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Il Popolo della famiglia: "La legge non parla mai di diritto all'aborto"

Il Pdf di Cesena in risposta all’associazione Ipazia sull’obiezione di coscienza

foto archivio Sir

Pubblichiamo di seguito uno scritto giunto in redazione a firma del Popolo della famiglia (Pdf) di Cesena, in risposta all’associazione Ipazia, sul tema dell'obiezione di coscienza.

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L'affondo dell'associazione Ipazia, che con un comunicato riportato dalla stampa quotidiana locale si è scagliata contro l'obiezione di coscienza in tema di aborto, nasce da un grave malinteso di fondo dovuto all'ignoranza della legge 194, davvero inaccettabile per chi se ne erge a paladino.

La legge non parla mai di diritto all'aborto, ma lo considera un'extrema ratio quando non sono praticabili altre possibilità previste nei suoi primi 5 articoli tesi a rimuovere le cause che ostacolano l'accettazione della gravidanza.

L'incontro presso il Consultorio, se fatto nel rispetto della legge, non dovrebbe essere un mero passaggio burocratico, bensì una positiva ricerca di soluzioni alternative all'interruzione di gravidanza.

In ogni modo, se anche la situazione fosse quella denunciata dall'Associazione Ipazia, non sembra proprio che la macchina dell'aborto abbia mai subito alcun rallentamento nella nostra città: non è mai stata riportata alcuna notizia di difficoltà a ottenere l'Ivg.

Se dunque il problema non esiste, perché, in nome del riconoscimento di un preteso diritto all'aborto (peraltro mai riconosciuto dalla legge), si vuole negare il diritto all'obiezione di coscienza, quello sì previsto espressamente sia dalla L 194/78 (art.9) sia dai codici deontologici di tutte le professioni sanitarie? Se si dice di agire a tutela dei diritti, non si possono negare quelli degli altri, a meno che non si entri in corto circuito logico.

Resta poi una considerazione di fondo: se i numeri dell'obiezione di coscienza sono alti, evidentemente è perché la soppressione dei nascituri mal si adatta al millenario favore verso la vita presente già nel testo del giuramento di Ippocrate. È naturale che un medico senta la soppressione di una vita come estranea alla sua missione.

In tempi di drammatica contrazione demografica quali quelli che stiamo attraversando, inoltre, con cifre da vera e propria estinzione, la volontà di incentivare il ricorso all'aborto suona particolarmente stonato.

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