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Lutto

A Gambettola l'ultimo saluto a Christian Capeti

Il parroco don Tonino Domeniconi all'omelia dei funerali che si sono tenuti sabato scorso: "Desiderava migliorare il mondo. Non è questo il momento del mormorio, delle malelingue, del giudicare"

Christian Capeti

Gambettola si è fermata per salutare Christian Capeti, il 42enne gambettolese il cui corpo è stato recuperato nelle acque del fiume Savio, a Cesena, alle prime ore di mercoledì 21 ottobre. Le esequie, celebrate dal parroco don Tonino Domeniconi, si sono svolte sabato scorso nell’ampia area parrocchiale del Fulgor, e non in chiesa, a causa delle misure anti Covid-19.

Nell’agosto dello scorso anno Capeti era stato nominato dal sindaco Letizia Bisacchi presidente di “Gambettola Eventi”, l’associazione che si occupa dell’organizzazione del Carnevale, dell’Antica fiera della canapa e delle Tombole di Natale. Il volontariato era la sua vita e tutte le associazioni del territorio erano presenti al funerale in segno di riconoscenza per l’impegno profuso.

“Christian era un uomo dinamico, volenteroso, sempre disponibile verso la propria comunità - ha ricordato il parroco durante l’omelia -. Desiderava migliorare il mondo. Metteva impegno, passione e amore in tutto ciò che credeva e faceva. Non è questo il momento del mormorio, delle malelingue, del giudicare - ha proseguito don Tonino - perché non sta a noi giudicare se Christian era fragile, anche noi siamo fragili, se era peccatore, anche noi siamo peccatori”. “Questo momento - ha concluso il sacerdote - sia per tutti un monito sul valore della vita, quella vita che ci è stata donata come bellezza universale. Negli ultimi momenti Christian cercava la pace. Che la possa trovare nel viaggio dell’incontro con Dio”.

Un viaggio, idealmente, a bordo del catamarano “Mal di plastica” (nella foto), che Capeti aveva fortemente voluto portare in pianta stabile a Gambettola, a testimonianza del suo impegno per cercare di cambiare la società.

Toccanti le testimonianze lette al termine della cerimonia funebre. “Te fat un gran casein - il messaggio della moglie Simona -. Ho cercato in tutti i modi di alleviare le tue delusioni. Sono andata contro tutti e contro tutto, perché in cuor mio mi sentivo di fare così, ma a quanto pare non è servito. Spero tu possa ritrovare quella serenità che ti è mancata nell’ultimo periodo”.

“Sappiamo bene quanto amavi tutto quello che ti circondava, quanto entusiasmo, quanta gioia mettevi nelle cose che facevi - hanno ricordano i genitori -. Pensiamo ancora con tenerezza al percorso della tua vita fin da bambino, poi da ragazzo a marito e padre affettuoso di due figlie. Questo è l’esempio che porteremo avanti perché è impossibile pensare alla tua assenza per sempre”.

“Non sono bravo come te a scrivere, né a parlare al microfono - ha detto il fratello Davide -. Ti vorrei solo fare un rimprovero e Dio sa quanto vorrei che tu fossi qui per darti due schiaffi e spero te li dia Lui. Adesso ti saluto come si salutano i camionisti: occhio alla fanaleria e tieni fissa la barra fino al traguardo”.

“Sei la sorella che non ho mai avuto. Se tu mi definivi una sorella, io ti considero un fratello - ha detto un’amica -. Proprio questo sentimento fraterno, dal momento della telefonata della Simona di mercoledì, ha scaturito in me un uragano di emozioni, dove rabbia e dolore vanno di pari passo. Forse sono i sentimenti di tanti in questo momento. Tutti noi ci stiamo facendo domande per non aver fatto o capito. L’impotenza ancora una volta è davanti a noi”.

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