate pandemiche hanno costretto a rivedere il programma della Visita, non solo a livello zonale, ma anche di unità pastorali. E tuttavia, per quanto è stato possibile, non sono mancate occasioni di incontro e di confronto nelle diverse parrocchie con i fedeli laici.

La inattività del consiglio pastorale di zona - che anderebbe rinnovato nei suoi membri, considerata la data della sua istituzione - e la inesistenza in diverse parrocchie dei consigli pastorali parrocchiali sicuramente rallentano il cammino di formazione e di responsabilizzazione dei fedeli laici.  Chiedo a questo proposito di fare una riflessione sulla necessità di tali organismi. Molto positivo è l’incontro settimanale dei sacerdoti della zona che attorno alla Parola e anche alla mensa conviviale edificano la loro comunione e la loro fraternità sacerdotale. Non ho che da incoraggiare a continuare ad essere fedeli a tale appuntamento.

E’ da continuare la preparazione zonale al sacramento del matrimonio. Il sacerdote incaricato per la pastorale giovanile dovrà trovare maggiore collaborazione nelle singole realtà giovanili parrocchiali per un’azione pastorale più concordata e quindi più efficace. Anche la diaconia della carità stenta ad assolvere al suo compito di coordinamento della dimensione caritativa della fede. Il centro di ascolto a cui afferiscono cinque parrocchie opera lodevolmente e la sua azione di coordinamento va incoraggiata. Questo ultimi due ambiti siano oggetto di riflessione e di verifica da parte dei sacerdoti. Terminata la pandemia sarà necessario riprendere gli incontri zonali di catechesi (Avvento e Quaresima) e il tradizionale pellegrinaggio.

L’icona della Visita pastorale

L’immagine che abbiamo scelto come icona della Visita raffigura la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e Maria Santissima. E’ un quadro di Felice Torelli (1667-1748) e si trova nel Monastero dello Spirito Santo, presso le Benedettine a Cesena. Ci è sembrata una bella immagine, significativa perché – tra l’altro – invita alla riflessione sull’unità e sulla comunione. Dice infatti il libro degli Atti degli Apostoli: Erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù” (1, 14). Aver compiuto la Visita pastorale, non solo alle singole parrocchie, come la prima Visita, ma soprattutto alla zona e alle unità pastorali, ha voluto esprimere il desiderio di favorire l’unione delle parrocchie, per farle lavorare di più insieme. Sappiamo che l’unità e la comunione sono un dono dello Spirito Santo. Tuttavia è evidente che esso permane, si consolida e cammina anche con le nostre gambe, con le nostre iniziative e con la buona volontà di tutti.

 

Il cammino pastorale della zona

In questa domenica del Signore la Parola di Dio ci illumina e può costituire una buona traccia per il cammino futuro di tutta la zona. Oltre alle indicazioni che provengono dal programma diocesano – quest’anno le linee si concentrano sul tema della Chiesa e sull’essere oggi comunità cristiana - offro alcuni spunti pastorali traendoli delle letture bibliche che abbiamo ascoltato.

L’agire pastorale si muove tra situazioni spesso complesse, le cose da fare sarebbero tante, c’è necessità di dare valore ad alcune priorità, il clima di diffusa secolarizzazione, poi,  innesca processi di delusione e di sconforto. E conseguentemente la pastorale subisce un rallentamento e, a volte, anche un blocco. Cosa fare? Il testo della prima lettura è chiaro: dobbiamo cercare, amare e pregare la Sapienza, dono che viene dall’alto: l’amai, la pregai, la cercai, l’ho preferita “a scettri e a troni”, dice il libro della Sapienza (cfr Sap 7, 8), guidati e illuminati dalla Parola, come ci ha ricordato con forza la lettera agli Ebrei (cfr 4, 12-13). Per un autentico discernimento che ci renda capaci di avere il dono della Sapienza e di assumere i giusti atteggiamenti pastorali la Parola di Dio è la via obbligata, per tutti: pastori e fedeli.

A questo proposito accenno al percorso che dovrebbe diventare sempre più prassi normale nelle nostre comunità: la Lectio divina. So che non è facile introdurre questa prassi, ma non possiamo accontentarci sempre e solo della Messa e di qualche devozione. Anche se partecipata da pochi la Lectio divina conserva una grande forza ed efficacia spirituale in ordine alla crescita spirituale dei fedeli. Ai sacerdoti, inoltre, mi permetto di raccomandare la cura dell’omelia, che sia fondata sulla Parola e non ceda a facili ed estemporanei sentimentalismi che svaniscono nel breve volgere del tempo. I nostri fedeli su questo attendono molto da noi.

 Una seconda indicazione viene dalla pagina evangelica (cfr Mc 10, 17-30). Essa ci propone un percorso molto suggestivo, tutto teso a educarci allo sguardo di Gesù. La vita cristiana infatti non è altro che lasciarci guardare da Lui. Dal suo sguardo avvolgente scatta la risposta di fede e quindi la sequela. Il giovane ricco è stato guardato, cioè amato, ma egli si è sottratto a tale sguardo e ha voltato le spalle al Signore e se n’è andato via “rattristato” (cfr Mc 10, 22). Tutti, pastori e fedeli, lasciamoci guardare dal Signore.

Il Vangelo di oggi ci dice che Gesù ha avuto tre sguardi: uno verso il giovane ricco: “fissò lo sguardo su di lui, lo amò” (v. 21); fu quello uno sguardo d’amore e di predilezione; e per due volte verso i discepoli: “volgendo lo sguardo attorno, disse: quanto è difficile per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio! (v. 23); fu questo uno sguardo che attestava tutta la preoccupazione di Gesù per i pericoli delle ricchezze che i suoi avrebbero corso; e ancora “guardandoli in faccia” (v. 27)  con uno sguardo stavolta di incoraggiamento: Coraggio, niente è impossibile a Dio (cfr Mc 10, 27). Insomma Gesù ha a cuore i suoi, li cura, li custodisce, in una parola li ama. Da questo amore scatta la sequela. Noi ti amiamo, Signore, e ti seguiamo perché abbiamo sperimentato il tuo amore per noi. Questa è la vita cristiana. Naturalmente, seguire il Signore implica, successivamente e conseguentemente, trasferire tale amore nella carità verso i fratelli, nelle belle e buone relazioni con tutti. E’ questo infatti il nostro distintivo: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri" (Gv 13, 35).  

 

  

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