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emergenza sanitaria, sociale ed economica

Gambettola e il suo cinema: "Andrà tutto bene"

A colloquio con Alessandra Biondi, che rappresenta la quarta generazione dei proprietari della multisala Abbondanza: "Una città senza sale cinematografiche è come un volto senza occhi"

foto Sandra e Urbano (Cesena)

A Gambettola, nelle plance poste davanti alla multisala Abbondanza, al posto delle locandine cinematografiche, da settimane fanno bella mostra alcuni cartelli colorati con la scritta “Andrà tutto bene”. Quale futuro per cinema e luoghi di cultura al termine dell’emergenza sanitaria? Ne parliamo con Alessandra Biondi, che rappresenta la quarta generazione dei proprietari della multisala Abbondanza.

Chi ha realizzato i cartelli colorati che sostituiscono le locandine dei film? Da quando siete chiusi?

Le sale cinematografiche, i teatri e le scuole sono stati i primi a essere chiusi sin dal 24 febbraio scorso. Tutti abbiamo bisogno di sentirci dire che “andrà tutto bene”. Anche noi volevamo dare un messaggio positivo al nostro paese, alla nostra comunità, perciò ho chiesto a mia figlia Alice e ad alcuni suoi amici, frequentatori delle nostre sale cinematografiche, di realizzare i disegni che ora potete vedere esposti nelle bacheche. Attraverso la nostra pagina Facebook ho chiesto a tanti altri bambini di farci pervenire i loro disegni, che saremo felici di appendere nel nostro ingresso quando riapriremo.

Prevedete di riaprire nelle prossime settimane? Se sì, a quali condizioni?

La nostra chiusura stagionale era prevista per il 15 maggio, per cui non riapriremo, anche perché non abbiamo ancora notizie e disposizioni in merito. La riapertura è prevista per settembre. Fare una previsione delle disposizioni che dovremo adottare è alquanto prematuro perché nessuno può prevedere l’esatto evolversi della situazione.

A grandi linee, sapete quantificare il danno economico subito? La vostra categoria ha chiesto aiuti?

Quantificare il danno? Difficile dirlo. Abbiamo perso tre mesi di lavoro, questa è la cosa certa. Le nostre associazioni di categoria - l’Agis, l’Anec e la Fice, la Federazione italiana cinema d’essai, a cui siamo iscritti - si stanno muovendo per chiedere aiuti concreti al Governo e, a breve, si dovrebbe tenere un incontro con il ministro Franceschini.

Cosa ne sarà delle pellicole che sarebbero dovute uscire in questi mesi?

Le Major - le maggiori case di distribuzione cinematografiche come ad esempio Warner, Disney, Universal, solo per citarne alcune - hanno posticipato le uscite dei loro film, che inizialmente erano previste in primavera/estate, in autunno/inverno. Solo qualche film “minore” è stato direttamente immesso sul mercato delle piattaforme streaming.

Lo streaming, in queste settimane di chiusura delle sale, ha avuto un’impennata. È il colpo di grazia per le piccole sale cinematografiche?

Con i cinema chiusi lo streaming ha avuto un incremento. Le persone chiuse in casa per il Covid-19, non potevano fare altro. Però sono sicura che, quando l’emergenza sarà finita, si tornerà a guardare i film in sala. Non c’è confronto tra vedere un film al cinema e a casa. Al cinema ci sei tu, lo schermo e tutto intorno non esiste più nulla: è la magia del cinema che la televisione non ti potrà mai dare. Il regista Francis Ford Coppola sostiene che “il cinema, i film e la magia sono sempre stati strettamente associati. Le prime persone ad aver girato film erano maghi”. Poi ci sarà la voglia di uscire, di incontrarsi, di fare comunità. Le sale cinematografiche non possono morire perché le Major ne hanno bisogno per coprire i costi di produzione di molte pellicole, per cui sono necessari gli incassi derivanti dalle vendite dei biglietti delle sale cinematografiche. 

La nostra è una gestione familiare da quattro generazioni. Il primo cinema fu aperto dal mio bisnonno nel 1922. Tutti noi, prendendo a prestito una frase di Giuseppe Tornatore, siamo fermamente convinti che una città senza sale cinematografiche è come una città cieca, è come un volto senza occhi.

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