La testimonianza: "La Colletta alimentare di quest'anno dipende da me"

Caro direttore, le difficoltà di quest'anno le vedo anche'io che insieme a due amici seguo la zona di Gambettola dove  da un paio di anni si è ricominciato a proporre il gesto della Colletta alimentare. 

Dopo un primo lavoro, quello di portare il materiale ai responsalibili del negozi e invitarli a proporre il gesto e di andare a vedere come va durante il periodo della colletta, ci siamo detti: "adesso non possiamo fare altro che pregare e invitare i nostri amici, familiari a donare. Si deve rispettare la disponibilità del direttore. Una delle prime cose che ci siamo dette ai primissimi incontri è stato "non essere invadenti", ma cercare di "creare" un rapporto con i direttori e con le cassiere. Sicuramente non c'è una disponibilità di tutte le cassiere a "invitare" al gesto, vuoi perché la cassiera è timida, è incasinata, non gliene frega niente, o è piena di paura per la situazione che stiamo vivendo o non è stata "incentivata" a proporre. Questo rischio c'è per tutti. Ma la Colletta vuol dire volontari e quest'anno senza volontari come si fa? Ma proprio perché la realtà provoca e sorprende sempre, vi voglio raccontare come la sto vivendo io. A Scuola di comunità don Onerio ci richiama, quasi a sfinimento: "come ci stai tu davanti a quella circostanza che vivi, lamentandoti o...".

Io lavoro alla cassa di un supermercato. Appena arrivata la lettera indirizzata alle cassiere, mi sono detta: quest'anno la Colletta sono io. Che sfida e che responsabilità. Quest'anno devo fare anche la parte del volontario. Vi assicuro che non è facile (ma non impossibile) dire in pochi secondi tutto. Poi se hai davanti una persona che non conosce nulla della Colletta o era abituata come l'anno scorso, diventa ancora più difficile. Mi sono detta: il risultato della Colletta non è la somma delle card che do via. È un gesto che propongo. Ma io come ci sto? Come lo propongo? Non solo come un gesto che lo sento mio solo, ma ci sto e voglio invitare i clienti per quella "sovrabbondanza" e quel  fascino" che il movimento, cioè Gesù Cristo, e la nostra compagnia ha introdotto nella mia vita. È questa novità non vale solo per il gesto della Colletta, ma vale per tutta la vita, il lavoro, gli amici, gli affetti. Con questa ragione ho incominciato a invitare e a proporre ai clienti la Colletta, con i mezzi che mi sono offerti.

L'azienda per cui lavoro ha fatto avere alle casse dei "volantini" con l'immagine della Colletta. I primi giorni, per me sono stati di "missione": con lo scontrino davo il volantino e dicevo: "qui ci sono scritte le modalità per contribuire al banco alimentare. Quest'anno cambia la forma, ma non la sostanza. Si può donare fino all 8 dicembre", spesso detto anche velocemente. Mi sono trovata che mentre spiegavo la Colletta a un cliente, quello che era in coda al momento del pagamento mi diceva poi: "Io dono...", oppure un altro: "ho visto in tv, ha dato l'avviso il parroco, ho visto il video, ho sentito alla radio ecc ecc".Quando c'è un po' più di calma, si può spendere qualche parola in più. Devo dire che le donazioni ci sono, di tutti gli importi. Spesso sono fatte più volte, magari qualcuno ti spiega anche perché lo fa, perché di quell'importo.

Potrei fare altri esempi perché la Colletta la stiamo già costruendo. La differenza con lo scorso anno è che quest'anno ognuno fa da catena: io alla cassa, tu che inviti un amico e lui ne nvita un altro, tu che riceverai il pacco... oserei dire che la Colletta è una catena di rapporti. Non dimentichiamoci quello che ha detto il Papa: da una crisi possiamo uscire o peggiori o migliori. Questo vale anche per ciascuno di noi e la Colletta è un terreno per vedere nel concreto dove desidera stare il mio cuore. 

Grazie a tutti.
Silvia