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Al Museo Renzi spazio e studi dedicati ai fratelli Ivo e Ferdinando Oliveti

Lo spazio museale di San Giovanni in Galilea presto inaugurerà una sezione dedicata ai due concittadini - pilota agli ordini del comandante poeta Gabriele D'Annunzio uno e generale autore di diari, l'altro - morti in tempo di guerra

Al Museo Renzi spazio e studi dedicati ai fratelli Ivo e Ferdinando Oliveti

Il Museo e Biblioteca Renzi non si fermano neanche in tempi di pandemia. Sta venendo alla luce una nuova sezione museale storica del Novecento, ripercorrendo le vite di due illustri concittadini, figure di primo piano della storia italiana del XX secolo, che diedero il loro prezioso contributo alla Patria.

L’ufficiale pilota Ivo Oliveti, eroe di guerra nel primo conflitto mondiale agli ordini del Comandante poeta Gabriele D’annunzio, morì sacrificando la propria vita per salvare quella dei compagni durante un volo nei cieli d’Africa del 1936, e per questo insignito della medaglia d’oro al valore militare per il senso del dovere e del sacrificio al di sopra di ogni cosa.

Il Generale di Divisione Ferdinando Oliveti fu forse l’unico caso di ufficiale della storia d’Italia ad aver combattuto tutte le guerre del Novecento (Guerra italo turca dell’1911-12, Prima Guerra mondiale, guerre d’Africa e di Spagna, Seconda guerra mondiale), servendo la Patria come nessun altro, artefice e autore di documenti unici e straordinari come i diari di guerra, tesori inediti che celano una parte ancora inesplorata della nostra storia.

Il progetto è realizzato grazie al sostegno di Comune di Borghi, Regione Emilia-Romagna e il partner di progetto, la Fondazione F.OR. Fruttadoro-Orogel, e conta del patrocinio di Associazione dell’Arma Aeronautica, il Vittoriale degli Italiani, Archivio di Stato di Forlì-Cesena, ma, soprattutto, grazie alla collaborazione della Sezione Unuci di Cesena nelle persone del presidente Alessandro Ricci e consigliere Giampaolo Grilli.

Sarà pertanto possibile allestire una nuova sezione con cimeli, divise, distintivi, diplomi, documenti, diari di guerra, fotografie d’epoca donati da Giovanni Paolo Tesei (nipote di Ferdinando Oliveti) e dalle discendenti di Ivo (la figlia Piera e le nipoti Anna Paola e Francesca Dal Pont).

Il sindaco Silverio Zabberoni esprime parole di riconoscenza: "Ringrazio a nome mio, dell’Amministrazione comunale e della cittadinanza borghigiana, le famiglie Oliveti e Tesei per la loro generosa donazione, sia in termini di cultura che di storia. Questo loro gesto rende onore alle loro famiglie, ai loro avi e al loro impareggiabile coraggio, e soprattutto conferisce lustro al paese delle loro origini, e ciò permette alla memoria di fare il suo corso».

"Tra questi cimeli – precisa il presidente del Museo Giuseppe Anelli – vanno segnalate tre straordinarie lettere scritte di pugno da Gabriele D’Annunzio a Ivo Oliveti e donate dalla famiglia Oliveti-Da Pont, che oltre a confermare il legame di amicizia e stima tra i due, mostrano spunti storici e letterari eccezionali, resi con il tipico linguaggio, ardente e suggestivo del Vate. Veri capolavori da leggere e gustare".

Retro Lettera D'Annunzio

"Ivo e D’Annunzio, assieme ad altri pionieri del volo, furono artefici delle prime imprese aeree italiane grazie a tecniche innovative per quei tempi – sottolinea Giampaolo Grilli, collaboratore sia della mostra che del volume storico –. Insieme presero parte alle operazioni degli “arditi azzurri dalle ali forate”, come lo stesso Vate amava definire, a partire dal bombardamento sulle postazioni di Cattaro ricordata come la “… più ardita impresa marina aviatoria condotta a luce stellare”, e, poi, coi voli della cosiddetta “Serenissima”, la Squadriglia San Marco, protagonista di una lunga serie di episodi eroici che contribuirono in modo determinante alla vittoria italiana nella grande guerra».

L’inaugurazione della nuova Sezione storica del Novecento avrà luogo a inizio estate, con la speranza che la situazione pandemica sia migliorata, e prevederà anche la presentazione del volume curato da Antonioli, Tesei e Grilli.

Nelle foto, i fratelli Oliveti e il retro di una delle lettere di D'Annunzio con la firma e la frase: "Saremo noi soli in faccia alla notte e all’avvenire”

Il Museo Renzi, un po' di storia

Il Museo di San Giovanni in Galilea, uno dei più antichi musei italiani, fu fondato nel 1885 da don Francesco Renzi, appassionato di antiche civiltà, ricercatore e collezionista di reperti archeologici e trova sede nell’ex Palazzo comunale che fa parte del complesso architettonico fortificato appartenuto alla Signoria dei Malatesta tra XIII e XVII secolo.

Il Museo è uno tra i più antichi dell’Emilia Romagna e il Regio Decreto di Umberto I attesta che: “Ente Morale Museo e Biblioteca Renzi istituito con Regio Decreto del 5 marzo 1885″. L’ultima parentesi bellica arrecò gravi danni alla struttura e alle collezioni; tuttavia negli anni Sessanta del XX secolo il professor Sergio Foschi, con la collaborazione di studiosi, riaprì il Museo, che nel corso degli anni si è arricchito di reperti provenienti dal territorio circostante, ricco delle testimonianze di antiche civiltà, le stesse che hanno dato origine alla civiltà etrusca.

Le collezioni esposte sono articolate in diverse sezioni: naturalistica, pre-prostorica, romana, delle maioliche, della pieve, medievale, antiquarium.

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