Commento al Vangelo
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Il Giorno del Signore

Domenica 10 aprile - Domenica delle Palme - Anno C

IL SIGNORE SI VOLTÒ E FISSÒ LO SGUARDO...

Lc 19,28-40; Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Passione: Lc 22,14 - 23,56

Nella Domenica delle Palme ci aspettiamo il “solito” racconto della Passione. Può succedere questo a uno scrittore come Luca? Non c’è pericolo. Se confrontiamo il suo racconto con quello di Marco, ci accorgiamo che le differenze sono numerose.

Luca omette certe pericope, le abbrevia, rimpiazza, cambia di posto, rimpasta, inserisce nuovo materiale consultando nuove fonti della tradizione e della liturgia.

Dalle sue pennellate, di diversi colori, emerge una sensibilità tutta propria. Una cosa è certa: il nostro evangelista non avrà mai e poi mai visto un film horror.

Oggi non potrebbe, certamente, essere inviato sul fronte ucraino. Dai suoi scritti sono state cancellate tutte le scene e le parole troppo violente: sparisce il falso giuramento di Pietro (Mc 14,71), e dopo tutto, Pietro appare fra i più coraggiosi. Nell’agonia sopprime “La mia anima è triste fino alla morte”, spariscono gli oltraggi umilianti: “Alcuni si misero a sputargli addosso... a percuoterlo... e i servi lo schiaffeggiavano” come dice Mc,14,65.

Gesù appare contrario alla violenza, anzi cancella l’effetto della violenza curando l’orecchio tagliato (Lc 22,50-51) e dice: “Lasciate! Basta così!”. Luca racconta l’incontro con le figlie di Gerusalemme (23, 27-30). Come vede l’ultima Cena? Sono Pietro e Giovanni gli incaricati di prepararla (21,8). Del tradimento di Giuda – “Satana entrò in lui” – se ne parlerà dopo la Cena. E poi vengono i “discorsi a tavola” (Lc 22,24-38).

Nell’istituzione dell’Eucarestia (22,14-20) ci si accorge che Luca segue la celebrazione eucaristica della Chiesa del suo tempo. Vengono messi in rilievo due aspetti della Pasqua giudaica: la liberazione dall’Egitto e la liberazione messianica che si realizza sul Calvario, ma raggiungerà il suo significato totale quando si compirà nel Regno di Dio (vv. 16 e 18). Siamo di fronte a un pasto pasquale, il rito della “nuova alleanza” (v. 20).

Anche noi, pieni di buona volontà, nella Settimana Santa accompagniamo, un po’ distratti, Gesù che sale verso il suo trono, il Calvario. Ci siamo promessi di seguire Cristo nella sua Via Crucis, ma siamo sempre occupati nei nostri pensieri: “Cosa dirà il capo di me, quando cambierà la suocera, proprio mio figlio si doveva mettere con quella...”.

Poi torniamo alla realtà e notiamo che il chierichetto porta la croce un po’ storta, e si vede, sì, si vede che il parroco è un po’ stanco. All’improvviso, come a Pietro: “Il Signore si voltò e fissò lo sguardo...” su di me. Sarà la mia, sarà la nostra Pasqua, la prossima?

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