In memoria del sacerdote Guido Rossi: "Grazie, don per tutto l'amore che ci hai donato"

Caro direttore,

sono passate poche ore da quando don Guido ha lasciato la sua comunità per tornare alla casa del Padre. Ed è facile immaginarlo felice nel riabbracciare la mamma che aveva già incontrato in sogno su un prato verde quando era tornato dalla morte nel 2006 grazie al miracolo per intercessione di don Baronio di cui è stato protagonista. Il suo sorriso, la sua ironia e la sua capacità di accogliere l’altro resteranno nel cuore di tutti. Dotato di un carisma straordinario e di una fede incrollabile, don Guido è stato una Grazia per la comunità di San Mauro, comunità che ha guidato per 39 anni accompagnando intere generazioni. Lo si poteva trovare con i suoi giovani a chiacchierare dopo il coro fuori dalla canonica, per raccontarsi esperienze e ideare progetti, oppure intento a programmare gite, campi scuola e iniziative e ancora mentre si accingeva a chiudere le porte della chiesa che cercava di lasciare aperta il più possibile, perché tutti potessero fare un saluto a Gesù.

Tutto con don Guido era possibile. Aveva la capacità di valorizzare i talenti dei suoi ragazzi, offrire fiducia e sapeva guardare nel cuore delle persone senza remore e timori, certo della compagnia del suo Gesù e della Vergine Maria a cui era tanto devoto.

Di lui tutto è caro: la sua abilità nell’organizzare con meticolosità tutte le funzioni o attività, i suoi post appesi alla porta con su scritto “sono in chiesa”, il pulmino con cui andava per le strade di San Mauro a prendere i bambini del catechismo e con il quale sono state possibili tante gite speciali. E ancora la sua scrittura in uno stampatello ordinatissimo, i lunghi avvisi a fine messa dove faceva il punto settimanale commentando su quanti aveva visto partecipi alle celebrazioni. E infine come non dimenticare i suoi sorrisi quando ascoltava un brano del coro che lo colpiva.

La parrocchia di San Mauro e don Guido sono un tutt’uno: tutto della sua amata chiesa era importante e centrale. Quello che lo commuoveva sempre erano i suoi bambini. Gli oltre 150 bambini che ogni sabato si riunivano sotto il suo campanile per l’anno catechistico. E poi era innamorato delle veglie di Natale dei piccoli, dei canti con il battito di mani e delle sue feste ricreative di settembre che erano separate da quelle religiose perché bisognava fare le cose un po' per volta.

Un prete semplice in tutto, il superfluo non era per lui. Se gli si faceva un regalo si era certi che pochi giorni dopo sarebbe stato donato a qualche bisognoso che bussava alla sua porta.

Amante della liturgia era molto attento alla buona riuscita delle celebrazioni, niente fronzoli, tutto doveva essere misurato ed ordinato  perché per don Guido le cose buone e “fatte bene” richiedono cura e tempo. Ma ciò che naturalmente conduceva a lui era senza dubbio la sua fede: sapeva tradurre il complesso in semplice e tutto con lui era chiaro. Una fede salda che lo ha aiutato anche nei dolori più grandi, anche quando se ne sono andati prematuramente dei suoi ragazzi, gli amici e per ultimo il suo amatissimo fratello Silvano.

Come Gesù chiamava tutti a sé. Accettava ogni invito, ma a cena poco perchè da anni aveva la sua dieta rigida. E anche nella settimana prima di morire aveva fatto visita a quanti lo avevano cercato.

Don Guido è stato un padre buono che con amore ha saputo guardare a tutta la sua comunità senza mai risparmiarsi. Perché, citando uno dei brani che amava di più: “Quando uno ha il cuore non ha paura di niente”.

Grazie, don per tutto l’amore che ci hai donato. Ora il cammino insieme a te proseguirà con modalità a noi misteriose ma tutti sappiamo che tu sarai sempre con noi.

Barbara Baronio