Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 19 dicembre - 4ª domenica di Avvento - Anno C

IL TEMPO MIGLIORE PER LA DEVOZIONE A MARIA

Mi 5,2-5; Salmo 79; Ebr 10,5-10; Lc 1,39-45

Sullo sfondo dolci colline. In primo piano due donne si salutano e si parlano. “Colei che è stata trasformata dalla grazia” ( gratia plena) “si alzò”, “andò in fretta”, “entrò nella casa”: sta per realizzarsi l’incontro fra Maria ed Elisabetta, entrambe in attesa. Maria non saluta Zaccaria, ancora muto, ma saluta Elisabetta.

L’evangelista parla di quel “saluto” per ben tre volte (versetti 40, 41, 44), ma il contenuto di quel saluto rimane avvolto nel mistero.

Al centro di tutto vediamo ergersi la persona di Maria. Che cosa avrà mai detto? Non sappiamo, ma di quell’avvenimento – raccontato due volte – vediamo gli effetti. Nel primo racconto (versetti 41, 42a.) si afferma che “Il bambino sussultò nel suo grembo”, cioè in Elisabetta.

Non si tratta di qualcosa di naturale, ma di una vera e propria esultanza; come quella danza e gioia che portò il passaggio dell’arca (1Cr 15,25).

Qui ci troviamo addirittura di fronte al Messia. Dopo il saluto, “Elisabetta fu colmata di Spirito Santo”, per cui rispose: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!», come noi recitiamo nell’Ave Maria, una preghiera biblica. Le parole di Elisabetta, mossa dallo Spirito Santo, affermano che è stato “il saluto” di Maria a far sussultare il futuro Giovanni (versetto 44). Nella sua proclamazione riecheggia la parola dei profeti. E come loro può usufruire di una conoscenza speciale.

Lo Spirito Santo rende Elisabetta capace di interpretare quei segni e di leggere in profondità gli avvenimenti. Siamo di fronte a una rivelazione particolare. Notiamo che Maria non viene chiamata per nome, ma per mezzo di tre titoli che chiariscono ancor di più il suo posto nel progetto di Dio.

Prima di tutto, Elisabetta la definisce Benedetta (versetto 42) fra tutte le donne: si tratta di una constatazione di quanto Dio ha fatto in lei. Secondo: Madre del mio Signore (versetto 43), con questo titolo emerge l’identità di Maria quale “madre” e di Gesù “il Signore” (Kyrios): prima volta in Luca. Poi il terzo al versetto 45: “Beata colei che ha creduto”. Si dice questo di Maria, un vero modello di fede, ma viene diretto anche a tutti i lettori del Vangelo.

Prima si è constatato quanto Dio aveva fatto in lei, ora si dice quello che ella fece: “ha creduto”, ha detto il suo “sì” a un Dio sempre fedele alle sue promesse. Sta arrivando la salvezza nella “pienezza dei tempi”; nella volata finale, Gesù taglia il traguardo prima di Giovanni e il “precursore” arriva secondo. Se non lo sapevate: l’Avvento e il tempo di Natale sono il tempo migliore per la devozione alla Madonna.

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