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domande e provocazioni

Chi è il prete? Oggi c'è ancora bisogno di lui? Proviamo a parlarne

Sul rapporto sacerdoti/laici si potrebbe aprire un dibattito, come propone il sacerdote diocesano andando a prestito da un testo del teologo cecoslovacco Josef Zverina

Archivio Corriere Corriere. Foto Pier Giorgio Marini

Carissimo Francesco, ti invio il testo dell'omelia che ho fatto nella Messa del mio 60esimo anniversario di sacerdozio. Non ho voluto parlare di me. Ho approfittato dell'occasione per evidenziare una domanda, a mio avviso, urgente per la Chiesa e per il mondo. "Chi è il prete e abbiamo bisogno ancora dei preti oggi?

Questa sera mi sento un po' in imbarazzo nel prendere la parola perché, ricorrendo quest'anno i 60 anni del mio Sacerdozio, vissuti proprio in questo luogo 3 anni dopo l'ordinazione, non vorrei parlarvi di me ma di che cosa significa essere prete, chi è il prete.

            E per viaggiare sul sicuro prenderò alcune parole di un teologo cecoslovacco Josef Zvérina, che ci è stato fatto conoscere da don Francesco Ricci in uno dei primi incontri dei preti di Comunione e liberazione. Così si comprende come siamo educati a vivere la nostra vocazione, allora da Giussani, e oggi da Carron, nel carisma di Cl. Quello che vi leggo è preso dal libro di Zverina: "Il coraggio di essere Chiesa" (Pag. 78)

                        PERCHE' IL PRETE?

            "Gesù cerca, Gesù chiama. Non si è rivolto a te, ancora giovane, con una parola che è apparsa ai tuoi occhi con inattesa chiarezza, anche se sotto i veli delle cose che ti accadevano? In quel particolare, in quei fatti, in quelle persone, ora che sei prete da tanti anni, non hai colto l'invito: "Vieni con me, ho bisogno di te per il bene del mondo?".

            Il Signore ascolta il grido degli uomini: abbiamo bisogno di un fratello. Abbiamo costruttori, pianificatori, cosmonauti, medici, insegnanti, psichiatri. Ne abbiamo in abbondanza; ma abbiamo bisogno di un fratello! Qualcuno che sia soltanto per noi. Che voglia ascoltarci, cercare di capirci, indicare quella via, dove non riescono ad avventurarsi né il cosmonauta, né lo psicologo del profondo. Noi cerchiamo un tale divino fratello.

            Tu ti stupisci e ti chiedi: non sarò forse io? Allora nasce il desiderio di essere il fratello per il bambino piccino, per il giovanotto, per l'uomo pieno di gioia, ma anche per quello che soffre e a cui nessuno dona un po' di attenzione. Per gli uomini che crepano di salute, ma anche per quelli che nella malattia anelano a qualcosa. Per quelli che vogliono mettere in comune le loro certezze, ma anche per quelli che sono soltanto problema, incertezza, complicazione, solitudine.

            Dirai: solo un amico può fare questo. Certo. Solo che il Signore ricorda: "Non fanno forse così anche i pagani?" E ti mette nel cuore il desiderio di essere tutto a tutti. È possibile? È possibile nella misura in cui ti doni a Dio. Nella stessa misura sarai donato agli uomini.

                 ABBIAMO BISOGNO DEI PRETI?

            Tutti i non credenti e anche alcuni credenti pensano di no. Sforziamoci a stare ad ascoltarli per qualche tempo. Porranno delle obiezioni, sempre le solite obiezioni: ma noi siamo moderni, ma noi non abbiamo bisogno dei preti. Poi si comincia a parlare di politica, di previsioni del tempo, lo sport, i programmi televisivi. Poi si smette di parlare di qualcosa o di niente e si comincia ad annoiarsi. Solo qualche volta, ma di rado, si avverte la necessità dell'essenziale. Dell'unica cosa possibile e indispensabile per vivere. È proprio in quelle situazioni che avrai bisogno di qualcuno che ti possa parlare di tutto questo in modo giusto.

                        COSA AVRAI SE DIVENTERAI PRETE?

             Che cosa hai se già sei prete? Niente. Proprio niente. Non avrai una posizione eminente né uno stipendio adeguato, non farai quattrini e non ti formerai una famiglia. Non avrai la casa e neppure la barca a vela. Non troverai neppure molta stima e neppure molta devozione od obbedienza: è roba del passato. Non aspettarti niente. Non volere niente, altrimenti proveresti un'enorme delusione.

            Invece troverai derisioni, l'incomprensione dei superiori e dei subalterni e poi solitudine, indifferenza, disinteresse (e quanto di questo), rifiuti, una strada cosparsa di spine: insomma la croce. Qualcosa di questo tocca a ogni uomo. Qualcosa lo prendiamo da soli. Ma c'è qualcosa che spetta solo al prete, proprio per il fatto di essere prete: l'ostilità pura e semplice. Fa male più di ogni altra cosa, ma "Noi dobbiamo gloriarci della croce del nostro Signore Gesù Cristo".

            Ma se davvero non desidererai niente, non ti aspetterai niente, non vorrai niente e assumerai con consapevolezza tutto questo peso e non ti lamenterai. Se darai tutto e non sceglierai niente, se l'unica cosa che ti resterà sarà Gesù, allora ti si rivelerà nella fede, che puoi e devi seguire Cristo con radicalità; comprenderai la sua parola che non a tutti è dato di comprendere.

            Ti si riveleranno le profondità di quella gioia e di quella pace che il mondo non può dare. Cristo diventerà il centro della tua vita. Sarai ricco a tal punto che donerai ogni cosa; troverai padri e madri, fratelli e sorelle, figli e figlie in chiunque fa la volontà di Dio; farai esperienza dell'amore che mai cuore umano ha immaginato.

            Sarai mandato anche a coloro che non credono: con l'annuncio di gioia, la parola di verità. Dovrai andare a loro senza orgoglio, ma con umiltà e sacro timore. Più con i fatti che con le parole, vivendo più che gesticolando. Dovrai anche avere il senso del rischio dal momento che non tutto ti riuscirà bene. Devi anche avere pazienza e coraggio, perché non si tratta di una cosa da poco. E dovrai avere la delicatezza di perdonare nel sacramento anche coloro che non riescono a fare questo. Vuoi di più? Avrai la tua parte.

                    MA ALLORA, CHI E' IL PRETE?

            Io, prete con voi uomini, sono uomo, per voi cristiani, un fratello. Io sono qui a vostra disposizione padri e madri affinché i figli ai quali avete dato la vita col Battesimo, diventino figli di Dio. Io sono qui a vostra disposizione ragazzi e ragazze per avviarvi alla maturità della fede e col sacramento del matrimonio a rendere per sempre l'amore nato tra voi. Io sono qui per i vostri ammalati, per portar l'annuncio di gioia, il conforto dello spirito e del corpo. Io sono qui ragazzi e ragazze perché sappiate che è possibile donarsi con gioia totalmente al regno di Dio e al servizio del prossimo. 

            Ma soprattutto io sono qui per Te, caro Cristo Gesù, Salvatore Santo, pieno di grazia, perché tu hai parole di vita eterna, perché Tu sei la via, la verità, la vita, la mia gioia e la mia salvezza".

            Non nobis domine, sed nomini tuo da gloriam.

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