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GATTEO

L'unica foto di don Ghinelli da vivo

È emersa nell’archivio di Luigi Renato Pedretti, storico locale

Don Luigi Ghinelli

È emersa nell’archivio di Luigi Renato Pedretti, storico di Gatteo, l’unica (al momento) foto da vivo di don Luigi Ghinelli, il santo prete di Gatteo fondatore dell’istituto Fanciulli poveri.

Non è cosa di poco conto perché quando nel 1909 Ghinelli morì, non esisteva alcuna sua immagine da vivo e vox populi sostiene che gli fecero una foto da morto e che poi con un artificio grafico lo fecero figurare nel ricordino funebre con gli occhi aperti. Il motivo era che don Ghinelli non ha mai voluto farsi fotografare e l’immagine che pubblichiamo (di lato peraltro) fa riferimento ai suoi primi anni di seminario. Per il resto, nessun’altra traccia o immagine.

Don Ghinelli nasce nel 1848 e, a sette anni, perde la mamma colpita da colera (1855). Nel 1876 il vescovo Bentini lo consacra. Mandato cappellano a Sant'Angelo prende a pigione nel 1883 una casa di quattro stanzette e vi ricovera una decina di bambini "... per toglierli dalla strada, procurare loro un pane onorato e avviarli alla vita religiosa e cristiana".

Alcuni anni più tardi trasporta l'opera a Gatteo, a cui aggiunge un fabbricato con piano superiore più vasto e arioso. Il pio sacredote dà principio alla costruzione dell'ospedale e del ricovero per gli anziani maschile e femminile. Don Luigi Ghinelli fondò da prima una fabbrica di fiammiferi, poi una per la lavorazione di cappelli di paglia e una calzolerìa (1888), un'ebanisteria (1890) e una tipografia, ma tutte queste opere dovettero soccombere eccetto l’ultima.

Nel 1902 s'incontra con don Luigi Guanella, cui cede il proprio istituto già ben avviato e che tuttora prosegue per l’assistenza non più ai fanciulli poveri, ma ai disabili adulti. L’ opera di don Luigi Ghinelli non sono certo paragonabili a quelle del Cottolengo, di don Bosco e di don Guanella, ma è riuscito a formare alla vita cristiana e operosa un numero grande di fanciulli poveri. Il suo ricovero per i vecchi non era grandioso eppure si ammirava l'opera di Dio perché sostenuta da una certa carità senza pari, da una fiducia illimitata nella Provvidenza, e da uno spirito di sacrificio e di religione quali si trovano solo nei Santi. Tutto questo senza tralasciare la sua vita interiore, di fede, di misticismo legate sempre al bene dei più poveri e bisognosi.

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