Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 1° agosto - 18ª domenica Tempo Ordinario - Anno B

«IO SONO»: È GESÙ CRISTO CHE SOSTIENE LA STORIA

Es 16,2-4.12-15; Salmo 77; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35

La ricchezza insospettabile del Vangelo di Giovanni merita la nostra attenzione.

Dopo aver presentato – a suo modo - la moltiplicazione dei pani e il cammino sulle acque da parte di Gesù, nei versetti 26-35 troviamo l’annuncio di un nuovo alimento che non perisce.

Gesù in modo solenne risponde alla folla: «Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati» (versetto 26). In poche parole: «Non vi interessa molto che Dio si sia fatto vedere e sentire nella persona di Gesù di Nazaret, avete pensato solo al vostro stomaco».

Rimando a un libriccino di don Giancarlo Biguzzi sui “segni” nel quarto Vangelo. Il sesto segno sarebbe la cosiddetta risurrezione di Lazzaro e poi – culmine di tutto - la definitiva risurrezione di Gesù.

Molte volte ci interessiamo di Cristo, o meglio, di un “pezzettino”: quello che mi conviene. Ma, di fatto, la folla non ha capito quasi niente ed è rimasta a un livello molto materiale. Allora, cosa dobbiamo fare? «Datevi da fare – cioè ’operate’ - non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna...» (versetto 27). «Cosa dobbiamo fare per operare le opere di Dio?» (versetto 28), «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato» (versetto 29), «Quale ‘segno’ fai tu... che cosa operi?» (versetto 30): così leggiamo nella prima traduzione della Cei.

La spiritualità del cristiano non è poi così tanto astratta come noi pensiamo. «Rispose loro Gesù: “Sta scritto: ‘Diede loro da mangiare un pane dal cielo’» (versetto 31): tutto il discorso di Gesù è una spiegazione di questo versetto, citazione del Salmo 78,24. «Non è Mosè che vi ha dato il pane del cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo» (versetti 32-33). Parole da prendere sul serio, una per una e qui i verbi sono al presente: lo dice per noi, per questa umanità che sembra impazzire. L’unico al quale aggrapparti, l’unico che ti dà vita è “la persona di Gesù Cristo”: egli sostiene tutta la storia; egli è Colui che ci aspetta. La sua divinità si esprime in quel «Io sono», come altre 13 volte.

Qui Cristo dice: «Io sono il pane della vita», cioè solo io posso riempire la tua vita. Ma dove trovare “segni” di vita, di speranza? Molti qui in Venezuela dicono: «La corruzione è diventata così sfacciata che... si salvi chi può... è la fine». Poi vado in centro. A fianco della Cattedrale di Carupano c’è una scuola: una trentina di giovani – ragazze e seminaristi - studiano e pregano insieme, da lunedì al venerdì.

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