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Coronavirus. Messe sì Messe no. L'opinione del professor Alai: "Non è questione di libertà di culto"

Sul vivace dibattito in corso, i lettori scrivono al giornale 

Foto Siciliani-Gennari/SIR

Caro Francesco,

francamente mi è sembrata fuori luogo la polemica della Cei col governo per non aver consentito la celebrazione delle Messe coi fedeli dal 4 al 17 maggio.

Maestro, qual è, nella legge, il più grande comandamento? Gesù gli disse: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente». Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è: «Ama il tuo prossimo come te stesso»” (Mt. 22, 36-40).

Si può amare Dio rinunciando alla Messa per amore del prossimo? Certo!

“Donna, credimi; l'ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. ... Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori”(Gv. 4,21-24).

“Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini ... Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. (Mt 6, 5-6)

L’amore del prossimo richiede nella presente situazione di rinunciare alla Messa? Certo. In Italia sono a oggi (28/4) 173.000 i contagiati accertati viventi (mancano all’appello purtroppo oltre 27.000 morti). Si calcola che i contagiati asintomatici e non accertati siano molti di più, forse 5 o 10 volte tanti. Facciamo un milione, per star prudenti. Questo vorrebbe dire un contagiato su 60 italiani. Dunque la probabilità è che in una chiesa con 60 fedeli alla Messa uno sia contagiato e contagioso.

Questo virus è subdolo e contagiosissimo, oltre che crudelissimo. Lo prendono anche i medici che sono coperti con camici, guanti, occhialoni e visiere. La gran parte dei malati non capisce come abbia contratto il virus. La normale mascherina chirurgica protegge chi la porta solo al 20 per cento. Quella con valvola protegge chi la porta all’80 per cento, ma gli altri solo al 20 per cento. Vari esperimenti illustrati in video mostrano che le particelle emesse tossendo o starnutendo arrivano anche a 6-7 metri di distanza. Infatti ogni giorno si contano circa 2.000 nuovi contagi (almeno). In sostanza andando a Messa anche con la mascherina e anche stando seduti a un metro (anche in fila per la comunione a un metro ... ma per far la Comunione non si può stare a un metro dal celebrante ...) esiste un concreto rischio di infettarsi e di infettare gli altri. Oggi le Messe sicure non sono possibili. Chi dopo la Messa torna a casa infetto quasi certamente contagerà i suoi familiari. La malattia che si contrae è in molti casi devastante, ed è mortale (a oggi) nel 13 per cento dei casi.

Anche il Vecchio Testamento dice che Dio non gradisce alcuna manifestazione del culto non accompagnata o addirittura in contrasto con l’amore del prossimo: «Che m'importa dei vostri sacrifici senza numero?» dice il Signore. ... Quando venite a presentarvi a me, chi richiede da voi che veniate a calpestare i miei atri? Smettete di presentare offerte inutili, l'incenso è un abominio per me; noviluni, sabati, assemblee sacre, non posso sopportare delitto e solennità. ... Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista ... ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova» (Is. 1, 11-17).

«Perché digiunare, se tu non lo vedi, mortificarci, se tu non lo sai?». Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai.  Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui ...   Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne? (Is. 58, 3-17)

Certo, adesso tutte le categorie premono per poter riprendere le loro attività, imprenditori e lavoratori ne hanno necessità per procurarsi il pane. Ma come cristiani non siamo certo una categoria in concorrenza con le altre. Non è questione di libertà di culto: fino a quando il contagio non sarà effettivamente fermato, in un mese o due, anche se il Governo consentisse le Messe pubbliche, per amore di Dio e del prossimo dovremmo rinunciarvi.

Non illudiamoci che la guerra al virus sia vinta, anche se si allentano le restrizioni. Abbiamo perso disastrosamente la prima battaglia, perché siamo stati attaccati di sorpresa, eravamo impreparati e non abbiamo saputo reagire rapidamente. Adesso abbiamo contrattaccato, ma poi verrà la guerra di posizione, che sarà ancora lunga e snervante. Bisogna mantenere i nervi saldi e la coscienza vigile.

Con molti auguri e sinceri complimenti per l’ottimo servizio di informazione che il Corriere Cesenate sta svolgendo, particolarmente in questo duro periodo.

Mario Alai - Cesena

Carissimo Mario, per risponderti mi limito a segnalare l'editoriale del Corriere Cesenate di cui qui sotto allego il link. A te e ai lettori dico che è stato scritto e stampato lunedì pomeriggio. Per il resto, circa il vivace dibattito che si è aperto nel Paese, con le numerose prese di posizione che noi puntualmente abbiamo pubblicato su questo sito, ognuno tragga le sue conclusioni. 

A presto. E grazie mille per l'attenzione con cui segui sito e giornale cartaceo.

Francesco Zanotti

zanotti@corrierecesenate.it

https://www.corrierecesenate.it/Rubriche/Editoriale/Buon-senso-e-realismo

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Giorgio 02/05/2020 23:12
Ancora dubbioso
Gesù dice anche chi mangia del mio pane vivrà in eterno....In principio sono rimasto colpito da questa lettera e il tema posto in questa prospettiva e pressoché condivisibile.
Poi mi sono venuti dei dubbi perché pur considerando giusta la proporzione degli ipotetici malati sulla popolazione italiana complessiva, credo che non tutti frequentino le chiese e ancora meno la S. Messa. In più la reale percentuale degli asintomatici è in questo momento incalcolabile. Per cui a mio avviso queste variabili rendono inattendibili i conteggi fatti. In più in una S. Messa è difficile trovare sempre la presenza contemporanea di 60 fedeli specialmente nelle celebrazioni feriali. Mi sento meno sicuro e più spaventato quando vado a fare la spesa al supermercato, lì si che ci sono più di 60 persone in meno spazio che in una chiesa.
E rimane comunque il più grande dei quesiti, almeno per me, perché se l'Eucaristia è la cosa più importante per un cristiano, il Pane di Vita, come mai è stata la prima privazione che ci è stata fatta?

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