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Sacro Cuore, incontro con l'autrice (e con se stessi)

Gli studenti della Scuola secondaria di primo grado Fondazione del Sacro Cuore di Cesena hanno incontrato l'autrice Francesca Casadei

foto scattata in occasione del laboratorio letterario

La Scuola secondaria di primo grado della Fondazione del Sacro Cuore di Cesena, attraverso la lettera di un'insegnante giunta in redazione, desidera condividere con i lettori un'esperienza vissuta dai ragazzi qualche giorno fa.

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Sabato 28 gennaio, alla Scuola secondaria di primo grado Fondazione del Sacro Cuore di Cesena, è stata invitata Francesca Casadei, autrice del romanzo Come soffitto il cielo, testo fatto leggere ai ragazzi delle classi 2^A e 2^B.

Francesca Casadei insegna Lettere in una scuola di Urbino. Coordina da alcuni anni il progetto “Parlo a te di te” insieme alla collega Marianna Vetri, che ricopre l’incarico di vicesindaco e assessore allo Sport, alle pari opportunità e al personale del Comune di Urbino.

Non si è trattato di un tradizionale incontro con l’autrice: gli alunni sono stati accompagnati a scoprire gli “ingredienti segreti” che hanno permesso la realizzazione di quel testo.

L’autrice inizialmente ha letto ad alta voce un passo del libro, chiedendo ai ragazzi, con un ascolto attento, di annotare le parole o le frasi che in qualche modo parlavano a loro, perché “il libro è un oggetto, ma per conoscerlo non basta guardarlo, toccarlo o sfogliarlo, bisogna avvicinarsi ad esso come ci si avvicina a una persona, e come con una persona è necessario entrarvi in dialogo”.

È proprio così: ci sono parole o frasi che colpiscono, che “bussano dentro di noi e che è come se diventassero fluorescenti”.

In un secondo momento Francesca Casadei ha sollecitato i ragazzi a costruire un ponte tra le parole o le frasi individuate e la propria vita attraverso delle domande che, mantenendo le parole del testo, conducessero a scoprire qualcosa di ognuno. Ciascuno è stato quindi invitato a scegliere una di quelle domande, quella che “si è rivelata bruciare maggiormente” e a rispondere per iscritto “allenando gli occhi che sono dentro di noi a guardare a quello che accade in noi”.

Successivamente, seduti in cerchio, i ragazzi hanno liberamente letto a voce alta quanto scritto, consapevoli che in quel momento erano come “un pacco regalo, da scartare e da mostrare all’altro”. Ascoltando in silenzio la voce dei propri compagni, ci si è accorti che le pagine parlavano attraverso le loro esperienze. Alcuni addirittura si sono riconosciuti nelle parole di un amico, così è stato per tutti evidente che c’è qualcosa che ci accomuna: durante la lettura ognuno si rispecchia in un punto particolare del testo, che diventa il “punto infiammato”, una domanda per il lettore. Fermarsi e provare a dare una risposta attraverso la scrittura in un’ora di lezione diventa l’occasione preziosa per conoscere di più se stessi e gli altri.

Quel sabato a scuola si pensava di incontrare solo l’autrice di un bel libro per ragazzi, ma in realtà abbiamo sperimentato che se una persona è attenta e vigile, è possibile cogliere il significato di un testo e arrivare a conoscere sorprendentemente qualcosa di sé.

Maria Pia Golinucci

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