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piccoli/grandi gesti cambiano la vita

Coronavirus. Un lettore: "Tutti dicono "torniamo alla normalità". Io dico di no. Facciamo una scelta rivoluzionaria"

Giorgio Pollastri della Comunità papa Giovanni XXIII al nostro giornale: "Tornare alla normalità, quale? Avere tre tv in casa e ognuno si vede la sua? Andare al bar in auto per fare 600 metri? Continuare ad andare a comprare cose inutili o superflue? Il primo bisogno che abbiamo è di volerci bene, in modo rivoluzionario"

Foto agensir.it

Pubblichiamo la lettera di Giorgio Pollastri della Comunità papa Giovanni XXIII. A Cesena Giorgio è il responsabile della casa di accoglienza notturna che ha sede in vescovado e della comunità che accoglie immigrati che si trova nella ex canonica di Bagnile. A Savignano sul Rubicone, con la moglie Rosa, vive in una casa-famiglia della stessa comunità fondata dal sacerdote riminese don Oreste Benzi.

Di seguito il suo testo.

Ciao a tutti, ma proprio a tutti. Tutti diciamo "torniamo alla normalità". Io dico di no. Dobbiamo fare una scelta rivoluzionaria, una, no dieci, solo una, ma rivoluzionaria nella nostra vita. Tornare alla normalità, quale? Avere tre tv in casa e ognuno si vede la sua? Andare al bar in auto per fare 600 metri? Continuare ad andare a comprare cose inutili o superflue? Continuare a fare la gara sul come vestire i nostri figli per non sembrare da meno degli altri? Continuare a fare leggi per accontentare chi ti ha votato senza pensare se è giusta? Continuare a credere che il senso della vita è avere ognuno le proprie idee aggiungendo sempre valori personali e non per il bene di tutti? La normalità è continuare a lasciare indietro chi ha più bisogno, i veri poveri, i vicini di casa che manco sappiamo che soffrono? Continuare a dire compriamo italiano e poi trattiamo male la terra, il creato, compriamo frutta e verdura fuori stagione e deve essere bella e luccicante? Continuare a crederci intelligenti perché sappiamo fare buoni affari o sappiamo aprire attività redditizie, senza pensare che le nostre qualità umane sono un dono per tutti?

Quante cose si potrebbero elencare, pensateci anche voi. Tutti abbiamo qualcosa e in questo qualcosa possiamo essere "rivoluzionari" nella nostra vita. Tutti iniziando da me. Tornare alla normalità, sì, ma che sia una normalità piena di novità vere, cambiamenti piccoli, ma che siano rivoluzionari. Basta dire che la colpa è sempre di qualcun altro, basta. Iniziamo da noi e siamo più di 60 milioni in Italia, parlando solo di Italia. In questo breve tempo che ci separa dalla chiusura totale, facciamo una scelta di famiglia, personale….senza esagerare mi raccomando, ma facciamola pensando all’altro. Si cambia anche così. Il primo bisogno che abbiamo è di volerci bene, in modo rivoluzionario.

Per noi cristiani, la rivoluzione è credere che Gesù è vivo e con lui abbiamo la forza di camminare in mezzo a tante “intemperie” della vita. Che abbiamo il cuore verso chi ha bisogno. Abbiamo più pazienza con le nostre mogli e mariti. Se abbiamo qualche soldo in più e il nostro cuore vede chi ha bisogno siamo più generosi. Comprendiamo il bisogno di essere in comunione con Dio e tutte le persone che fanno parte della nostra vita. Per noi tornare alla normalità è dare una acceleratina nel nostro rapporto con Gesù vivo in mezzo a noi e la fiducia piena in ciò che, passo dopo passo, ci fa capire.

Se non ci fosse Gesù nella nostra vita, chi saremmo? Un gregge senza pastore, pericoloso, allo sbando, pieno di deviazioni umane, depressi... I nostri figli, i nostri giovani, hanno bisogno di adulti che li accompagnano in queste piccole/grandi rivoluzioni, che cambiano la vita con gioia.

Un abbraccio a tutti.

Giorgio Pollastri

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