Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 13 dicembre - 3ª domenica di Avvento - Anno B

Pace e gioia sono il fondamento della nostra vita

Is 61,1-2.10-11; 1Ts 5,16-24; Gv 1,6-8.19-28

Il tempo dell’Avvento, tempo forte di attesa e di incontro con il Signore che viene è caratterizzato dall’impegno, che è sempre una fatica, a vivere con costanza la nostra fede attraverso l’Eucarestia, l’ascolto della Parola di Dio, il silenzio interiore, la preghiera e la carità: disponibilità e accoglienza… Ma ogni anno, nella terza domenica (oggi) c’è una pausa che c’invita, pur nell’impegno dell’Avvento, alla gioia e alla festa. Questo invito ci viene da San Paolo ( seconda Lettura): “Siate sempre lieti…”. Perché?

La vita cristiana non è fondata sul dolore e sull’angoscia, anche se queste sensazioni e prove fanno parte della vita. La nostra vita è fondata sulla fede e sulla speranza che ci dicono: il Signore è vicino, ci aiuta e ci sostiene, è Lui che ha in mano e guida la nostra vita.

Sempre San Paolo ci esorta: “Siate sempre lieti, pregate di continuo, in ogni cosa rendete grazie… non spegnete lo Spirito. Astenetevi da ogni specie di male… siate protesi verso la venuta del Signore…”: questi atteggiamenti ci donano la pace di Dio e la gioia. Pace e gioia sono il fondamento solido della nostra vita nella quotidianità.

L’Avvento allora è il tempo della gioia spirituale durante il quale si cammina con lo sguardo rivolto in avanti, non solo verso il Natale, ma anche verso il nostro futuro definitivo. L’Avvento sia il tempo del risveglio, che favorisce l’apertura del nostro cuore a Cristo e agli altri.

Rendiamoci coscienti degli ostacoli che non ci permettono di accogliere il Signore: prima di tutto il nostro “ego” (dal latino: il nostro “io”). Quando il nostro “io” è al centro e alla base della nostra parola e della nostra vita siamo preclusi a ogni esperienza di amore vero e dono di sé a Dio e agli altri. Cerchiamo di fare come Gesù che si è donato (consegnato) nelle mani del Padre per noi e allora capiremo che l’amore vero come dono di sé ci fa vivere e ci realizza pienamente. Mentre l’egoismo c’impoverisce, c’intristisce fino a farci morire. Per questo cerchiamo la gioia vera, anche nelle piccole cose quotidiane, e nello sforzo costante di combattere le distrazioni, la superficialità, la sfiducia, i pregiudizi. Accogliendo nel cuore la gioia dell’Avvento (il Signore viene, il Signore ci ama, il Signore ci salva) essa ci permette di aggirare gli ostacoli e di superarli.

Anche Giovanni Battista ( Vangelo di oggi), pur nella sua austerità, si mostra il testimone privilegiato e gioioso del Cristo che viene. Dice l’Evangelista Giovanni del Battista: “Venne un uomo mandato da Dio, Giovanni… per dare testimonianza alla luce (Cristo), perché tutti credessimo per mezzo di lui”. Giovanni Battista è un testimone forte di Gesù perché è umile, non approfitta della situazione per affermare se stesso, è fedele alla sua missione e alla Verità che è il Cristo che viene.

I cristiani devono dare al mondo non tanto l’efficacia dell’organizzazione, ma uno stile di vita nuovo che infonde speranza, dona gioia e toglie la tristezza (San Filippo Neri: tristezza e malinconia fuori di casa mia).

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