Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 10 gennaio - Battesimo di Gesù - Anno B

Dio traccia la strada per la nostra felicità

Is 55,1-11; Is 12,2.4b-6; 1Gv 5,1-9; Mc 1,7-1

Con la Festa di oggi termina il Tempo del Natale. Al centro di questo periodo c’è stato e ci sarà sempre la persona di Gesù, Figlio di Dio incarnato perché noi non rimanessimo soli, senza speranza di fronte a una vita dominata dal peccato che, con la morte, ci porta via tutto.

Il periodo natalizio ha tre momenti inconfondibili che ci mettono in contatto, con la fede e la preghiera, alle tre grandi Teofanie, cioè manifestazioni di Dio verso di noi: il Natale di Gesù, l’Epifania come Festa che ci fa trovare il Signore e il Battesimo di Gesù in cui Dio stesso, il Padre, ci dona la testimonianza sul Figlio suo.

Dice Giovanni Battista: “Io vi ho battezzati con acqua, ma Egli vi battezzerà in Spirito Santo”. Il battesimo di Giovanni era un segno e un annuncio. Con l’invito del Battista a rinnovare la propria vita con il pentimento, l’immersione nel Giordano era segno di una conversione che aiutava gli Israeliti ad accogliere Gesù e la sua Parola. Ma nello stesso tempo questo gesto era l’annuncio di un Battesimo vero, profondo che avrebbe radicalmente cambiato la nostra vita rendendola divina perché liberata dal peccato e immersa nella vita stessa di Dio.

Ecco perché la Festa di oggi ci porta a riconoscere le nostre origini nel Sacramento del Battesimo. Attraverso il segno dell’acqua siamo stati battezzati e quindi rinati nello Spirito Santo. La nostra vita è diventata nuova perché, liberati dal peccato, siamo entrati nel mistero di Dio che, con lo Spirito Santo, ci ha avvolti nel dono della sua vita divina salvandoci dalla morte, frutto di una dignità e di una bellezza totalmente nuove.

Ed ecco la manifestazione piena su Gesù: Egli, uscendo dall’acqua, riceve dal Padre il suo compiacimento e l’affermazione che quest’uomo è pienamente il suo Figlio. In nessun altro passo della storia biblica si trova questo compiacimento divino, eccettuata Maria santissima, perché pur avendo Dio scelto tante persone per costruire la storia della salvezza, rimanevano sempre uomini o donne soggetti al peccato. Gesù piace al Padre perché è sempre rivolto a compiere la sua volontà, anche nei momenti di apparente fallimento. Anche noi: più ci uniamo all’annientamento di Gesù e più parteciperemo alla sua gloria. Per questo il Padre si compiace anche di noi se ci mettiamo sulla strada del Figlio Gesù.

La seconda Lettura (1Gv 5,1-9) ci conferma che siamo stati pensati e creati a immagine di Dio che è amore. Una volta risorti dal peccato con il Battesimo siamo di nuovo immersi nella grazia e nell’amore di Dio che, per essere vero, deve passare attraverso l’amore del prossimo. L’amore del Padre, l’opera del Figlio Gesù e la testimonianza dello Spirito Santo, che è spirito di verità, sono i capisaldi della nostra fede. Per cui la Parola di Dio in questa lettura ci dice: “L’amore di Dio sta nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi”.

Quando si agisce per amore, con Dio e tra di noi, non c’è nulla di impossibile, tutto viene realizzato e vissuto nell’amore. Nella frase c’è tutta la verità e la bellezza della vita cristiana. Dio non è un aguzzino che c’impone ordini pesanti che non possiamo vivere, ma è un Padre che, nei comandamenti, ci traccia la strada per la nostra grandezza e felicità. E se a volte veniamo meno per la nostra fragilità, Egli è lì, sempre pronto a rialzarci per continuare con gioia il nostro cammino di figli.

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