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Guerra in Ucraina: con l'invio di armi a Kiev si getta benzina su focolai in altre parti del mondo

"Ai cattolici ricordo come il Papa continuamente condanni la guerra e il commercio delle armi", ricorda Davide Patuelli

Foto archivio agensir.it

Sulla guerra in Ucraina e sull'atteggiamento da tenere nei confronti del conflitto in atto interviene ancora Davide Patuelli di Faenza. Ecco il suo scritto. 

Caro direttore,

molti, lecitamente, continuano a pensare che l’unico modo per risolvere il conflitto in Ucraina sia appoggiare con qualsiasi mezzo la guerra contro il pazzo Putin. Al netto delle propagande, i fatti stanno dimostrando come l’alternativa della trattativa sia non solo possibile, ma anche efficace (vedi liberazione dei militari e civili intrappolati nei sotterranei dell’acciaieria di Mariupol e partenza delle navi cariche di cereali dai porti ucraini e russi). Ai cattolici ricordo come il Papa continuamente condanni la guerra e il commercio delle armi e indichi la giusta via da seguire: “Se si guardasse la realtà obiettivamente, considerando i danni che ogni giorno di guerra porta a quella popolazione, ma anche al mondo intero, l’unica cosa ragionevole da fare sarebbe fermarsi e negoziare”(appello dopo la recita dell’Angelus del 31 luglio).

Sono convinto che se solo un milionesimo delle energie profuse nel sostenere questa guerra fosse utilizzato per trovare un accordo si sarebbe già firmata la pace. Invece si continua a gettare benzina inviando armi e si accendono e alimentano altri inquietanti focolai in altre parti del mondo.

A riguardo, consiglio di rileggere quanto scritto nel Catechismo degli adulti:

«Per affermare i suoi diritti, veri o presunti, la comunità politica ricorre talvolta alla violenza collettiva, organizzata, pubblica. È la guerra, «il mezzo più barbaro e più inefficace per risolvere i conflitti». Il mondo civile dovrebbe bandirla totalmente e sostituirla con il ricorso ad altri mezzi, come la trattativa e l’arbitrato internazionale. Si dovrebbe togliere ai singoli stati il diritto di farsi giustizia da soli con la forza, come già è stato tolto ai privati cittadini e alle comunità intermedie. Agli occhi del cristiano la guerra contraddice il disegno di Dio sulla storia, la sua iniziativa di riconciliazione in Cristo, «nostra pace» (Ef 2,14). Non c’è conquista che possa giustificarla. La pace è preferibile alla vittoria.» (La verità vi farà liberi. Catechismo degli adulti n. 1037, CEI.)

 

Davide Patuelli - Faenza

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