10 comandamenti
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per riflettere insieme

La vita

Come al solito, Dio attraverso un divieto, ci dà una indicazione: rispetta la vita. Solo Dio, infatti, è il Signore della vita, dal suo inizio alla sua fine

     Per aiutarci a mantenere la rotta e per non farci andare fuori strada, Dio ci dà una indicazione molto precisa su un tema fondamentale: la vita.

     Usando una espressione del codice della strada, possiamo dire che ci dà un segnale di divieto; con il quinto comandamento ci dice: “Non uccidere”. Il messaggio è chiaro e non lascia spazio a equivoci, fraintendimenti o finzioni. Come al solito, Dio attraverso un divieto, ci dà una indicazione: rispetta la vita. Solo Dio, infatti, è il Signore della vita, dal suo inizio alla sua fine. Nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere volontariamente un essere umano.

     E quando Dio dice: “Non uccidere” si riferisce a tutto il genere umano e non fa distinzioni di razza, di età, di genere, di ceto sociale, di condizioni particolari.

Tutti vuol dire tutti e basta! Il perché è molto semplice: siamo tutti figli di Dio e come tali, siamo tutti fratelli eabbiamo pertanto il dovere di volerci bene, di non odiarci, di non farci del  male  o, peggio ancora, di ucciderci.

     Il celebre scienziato Albert Einstein quando un impiegato dell’ufficio immigrazione, al suo arrivo negli Stati Uniti, gli chiese di che razza fosse rispose: “Umana”. E aveva ragione. Come ha ragione San Josemarìa Escrivà quando dice: “Apparteniamo tutti alla razza dei figli di Dio”.

Queste semplici considerazioni risolverebbero automaticamente molti dei problemi su cui oggi si discute.

     La vita è sacra. Quella di tutti. Ed è quella di tutti che va tutelata e difesa. Non c’è chi ha più diritti e chi meno, chi deve essere protetto e chi no. Siamo tutti uguali in dignità e figliolanza divina. Non si può perciò uccidere direttamente o indirettamente, da soli o con altri, una persona.     Come prima e diretta conseguenza, sono vietati anche: l'aborto e l'eutanasia.

Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l’altissima missione di procreare e di proteggere la vita. La vita, una volta concepita va protetta in ogni modo e con ogni cura, e non può essere distrutta a nostro piacimento.

Qualsiasi azione diretta a mettere fine alla vita delle persone, in qualsiasi situazione si trovino, è inaccettabile. Le stesse considerazioni valgono per il suicidio. Noi siamo solo gli amministratori della nostra vita. Non ne siamo i proprietari, siamo tenuti a rispettarla e ad usarla secondo il fine per i quali ci è stata donata, che è quello di amare Dio e amare il nostro prossimo.

     Togliersi la vita è un atto di profonda sfiducia nella Provvidenza e nella misericordia di Dio ed è una offesa all’amore del prossimo, poiché spezza ingiustamente i legami di solidarietà e di fiducia verso la società familiare e l’intera comunità.  Si potranno considerare le condizioni particolari in cui una persona può trovarsi, tuttavia la gravità del fatto rimane. Dio ci mette in guardia e ci ricorda di non compiere atti dannosi per noi, o per il nostro prossimo, dei quali poi, una volta riconosciuto il male compiuto, proveremo un rimorso forte e duraturo.

     Prendiamo, come esempio, il caso dell’aborto che merita una attenzione particolare, non fosse altro per la grande frequenza con la quale viene praticato. Fra i 100 e 150 mila casi ogni anno, solo in Italia. Chiariamo subito un punto che fino a qualche tempo fa sembrava controverso: quando comincia la vita?

     Sono ormai tutti concordi nel dire che la vita comincia nel momento in cui lo spermatozoo maschile feconda l’ovulo femminile. In quel momento scocca la scintilla e nasce una nuova vita.

E’ ancora superprotetta nel grembo materno, ma ha già una sua individualità. Per svilupparsi non ha bisogno di alcun altro intervento esterno, il nutrimento che la madre gli passa è sufficiente per crescere e venire alla luce dopo 9 mesi. Dopo il concepimento, sopprimerlo, per qualsiasi motivo e in qualsiasi modo, è sopprimere una vita umana. Non grida e non piange, ma c’è. Una volta si diceva anche: non si vede. Oggi con l’ecografia, non si può più dire. Perché c’è e si vede.

(Continua)

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