Il giovane Karl Marx

Autore Filippo Cappelli
Introduzione

D’un tratto la biografia che non ti aspetti. In realtà, come film di Raoul Peck (regista haitiano particolarmente legato all’Africa), si poteva sospettare che la spinta sarebbe stata su elementi sì storici, ma anche intimi e originali.

Ne nasce un film di enorme attualità che parte da una storia passata per raccontarne volontà e desideri sul mondo di oggi. Andando incontro, in fondo, proprio a un’interpretazione anti-idealista della storia e assecondando così una prospettiva che è alla base del materialismo storico marxista.

Recensione

La trama: il film si concentra sul rapporto fra Marx e Engels a partire dal loro primo incontro, nei primi anni ’40 dell’Ottocento, fino al 1848 momento in cui i due, non ancora trentenni, terminano la stesura del Manifesto del Partito Comunista e ne iniziano a promuovere la diffusione.

Se gli effetti del Manifesto, già a partire dal fatidico 1848, sono noti a tutti, quello che è meno noto è come i due filosofi abbiano maturato e costruito giorno per giorno un sentimento, di come l’abbiano trasformato in un’idea, e come siano arrivati sino a strutturarlo in una vera e propria dottrina politica.

Chi si aspetta un film sul comunismo o la rivoluzione proletaria, insomma, resterà deluso. A farla da padroni sono i risvolti sociali, le dinamiche culturali, le inflessioni culturali e politiche, la dimensione di un pensiero così profondo nelle relazioni da trovare senso nel suo cambiare la storia. Certo, la sensibilità di sinistra c’è tutta, dopotutto la produzione è di un cineasta come Robert Guédiguian, orgogliosamente e profondamente comunista, eppure le cose migliori che Peck riesce a tirare fuori dal suo film provengono dal suo entrare con efficacia nell’intimità della vita familiare di entrambi i protagonisti, evitando di cadere nella trappola del biopic agiografico di stile televisivo e mantenendo invece uno sguardo carico di rigore, ma allo stesso tempo interiore, emotivo.

A livello visivo Peck si fissa sul dettaglio e sui campi stretti, rimane ben attaccato ai volti, ai corpi, focalizza le espressioni dei personaggi come se volesse estrarne e renderne visibile non tanto il pensiero, ma piuttosto il processo elaborativo. Marx ed Engels, le loro mogli, gli amici, i colleghi e gli avversari sono come ritratti di una composizione pittorica.

August Diehl, l’attore che interpreta Karl Marx, è perfetto nel ruolo e restituisce al fondatore del comunismo la possanza fisica, l’ego smisurato, la forza di carattere, la superbia dell’intellettuale che comunque resta in controluce. Come la retorica a cui il film non cede. Quasi mai.

Solo alla fine sembra sfiorarla un momento, schierando proletari al modo del “Quarto Stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo e accompagnando i titoli di coda con “Like a Rolling Stone” di Dylan. Una chiusura tremenda che comunque non inficia tutto il lavoro.

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Data di pubblicazione 26/06/2018 18:30
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Il giovane Karl Marx
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Note
Categoria Cinema
Il Film

Diretto da: Raoul Peck
In programmazione: Multisala Uci Cinema (Savignano sul Rubicone)