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Coronavirus. A volte ci vorrebbe maggiore chiarezza. Ma i tempi che abbiamo da vivere sono questi; bisogna rimanere in casa

Un lettore scrive al direttore

Foto Siciliani-Gennari/SIR

Caro direttore, sono giorni pesanti questi, lo abbiamo detto e ridetto..

Vorrei fare alcuni ragionamenti con te, se me lo permetti.. 

Nella terza, come nella seconda e nella prima autocertificazione del presidente del Consiglio Conte sono mancati, fra gli altri, la “voce” che fa riferimento alla possibilità di fare una visita breve nella propria chiesa parrocchiale o in un'altra. Se è vero che se stiamo chiusi in casa riusciamo a contenere l'espandersi del virus, è anche vero che questa procedura ci considera tutti degli irresponsabili. Allora mi indigno.

Una signora l’altro giorno in strada è stata vittima di insulti di persone che vedendola dalla finestra camminare tranquillamente credevano che facesse una passeggiata, mentre in realtà andava a fare la spesa. Allora mi indigno.

Ci sono ancora oggi purtroppo, persone che vanno qua e là, pur sapendo di avere sintomi di influenza o di un super-raffreddore, senza prendere le dovute precauzioni nè per sè nè per gli altri, con mascherine e guanti ed entrano al supermercato toccando ogni cosa con mani infette, allora mi indigno.

Il nostro beneamato parlamento non si è preoccupato o non si cura dei tanti di anziani che in casa non hanno internet nè tantomeno stampanti per farsi l'autocertificazione e poter quindi andare tranquillamente a fare la spesa.. allora mi indigno.

Ci si è scandalizzati per il comportamento della Figc o del Coni o della Fifa, sul tentennamento a chiudere le attività sportive e ai giocatori o sportivi restii a ridimensionare il proprio stipendio in questo momento di crisi planetaria. Ditemi allora chi e quanti parlamentari si sono autotassati o preoccupati a decurtarsi il proprio cospicuo portafoglio.. allora mi indigno. 

Mi rassegno alla volontà di Dio che mi chiede di vivere questa Quaresima in modo anomalo, mi porta con Lui nel deserto, di celebrare l'Eucaristia domenicale (e tra breve il Triduo pasquale, apice dell'anno liturgico), tra le mura domestiche, togliendomi la bellezza della  messa con la comunità parrocchiale..

Mi rassegno di non poter lavorare.. 

E mi rassegno nonostante tutto che ancora oggi dopo duemila e venti anni non abbiamo ancora capito che Dio è Amore e non un inquisitore…

Caro direttore, ne avrei mille da dirti ma non ti vorrei tediare e vorrei lasciare spazio anche ad altri.

Grazie.

Massimo Pieri (Pepe)

Carissimo Pepe, i tempi sono questi. Difficili anche da interpretare. Ieri un amico e lettore del Corriere Cesenate mi poneva la stessa domanda: si può andare in chiesa sì o no? Ho risposto molto semplicemente: non lo so. So per certo che bisogno stare in casa.

Alla prossima.

Francesco Zanotti

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