Commento al Vangelo
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Il giorno del Signore

Domenica 20 dicembre - 4ª domenica di Avvento - Anno B

Il Natale del Signore è un Mistero atteso, preparato e realizzato

2Sam 7,1-5.8b-12.14a-16; Salmo 88; Rm 16,25-27; Lc 1,26-38

La solennità del Natale è vicina: ovunque si respira l’atmosfera natalizia, anche se quest’anno è condizionata non poco dalla pandemia. Ma gran parte di quest’atmosfera non ha nulla a che fare col vero Natale. Oggi la parola di Dio insiste sul fatto storico della venuta di Cristo Figlio di Dio nel nostro mondo. Venuta attesa, preparata e finalmente realizzata con tanto amore e stupore. Dio Padre non ha mai rinunciato al suo disegno di salvezza, anche quando l’uomo l’ha demolito o stravolto con il peccato. Al nostro peccato Dio, nel mistero del Natale, risponde con il suo amore senza limiti. Nell’accoglienza di questo amore troveremo gioia e salvezza e invece nel suo rifiuto solo tristezza e perdizione. Tutto dipende da noi.

La prima Lettura (2Sam) è la profezia di ciò che viene proclamato nel Vangelo: mille anni prima di Cristo, Dio, attraverso il profeta Natan, promette al re Davide che il suo regno sarebbe durato in eterno. Con l’annuncio a Maria è arrivato il tempo in cui la promessa di Dio diventa realtà: “Concepirai un figlio… lo chiamerai Gesù. Verrà chiamato Figlio dell’Altissimo, il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre… e il suo regno non avrà mai fine”.

Maria, ragazza ebrea, fidanzata a Giuseppe discendente del re Davide, dopo aver capito il piano di Dio che voleva servirsi di lei per donare al mondo suo Figlio Gesù, risponde con un “sì” di obbedienza (“Eccomi”), con umiltà e amore (“Sono la serva del Signore”) e con fede (“Avvenga di me secondo la tua parola”). Con il sì di Maria sono colmate le attese di tutti i tempi passati per Israele e per tutti i popoli della terra.

Il Natale del Signore non è una pia invenzione, ma un fatto (mistero) realmente atteso, preparato e realizzato. Dio viene, nella Persona divina e nell’umanità di Gesù, per ridonare a tutti noi il Paradiso perduto: la salvezza eterna. Per questo motivo essenziale non dobbiamo cadere nel falso natale del mondo; l’ha rubato a noi cristiani, l’ha contraffatto e stravolto rendendolo solo un business di interessi e di soddisfazioni materiali. Un natale del genere non ci porta da nessuna parte. Ci divide e ci consuma.

Dobbiamo e vogliamo preparare l’imminente Natale con la Parola di Dio, con la preghiera e con i Sacramenti della vita di fede: Riconciliazione ed Eucarestia. Solo così entriamo in comunione con quel Dio che sempre ci ama, ci cerca e pone la sua tenda in mezzo a noi, per abitare con noi, perché Lui senza di noi non può stare.

Il salmo ci ricorda che “il Signore è fedele per sempre”. Tutta la Bibbia è attraversata da questa certezza che sostiene il cammino dell’uomo, donando sicurezza e serenità. La Dei Verbum, sulla Parola di Dio, ci dice: “Nei Libri sacri il Padre Celeste viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in comunione con essi” per sostenerci e aiutarci con la sua Parola, per questo preghiamo: “Canterò per sempre l’amore del Signore!”.

Anche San Paolo (seconda Lettura) loda il Signore per averci manifestato il piano di Dio della salvezza universale che avviene mediante la Persona di Gesù e il suo Vangelo. Dio vuole che a tutti gli uomini, di tutti i tempi, venga annunciato il Vangelo perché tutti giungano all’obbedienza della fede In quest’ultima domenica prima di Natale è bene guardare a Maria per imparare da Lei l’obbedienza della fede, passaggio obbligato per giungere alla salvezza. Viviamo, come Maria, nell’abbandono fiducioso verso il Signore e l’accoglienza verso il prossimo. Così Cristo, grazie alla nostra testimonianza, può nascere in tante persone che Lo cercano.

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