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Veglia pasquale. Il vescovo Douglas nell'omelia: "Ora tocca a noi, illuminati da Cristo, siamo luce per il mondo"

"Nel buio fitto di questi giorni e di questi mesi si stanno accendendo luci di speranza e di vita", ha detto monsignor Regattieri

La veglia pasquale in corso in questo momento in Cattedrale. Il momento dell'Exultet cantato da don Luca Baiardi. Foto Pier Giorgio Marini

Pubblichiamo qui sotto il testo integrale dell'omelia pronunciata poco fa dal vescovo Douglas durante le Veglia pasquale che si sta celebrando in questo momento in Cattedrale, senza partecipazione di popolo, come le norme emanate per il contenimento del Coronavirus impongono.

Con il vescovo concelebrano il canonico don Ernesto Giorgio, don Vincenzo Fantini, il parroco di San Bartolo don Agostino Galassi, il parroco della Cattedrale don Giordano Amati e don Egidio Zoffoli rettore del Suffragio. Sull'altare anche i diaconi Valder Gimelli e Luciano Veneri. Al servizio liturgico don Marco Muratori e don Simone Farina. Con loro e anche al canto don Luca Baiardi. 

Pubblichiamo anche il link dal quale si può riascoltare il videomessaggio di auguri da parte di monsignor Regattieri andato in onda prima della celebrazione di questa sera.

Domani la Messa del giorno di Pasqua verrà trasmessa sempre sulla pagina Facebook del Corriere Cesenate a partire dalle 11. La celebrazione eucaristica si terrà nella Concattedrale di Sarsina.

Ecco il testo

Dopo la notte dell’intimità, dopo la notte del tradimento, del rinnegamento e dopo la notte della morte, ora la liturgia ci presenta un’altra notte: ma stavolta la chiama beata. Il canto dell’Exultet è risuonato nei nostri cuori. Non importa che la Cattedrale e le nostre chiese questa sera siano vuote, anche se la cosa ci  addolora molto; il nostro cuore canta ed esulta; è pieno di gioia perché questa è una notte beata!

 

1. La notte della liberazione

Perché è la notte della liberazione. Abbiamo cantato così con l'Exultet: “Questa è la notte in cui hai liberato i figli di Israele, nostri padri, dalla schiavitù dell'Egitto, e li hai fatti passare illesi attraverso il Mar Rosso. Questa è la notte in cui hai vinto le tenebre del peccato con lo splendore della colonna di fuoco”.

C’era una schiavitù, c’era un buio che avvolgeva il popolo d’Israele; il Signore ha tolto quel velo e ha liberato il suo popolo, ridonandogli la libertà, rimettendolo al suo servizio; sarebbe stato il suo, come prima, un servire nella libertà il Signore: un servizio di libertà; è un ossimoro: ma vero! Noi infatti non siamo più schiavi, ma siamo uomini liberi perché serviamo il Signore. Liberi perché servi. San Paolo ce lo ricorda: Rendiamo grazie a Dio, perché eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quella forma di insegnamento alla quale siete stati affidati. Così, liberati dal peccato, siete stati resi schiavi della giustizia” (Rm 6, 17-18).

 

2. La notte della risurrezione

E ancora: “Questa è la notte che salva su tutta la terra i credenti nel Cristo dall'oscurità del peccato e dalla corruzione del mondo, li consacra all'amore del Padre e li unisce nella comunione dei santi. Questa è la notte in cui Cristo, spezzando i vincoli della morte, risorge vincitore dal sepolcro”.

È la notte della risurrezione. Dal buio del sepolcro si irradia sul mondo una luce potentissima; è Cristo, in lui risorto si riassume tutta la storia d’amore di Dio per il suo popolo. Il peccato che ha gettato nel buio l’umanità ora è stato perdonato. In lui non siamo più schiavi del peccato. Siamo nella luce. Per questo, questa è una notte gloriosa. Sempre col canto dell’Exultet, abbiamo proclamato che “la notte splenderà come il giorno, e sarà fonte di luce per la mia delizia. O notte veramente gloriosa, che ricongiunge la terra al cielo e l'uomo al suo creatore! In questa notte di grazia accogli, Padre santo, il sacrificio di lode, che la Chiesa ti offre per mano dei suoi ministri, nella solenne liturgia del cero,  frutto del lavoro delle api, simbolo della nuova luce”.

  

3. Notte luminosa

Aggiungiamo anche che questa è una notte luminosa. Quest’anno ci è stato chiesto di contenere il rito della luce. Il cero pasquale comunque è stato acceso, la luce ha iniziato a risplendere e mettere in fuga le tenebre. Starà davanti a noi acceso per tutto il tempo pasquale, fino a Pentecoste, come testimonianza di Cristo luce del mondo. L’Exultet ha guidato la nostra preghiera: che questo cero, offerto in onore del tuo nome per illuminare l'oscurità risplenda di luce che mai si spegne”.

4. "Che questo cero risplenda di luce che mai si spegne"

Ora tocca a noi: illuminati da Cristo, diventati col Battesimo una cosa sola con lui, siamo luce a nostra volta per il mondo. Rinnoveremo tra poco le nostre promesse battesimali per dire, ancora una volta, che vogliamo, che ci impegniamo a essere luce per questo mondo. Questo mondo, oggi così immerso in una tenebra che nessuno di noi avrebbe mai immaginato. Ma già nel buio fitto di questi giorni e di questi mesi si stanno accendendo luci di speranza e di vita:

- sono il sacrificio della vita di tanti medici, infermieri e operatori sanitari, veri santi “della porta accanto”, come li ha definiti il Santo Padre due giorni fa, nel Giovedì Santo;

- sono le guarigioni di tanti fratelli e sorelle che con tenacia hanno sperato e lottato per la vita; 

- sono le diverse forme di solidarietà sgorgate dal cuore di tanti, nelle famiglie, tra le famiglie, nonostante il fitto buio delle tenebre;

- sono i gesti di carità dei nostri operatori Caritas e non solo, nel soccorrere anziani e persone sole.

Perciò questa davvero è una notte beata che non vede l’ora di lasciare il posto alle luce dell’alba, un’alba che sarà luminosa e duratura.

Al link qui sotto si può riascoltare il messaggio di auguri del vescovo Douglas

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