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Ddl Zan, l'intervento dei giuristi cattolici: "A rischio la libertà di pensiero e opinione"
L'Ugci (Unione giuristi cattolici italiani), sezione di Forlì-Cesena, interviene sul disegno di legge sull'omotransfobia, richiamando la lettera del vescovo Douglas, esprimendo profondo senso di gratitudine per quanto scritto
Così si esprime l'Ugci a proposito del disegno di legge ddl Zan, a seguito dell'intervento del vescovo di Cesena-Sarsina, monsignor Douglas Regattieri, che ha agito tramite una lettera alla comunità diocesana (cfr. testo qui e a fianco). Questo il comunicato giunto in redazione oggi.
L’Ugci Sezione di Forlì Cesena esprime profondo senso di gratitudine al vescovo di Cesena-Sarsina, S.E.R Mons. Douglas Regattieri, per la sua lettera alla comunità diocesana “per amore del mio popolo”, nella quale utilizza parole chiare su alcuni temi di attualità, tra i quali il disegno di legge sulla omotransfobia, conosciuto come Ddl Zan.
In essa si afferma: “il testo induce a ritenere che il solo pensare ed esprimersi diversamente rispetto alle definizioni contenute nel Ddl potrebbero apparire come una istigazione e una discriminazione, quindi possano esporre all’accusa di omotransfobia”.
Come giuristi, siamo molto preoccupati per quanto sta succedendo in Parlamento, rispetto a un testo legislativo non solo inutile, ma anche pericoloso.
Inutile: con le leggi già in vigore (penali e costituzione), chi insulta o fa violenza contro una persona per via del suo orientamento sessuale o per il genere con cui si percepisce, è già punito e sono già previste aggravanti nel caso in cui si agisca per “motivi futili o abietti”.
Pericoloso: con questo Ddl si vuole perseguire l’imposizione di un pensiero unico, nella società ma anche a scuola, su identità di genere e orientamento sessuale. L’art. 1 del Ddl recita: “per identità di genere si intende l’identità percepita anche se non corrispondente al sesso”. Vi è una “pericolosa sovrapposizione della dimensione soggettiva con quella oggettiva” – come rileva il vescovo nella sua lettera pastorale – che mira chiaramente ad annullare la differenza, il dualismo uomo-donna, a vantaggio di un’autopercezione individuale, tesa a cancellare la differenza sessuale”.
Come giuristi siamo consapevoli che la discriminazione potrebbe ravvisarsi anche in chi non condivide o non si adegua a detto modo di vedere le cose, o fa propaganda contro (in tema di matrimonio gay, utero in affitto, adozione dei figli alle coppie omosessuali, contro chi sostiene che i bambini devono avere un padre e una madre e che i figli non possono essere ordinati al supermercato come cose). Anche le associazioni e i loro iscritti sono punibili.
Anche le scuole dovranno adeguarsi e in aula avranno accesso i vari progetti che tratteranno di indifferenza tra maschi e femmine (già oggi se ne vedono i tentativi). E nessuno potrà obiettare nulla, né sottrarsi a tale imposizione.
È a rischio, dunque, la libertà di pensiero e di opinione di tutti noi. Il famoso articolo 4, che dovrebbe consentire il “pluralismo di idee” è una toppa peggiore del buco. Non dovrebbe trovare ingresso in un testo legislativo la “salvaguardia della libera espressione di convincimenti ed opinioni”: essa è un presupposto che la nostra costituzione già prevede universalmente, e il solo fatto che si sia dovuta affermarla espressamente in un testo, rende evidente il fatto che vi potrebbero essere lesioni. Soprattutto il testo “limita” la libertà di opinione e la restringe pericolosamente (si possono esprimere opinioni “purché non idonee a determinare il concreto pericolo di atti discriminatori”).
Per questi motivi l’Ugci Sezione di Forlì-Cesena ritiene il testo in discussione non accettabile e, con questa impostazione, non emendabile.
Ugci Sezione di Forlì Cesena
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