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15 agosto

Solennità dell'Assunta. Il vescovo Douglas al Monte: "Maria è per noi un segno, la stella del mattino"

La preghiera di invocazione per il dono della pioggia

Il vescovo Douglas Regattieri in una foto d'archivio

Di seguito pubblichiamo il testo dell'omelia pronunciata ieri dal vescovo Douglas Regattieri alla Messa solenne tenuta alla basilica del Monte nel giorno della festa di Santa Maria Assunta. 

1. Altri tre affreschi di Girolamo Longhi

Fuga in Egitto, smarrimento-ritrovamento di Gesù nel tempio e Cana di Galilea: sono rappresentati e ben affrescati nel cornicione della navata centrale della nostra Basilica. Tre episodi dove Maria pur non essendo protagonista, è presente. Come al solito con una presenza discreta, silenziosa ma efficace. Li accomuna la condivisione di una sofferenza. Due di questi episodi, infatti, sono considerati dalla tradizione popolare due dei tradizionali sette dolori di Maria: la fuga in Egitto e lo smarrimento-ritrovamento nel tempio. Ma anche Cana è stato in qualche modo un episodio di dolore, risolto con l’intervento di Gesù: la mancanza di vino supplita dalla trasformazione dell’acqua in vino buono, sulla tavola nuziale.

Proprio su Cana desidero soffermare la mia attenzione. Soprattutto perché Cana è un evento che, collocato all’inizio del vangelo, secondo Giovanni, già parla della fine del vangelo. Già prefigura la morte e la risurrezione di Gesù, la sua Pasqua. “Non è ancora giunta la mia ora”, dice Gesù a sua madre (Gv 2, 4). L’ora di Cana è già in qualche modo l’ora della gloria, l’ora della croce, l’ora della risurrezione. E la festa di oggi, ci rimanda alla pasqua di Gesù, perché questa, oggi, è la festa della pasqua di Maria. Con sant’Andrea di Creta vorremmo anche noi, oggi, rivolgerci a Lei: “Quali mani ti deporranno nella tomba, o Madre di Dio? Quale preghiera funebre faremo per te? Con quali canti ti accompagneremo? La tomba non può possederti, gli inferi non possono prevalere su di te. Va dunque in pace! Allontanati dalle dimore terrene! Rendi benevolo il Signore riguardo alle creature, di cui fai parte. Rallegrati di gioia indicibile, avvolta dalla luce eterna, là dove è la vera vita!”. La “donna vestita di sole” di cui ci ha parlato l’Apocalisse (Cfr Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab), è Lei che, entrata nella gloria del Signore, tutta rispende ancora più e ancor meglio di quanto non abbia fatto mentre era qui sulla terra.

 

2. L’inizio dei segni di Gesù

L’episodio di Cana si conclude con l’annotazione dell’evangelista: “Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui” (Gv 2, 11). Cana è il primo di una serie di segni-miracoli che Giovanni ricorderà nel suo vangelo: la guarigione del figlio del funzionario del re (Cfr Gv 4, 46-54); guarigione dell’infermo alla piscina di Betzatà (Cfr Gv 5, 1-18); la moltiplicazione dei pani (Cfr Gv 6); la guarigione del cieco nato (Cfr Gv 9, 1-41); la risurrezione di Lazzaro (Cfr Gv 11, 1-44). Questo di Cana è un segno importante non solo perché è il primo, ma perché in esso si parla dell’ora di Gesù. In realtà il grande segno è la pasqua del Signore, la sua morte e risurrezione. I segni che la precedono preparano ad essa.

 

3. Un segno grandioso

Ma la liturgia di oggi ci pone dinnanzi a un altro segno; stavolta definito come “grandioso”; l’abbiamo ascoltato dal brano dell’Apocalisse: “Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle” (Ap, 12, 1). Questo segno grandioso è stato identificato dalla tradizione patristica con il nuovo popolo di Dio, la Chiesa. Ma non siamo lontani dal vero se pensiamo che Giovanni ha visto in questo segno Lei, Maria, la nuova Eva, la figlia di Sion che ha dato vita al Messia, la Madre del Signore. Maria è per noi un segno. È la stella del mare: astro luminoso che in cielo guida gli erranti pellegrini. È la stella del mattino: preannuncia il sole che sorge e a Lui, Cristo, sole della vita del mondo, tutto orienta. Maria: un segno grandioso nel cielo, per noi quaggiù sulla terra, stranieri e pellegrini (Cfr 1Pt 2, 11). La preghiamo con san Bernardo:

 

Tu che capisci come in questo scorrere del tempo
siamo come naufraghi sbattuti tra tempeste e marosi
piuttosto che gente che cammina sulla terra solida,
non distogliere lo sguardo da questa stella,
se non vuoi essere travolto dalle tempeste.

 

Se insorgeranno i venti delle tentazioni,
se incorrerai negli scogli delle tribolazioni
guarda la stella, invoca Maria.

 

Se sarai sbattuto dalle onde della superbia,
e dell'ambizione, della detrazione, della rivalità aspra
guarda la stella, invoca Maria.

 

Se l'iracondia, o l'avarizia,
o il desiderio disordinato
avranno sconquassato la navicella della tua mente,
guarda la stella, invoca Maria.

 

Se turbato dalla grandezza dei tuoi peccati,
confuso dalla coscienza del tuo grande errore
atterrito dal terrore del giudizio divino
incomincerai ad essere inghiottito nel baratro della tristezza
e nell'abisso della disperazione
pensa a Maria.

 

Nei pericoli, nelle angustie, nelle cose dubbie
pensa a Maria, invoca Maria.

Seguendo Lei, non sbagli strada.

Pregando lei, non sarai disperato.

Pensando a Lei, non cadi in errore.

Se Lei ti tiene, non cadrai.

Se Lei ti protegge, non avrai paura.

Se lei ti guida, non ti stancherai.

Se Lei ti è propizia, giungerai alla mèta.                         

 

Preghiera pronunciata all'Angelus del 4 luglio 1976 da san Paolo VI, per l'invocazione del dono della pioggia

 

Dio, nostro Padre, Signore del cielo e della terra,

tu sei per noi esistenza, energia e vita.

 

Tu hai creato l’uomo a tua immagine

perché con il suo lavoro faccia fruttificare

le ricchezze della terra

collaborando così alla tua creazione.

 

Siamo consapevoli della nostra miseria e debolezza:

nulla possiamo senza di te.

 

Tu, Padre buono, che su tutti fai brillare il tuo sole

e cadere la pioggia,

abbi compassione di quanti soffrono duramente

per la siccità che ci ha colpito in questi giorni.

 

Ascolta con bontà le preghiere a te rivolte

fiduciosamente dalla tua Chiesa,

come esaudisti le suppliche del profeta Elia,

che intercedeva in favore del tuo popolo.

 

Fa’ scendere dal cielo sopra la terra arida

la pioggia sospirata,

perché rinascano i frutti

e siano salvi uomini e animali.

Che la pioggia sia per noi il segno

della tua grazia e benedizione:

così, riconfortati dalla tua misericordia,

ti renderemo grazie per ogni dono della terra e del cielo,

con cui il tuo Spirito soddisfa la nostra sete.

 

Per Gesù Cristo, tuo Figlio, che ci ha rivelato il tuo amore,

sorgente d’acqua viva zampillante per la vita eterna.

Amen”.

 

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