Lettere
stampa

lutto nel clero diocesano

Don Claudio Turci. Il ricordo di Bulgarnò: "Quell'abbraccio che ci salva"

Dalla parrocchia confinante con Gambettola arriva un'altra testimonianza sul sacerdote deceduto una settimana fa

Don Claudio Turci. Il ricordo di Bulgarnò: "Quell'abbraccio che ci salva"

Di seguito pubblichiamo la lettera che i parrocchiani di Bulgarnò hanno fatto giungere in redazione, a ricordo di don Claudio Turci che ha guidato anche la comunità parrocchiale della frazione di Cesena confinante con Gambettola. 

Carissimo don Claudio, ti assicuriamo che appena saputo del tuo ricovero in ospedale abbiamo pregato e chiesto il miracolo della guarigione, confidando al Signore che c'era ancora bisogno di te. Il miracolo della guarigione non è accaduto e davanti alla morte non si è mai pronti. “Perché proprio a lui”, ci chiedevamo, ma tu ci avresti risposto, con tutta la certezza della fede che traboccava dal tuo vivere semplice ma mai banale, che “le vie del Signore non sono le nostre, che la vita è un viaggio verso l'incontro di Chi ti ha messo al mondo”. Ricordiamo bene quando hai comunicato che il vescovo ti aveva affidato, oltre a quella di Gambettola, anche la parrocchia di Bulgarnò.

Nei tuoi occhi c'era la preoccupazione, ma anche la gioia di conoscere i parrocchiani nuovi, e così hai obbedito senza riserve. “L'obbedienza prima di tutto, anche quando costa cara”, dicevi sempre, e durante questo nuovo incarico non hai esitato a chiedere aiuto, imparando a usare il cellulare e persino whatsapp per essere sempre raggiungibile perché mamma Irma, come segretaria, non bastava più. Rispetto ai 18 anni trascorsi a Gambettola, gli anni passati a Bulgarnò sono davvero pochi, ma ti assicuriamo che per noi sei stato non solo un prete che ha portato a termine i suoi compiti, ma anche un amico che ha camminato a fianco di ciascuno, riuscendo a essere davvero il don Claudio di tutti. Spesso ti abbiamo visto venire a Bulgarnò, di sera, senza che ci fosse un impegno particolare, ma solo per mangiare un gelato e fare due chiacchiere fuori dal circolo perché anche quello, dicevi, “era un modo per conoscere la gente”. Non esitavi ad accettare inviti a pranzo perché, lo ricordiamo bene, mangiare e bere in compagnia ti piaceva proprio. Sono stati, anche per noi, anni di cambiamenti: la Messa non era più celebrata tutti i giorni e la tua presenza si alternava a quella di altri sacerdoti, ognuno dei quali è stato un dono e una fonte di arricchimento per noi e per la nostra parrocchia. Ci hai invitati a vivere l'unità tra le di Bulgarnò e Gambettola, alle quali ora si è aggiunta anche Bulgaria.

A volte ti abbiamo visto un po' alterato perché, fermi nelle nostre convinzioni, non eravamo propensi ai cambiamenti, ma oggi siamo consapevoli che i consigli da te forniti ci sono stati d'aiuto per essere cristiani autentici, in un mondo che sempre più spesso vuole fare senza Dio. Ti vogliamo ringraziare per tutto ciò che hai creato e condiviso con noi in questi anni: la Visita pastorale, durante la quale abbiamo testimoniato davanti al vescovo la bellezza dell'essere cristiani in questo tempo, gli incontri mensili in canonica (che avevi messo a disposizione come luogo per ritrovarci), le commedie in dialetto del gruppo dei giovani (quante risate ti abbiamo visto fare), le scenette dei bambini...

Ti ringraziamo per la premura verso tutti i nostri malati, di cui volevi sapere come stessero nel corpo e nello Spirito. Li hai sempre ricordati nella preghiera, perché dicevi che “pregare è la cosa più bella che possiamo fare”. Ricordiamo la tua commozione, il 25 settembre 2016, in occasione dei tuoi 65 anni di vita e 40 di sacerdozio, ascoltando le note del concerto (intitolato “l'Abbraccio che ti salva”) che i giovani ti hanno voluto dedicare nella chiesa di Gambettola. “È l'Abbraccio della Chiesa che ci salva” hai affermato con convinzione quel pomeriggio. L'amicizia con i tuoi parrocchiani non si è fermata nemmeno dopo il tuo trasferimento a San Pio X alle Vigne, ma ogni volta che ci hai chiamati abbiamo accolto il tuo invito, l'ultimo il 18 dicembre, in occasione del concerto di Natale. Grazie, don Claudio, per la tua testimonianza di fede semplice ma autentica e “quell'Abbraccio che ci salva” sia per noi, che ti abbiamo avuto come guida e compagno di viaggio, una consolazione.

Arrivederci don Claudio

Parrocchia di Bulgarnò

Creative Commons - attribuzione - condividi allo stesso modo
Don Claudio Turci. Il ricordo di Bulgarnò: "Quell'abbraccio che ci salva"
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti) disabilitato.

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento