Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 13 marzo - 2ª domenica di Quaresima - Anno C

SIAMO PREZIOSISSIMI AGLI OCCHI DI DIO

Gen 15,5-12.17; Salmo 26; Fil 3,17 - 4,1; Lc 9,28-36

Moderni pulmini o vecchie Mercedes si arrampicano a zig zag verso la cima del Tabor, un monte che si erge sulla pianura di Yizreel, che raggiunge l’altezza di 588 metri sul mare e che fin dal III secolo fu riconosciuto quale scenario della Trasfigurazione. Arrivato lassù, fra tanti fiori, si gode di una vista mozzafiato e un silenzio che facilita mistici voli.

La Quaresima avanza inesorabilmente e ci troviamo già nella seconda Domenica. Il Vangelo di oggi ci riporta alle sorgenti della nostra vita di cristiani. “Otto giorni dopo”: un’espressione che ricorda la festa delle capanne quando il popolo di Dio vive “in tende”.

Gesù prende con sé Pietro, Giovanni... che saranno negli Atti le colonne della Chiesa. Salgono sul monte a pregare: un lavoro indispensabile per andare all’essenza della vita cristiana, il clima necessario per l’ascolto della Parola e per recuperare credibilità. “Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto” (v. 29): Luca se ne guarda bene di parlare di “metamorfosi”, i suoi greci chissà cosa avrebbero capito.

Gesù si trova a una svolta, sta per prendere con decisione il cammino della croce e un po’ di gloria fa bene a lui e ancor più ai suoi discepoli: “Pietro e i suoi compagni” videro la sua gloria. Sono sotto le Tende (Dt 16,13), sotto la diretta protezione di Dio: “È bello per noi stare qui” (v. 33): in fondo, non si sta mica male.

Ma appena tocchiamo il lembo del mantello del Figlio dell’Altissimo, quasi quasi impazziamo. In forma celestiale, si trova lì presente tutto l’Antico testamento nella persona di Mosè ed Elia, anche loro hanno conosciuto il mistero della croce. Dalla nube, segno della presenza divina, la Voce dice: “Questi è il mio Figlio, l’eletto, ascoltatelo!”.

Ancora una volta questo Gesù di Nazaret viene a trovarsi davanti a tutti gli altri eletti del passato: Mosè, Aronne, Davide, il servo di Adonay. Dalla teofania del Sinai (Es 19) alla teofania del Tabor, dal battesimo di Gesù all’episodio della Trasfigurazione si ode una voce dall’alto che afferma e riafferma la figliolanza divina di Gesù di Nazaret: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!”. In Gesù figlio, per il battesimo ci troviamo a essere tutti noi veri “figli di Dio”.

Un giorno ci chiamarono per un funerale. Subito chiediamo il nome della defunta e ci viene risposto: “Preziosa”. “Come, sarà il soprannome?”, dice il prete. “No, no, è il suo nome”, spiega un figlio della signora. È vero: fin dal giorno del nostro battesimo siamo “preziosissimi” agli occhi di Dio.

Vergine della Pace, prega per noi.

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Domenica 13 marzo - 2ª domenica di Quaresima - Anno C
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