Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 13 febbraio - 6ª domenica Tempo Ordinario - Anno C

DAVANTI ALLE BEATITUDINI NUDI DAVANTI AL SIGNORE

Ger 17,5-8; Salmo 1; 1Cor 15,12.16-20; Lc 6,17.20-26

Contesto: Gesù, come Mosè, sale il monte a pregare.

Dopo aver pregato tutta la notte, all’alba, ugualmente come Mosè (Es 32,7-15), scende dalla montagna e fa due cose. Da un gruppo numeroso di discepoli, sceglie i “Dodici” che lo Spirito Santo trasformerà in apostoli. Dopo l’elezione dei Dodici, viene il sommario delle guarigioni: tutti coloro che l’ascoltavano e lo toccavano venivano guariti e sanati dalle loro malattie.

Finora Luca ci ha detto più volte che “Gesù insegnava”, ma sempre senza esempi consistenti. Adesso ci mette davanti il “discorso della pianura”, diretto: a) alla folla, composta di giudei e non giudei; b) a numerosi discepoli; c) ai Dodici.

Questo discorso ha una portata universale.

Le Beatitudini di Luca hanno evidentemente molto in comune con quelle di Matteo, ma hanno anche grosse differenze. Nel primo gruppo (vv. 20-23) le beatitudini sono dirette agli interlocutori: “voi”. Con la beatitudine affermiamo, ammoniamo e facciamo venir la voglia e, soprattutto, comandiamo una determinata condotta da seguire. Gesù ha davanti a sé gente povera, che ha fame, che piange mentre gli amici ridono. Infine beati coloro che seguono Cristo perché saranno insultati, odiati ed emarginati: beati voi, “gioite” quando succederà. Nel secondo gruppo (vv. 24-26) risuona martellante per quattro volte “guai”, “ah”: un grido di dolore come se un macigno ti cadesse sui piedi. Questi “guai” esprimono una gravissima minaccia e un ultimatum per chi sta precipitando nel baratro, vicinissimo ai suoi funerali. Non si tratta di maledizioni, ma di un estremo avviso. I ricchi, i sazi, coloro che ridono (come gli stolti), donne e uomini sbattuti nella prima pagina dei rotocalchi, avranno la loro consolazione “ora”, e poi basta.

Se il Vangelo è come una lama che passa sopra a tante nostre iniziative e punti di vista, le Beatitudini, in particolare, ci fanno il contrapelo: uno non sa che dire e si trova tutto nudo davanti al Signore.

Nella Diocesi di Carupano, in Venezuela, dove mi trovo missionario fidei donum della Diocesi di Cesena-Sarsina, già si sono celebrate le prime assamblee sul “Sinodo”. A Playa Grande hanno partecipato più di sessanta persone, molte facce nuove e poche facce “vecchie” spaventate. Nei media si trova facilmente il teologo di turno che ci spiega che cos’è la “sinodalità”, ma alla fin fine penso che per poter realizzare un pochino tutte queste belle cose bisogna ritornare al Vangelo sine glossa e al capitolo 13 della Prima lettera ai Corinzi, altrimenti faremo un buco nell’acqua.

Maria Santissima, che in silenzio “custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”ci accolga fra i suoi figli.

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