Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 17 luglio - 16ª domenica Tempo Ordinario - Anno C

STARE AI SUOI PIEDI IN ASCOLTO DELLA PAROLA

Gen 18,1-10; Sal 14; Col 1,24-28; Lc 10,38-42

A quei tempi, le donne istruite nella Legge erano come le mosche bianche. Nel Talmud (testo sacro dell’ebraismo) leggiamo: “La Torah preferirebbe bruciare in mezzo alle fiamme che essere affidata alle donne”. Dobbiamo interpretare questo testo con la sua punta di verità, senza banalizzare; non bisogna fare di ogni erba un fascio affermando che il testo sacro parla della vita contemplativa superiore a quella attiva.

Betania si trova sul “cammino” verso Gerusalemme, verso la croce. Gesù, un Maestro alla ribalta, viene accolto da Marta, che significa “signora”. Con questo Luca forse vuol dire che Marta è l’azdora, la ‘padrona’ di casa. Ma lei ha anche una sorella, Maria: il suo comportamento rimane al centro del nostro testo. Gesù, libero da pregiudizi, accetta l’invito anche di donne, offrendo loro il suo insegnamento.

La Legge proibiva di comunicare i segreti divini alle donne come anche ai pagani. Non potevano partecipare alle assemblee liturgiche. Invece Gesù non fa discriminazioni: ogni essere umano ha diritto di ricevere la luce della sua Parola. La prima volta che andai a visitare la comunità di Bose, nel 1976, ricordo una scritta, fra tante, che diceva così: “Il monaco non ha paura della donna”. Qui, il racconto gira attorno a due atteggiamenti: Maria, sorella di Marta, “seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola” (v. 39), “Marta invece era distolta per i molti servizi” (v. 40).

Il suo atteggiamento emerge in netto contrasto con l’ascolto tranquillo di sua sorella. Infine, Marta un po’ stanca, in un momento di nervosismo, si rivolge direttamente a Gesù: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire?”. In uno stesso versetto troviamo “servizio” e “servire”: parole che avevano nelle comunità un grande peso.

Gesù si rivolge alla padrona di casa: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose” (v. 41). Sembra un rimprovero, ma il Maestro lo fa con simpatia. Cristo vuole solamente mettere l’accento su di un aspetto della vita cristiana importantissimo, valido per tutti e non solo per frati e suore. Dice Gesù: “Di una cosa sola c’è bisogno”.

Siamo di fronte all’apice del messaggio di questo testo di Luca. Le varianti testuali sono varie, la lezione scelta appartiene al papiro più antico di Luca (P75). Gesù non condanna il servizio in sé, ma il fatto di lasciarci prendere dall’agitazione e dall’affanno. Il Signore, specialmente, vuol dirci che nella vita di ogni battezzato ci deve essere, prima di tutto, lo stare ai suoi piedi in ascolto della sua Parola.

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Domenica 17 luglio - 16ª domenica Tempo Ordinario - Anno C
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